mercoledì 5 febbraio 2014

What of the Ottava Rima in Byron’s 'Don Juan'?



di James Franco

Nel suo poema eroicomico Don Giovanni, Lord Byron utilizza l'ottava rima—un metro poetico a rima ABABABCC—per il suo desiderio di elaborare del materiale seriocomico. Il contenuto del poema si sviluppa attraverso l'alternarsi di versi in rima che culminano in un finale faceto. Byron ha usato per la prima volta l'ottava nel 1817, in Beppo: Una Storia Venezianametro efficace per il racconto dettagliato di questa storia d'amore quasi esotica. Quindi, naturalmente, ha riutilizzato il tono semicomico dell'ottava un anno dopo, quando volle fare una satira di Wordsworth, Coleridge e Southey. La realizzazione di questo progetto fu il suo poema satirico Don Giovanni, un lunga avventura erotica narrata in 17 sezioni. Escludendo il come e il perché dell'uso dell'ottava rima per Don Giovanni, senza dubbio la forma ha influenzato il contenuto del poema attraverso il tono, il ritmo e il metro.

Il Don Giovanni rappresenta un nuovo approccio al genere poetico, per quanto riguarda il contenuto, l'ampiezza e l'azione. Nel suo saggio "Epos e Romanzo: sulla Metodologia per lo Studio del Romanzo", Bakhtin afferma che tutte le forme di letteratura tendono al romanzo e che quando "il romanzo regna supremo, quasi tutti i restanti generi sono, a volte più a volte meno, romanzati". Nella drammaturgia esempi di ciò sono Henrik Ibsen, Richard Hauptmann, il teatro naturalistico nella sua totalità e la poesia epica, come Il pellegrinaggio del giovane Aroldo e il Don Giovanni di Byron.

Quest'ultimo è narrato in terza persona e, diversamente dalla poesia lirica, che scava nell'interiorità del protagonista, qui non è presente questo interesse. Il poema ha anche una potenza visiva e una trama corposa. In fatti, rispetto al Giovane Aroldo, il Don Giovanni è più piacevole alla lettura, perché l'aspetto visivo è concreto e ricco e, tramite i versi, connesso ad un intreccio forte.

Nella serie limitata di Watchmen, graphic novel del 1986/87, c'è un esempio di fumetto nel fumetto, nel quale si sviluppa la storia di un naufrago la cui truppa è stata uccisa dai pirati. Deve tornare a casa prima che i pirati lo raggiungano. Il suo viaggio è per molti aspetti simile alla sezione della barca nel Secondo Canto del Don Giovanni, ma la forma è diversa e quindi cambia il tono del contenuto. Mettiamo a confronto le sezioni di Watchman e l'ottava rima del poema Don Giovanni, per capire come queste due appendici del romanzo affrontano uno stesso materiale in modi diversi.


Per l'episodio del cannibalismo sulla barca, Lord Byron si è appropriato di veri racconti di naufragi. L'uso dell'"ottava rima trasforma la verità del racconto nei versi di finzione di Byron. Come in questo passo:


Chiese di essere dissanguato a morte, mentre il chirurgo era con loro e aveva il suo astuccio con gli strumenti in tasca quando lasciò il vascello. - (“Sufferings of the Crew of the Thomas," Shipwrecks, etc.)


Sostanzialmente lo schema metrico distoglie l'attenzione dall'orribile resoconto sul cannibalismo e lo trasforma in un divertente racconto di avventura. Qualche stanza dopo che il chirurgo toglie delicatamente la vita al tutore Pedrillo, egli si rivela un cannibale concentrato unicamente sulla suo benessere: succhia il sangue direttamente dalle vene aperte di Pedrillo. Il lettore riesce a mandare giù questi versi sanguinolenti solo perché Byron una la rima e il suo tono ironico:

Il cerusico, non essendovi alta mercede,
Ebbe per le sue fatiche, la scelta dei migliori bocconi;
Ma essendo in quel momento assetato,
Preferì di bere alcuni sorsi di sangue che prorompeva impetuoso dalle vene aperte;
Una parte del cadavere fu divisa, l’altra gittata in mare,
Le viscere, il cervello e simili bazzecole
Vennero date ai pesci cani che seguivan la barca…
E i naviganti mangiarono il resto del povero e dabben uomo.
[Traduzione di Carlo Rusconi]


Il chirurgo non succhia il sangue di un altro uomo, ma Preferì di bere alcuni sorsi di sangue che prorompeva impetuoso dalle vene aperte, come una manna dal cielo dopo una lunga disidratazione. Il verbo prorompeva rende visivamente la crudezza della scena: un uomo squarciato di fronte a una folla affamata di carne, ma tutto il resto nella descrizione è agli antipodi dell'horror. Le interiora vengono rimosse, il che sarebbe molto più raccapricciante se non fossero tranquillamente "date ai pesci cani che seguivan la barca", come se i pescecani fossero parte della festa. Byron mette sullo stesso piano la brutalità degli schiavi con la brutalità della truppa, ma tutto si confonde attraverso l'uso di una dizione pseudo-civilizzata che contribuisce alla comicità del poema.

Alla fine, la distruzione e la consumazione rabbiosa del tutore diventa una filastrocca, grazie anche alla conclusione quasi musicale, "Who followed over the billow- / The Sailors ate the rest of poor Pedrillo." Le "L" e le "O" ripetute in rima suonano giocose e innocue. Questo tocco estroso nel distico finale dell’ottava rima rende il mangiare un uomo un'azione che può essere ritratta come la più cruda delle sceneuna deliziosa conclusione per il lettore.


Similmente, una scena di Whatchmen presenta il cannibalismo con un tono diverso, ma il risultato è lo stesso. Come nel Don Giovanni, il lettore incontra dei cadaveri nelle prime due strisce, ma qui l'aspetto visivo è concreto: i corpi morti sono disegnati per noi. Ma sono disegnati nello stile fumettistico; sono verdi e non hanno il realismo delle fotografie, anche se ci sono sufficienti dettagli per suggerire il degrado. Così, il testo non porta su di sé il fardello di descrivere qualcosa di estremamente crudo. Il testo non deve nemmeno fornire una sfumatura ironica per rendere le immagini più di buon gusto, perché il disegno coinvolge il lettore, ma non gli dà nausea. Per questo il testo può essere più schietto:

Di tanto in tanto, mi prendo una pausa dal lavoro, e mi incanto davanti alla stupefacente bellezza di un tatuaggio o di una vecchia cicatrice.


L'uomo lega i cadaveri à mo' di zattera per galleggiarci su, una scena che farebbe vomitare qualsiasi essere umano nella realtà, ma questa presentazione è leggibile come lo è il Don Giovanni. Il fattore mitigante qui è lo stile fumettistico. Si può dire che sia il disegno l'aspetto seriocomico di quest'opera, perché ritrae immagini serie come un cartone animatosebbene esplicito e non per bambini. Si può discutere se l'uso di un disegno non infantile abbia uno scopo opposto all’uso che fa Byron di uno stile leggero, perché l'artista Dave Gibbons ritrae la scena con crudezza esagerata (ad esempio, i corpi sono verdi).

Ma questa esagerazione è in realtà un modo per elaborare il materiale in una forma di intrattenimento difficile da digerire. Questa digressione ha un suo stile proprio: colori esagerati, contrasti pesanti, una narrativa più rada in cui spiccano più elementi horror rispetto al resto della storia di Whatchmen. Come CSI e altre serie thriller-poliziesche, la raccapricciante esposizione dei cadaveri in questo fumetto rende il contenuto piacevole attraverso l'esagerazione. Se invece emergesse attraverso la severa luce della realtà, come in un quotidiano, il lettore reagirebbe diversamente.


In un mondo in cui il cinema e altri media catturano fotogrammi in movimento, siamo abituati alle sensazioni provocate in noi da una certa narrativa, più o meno come fossero reali. Quando guardiamo i film non dobbiamo nemmeno sforzare l'immaginazione, al contrario di quel che accade quando leggiamo un testo poetico o cerchiamo di ricostruire il momento precedente e il momento seguente all'azione immortalata in una scultura; i film ci danno tutto, o almeno ci danno un'impressione del tutto.

Bakhtin afferma,

Questi generi che preservano testardamente la propria vecchia natura canonica, cominciano ad apparire stilizzati. In generale, ogni stretta adesione ad un genere appare una stilizzazione, portata all'estremo della parodia… in un ambiente in cui il romanzo è il genere dominante, il linguaggio convenzionale del genere canonico in senso stretto, comincia a suonare come qualcosa di nuovo, diverso da come suonava nelle epoche in cui il romanzo non era consoderato letteratura "alta".


Se questo paragone fa del Don Giovanni un'opera stilizzata già nel XIX secolo, allora il cinema lo rende addirittura antiquato. I film fanno sembrare i fumetti e anche le sculture realistiche dei cartoni animati. A questo stadio di sviluppo culturale, lo stileo ciò che Bakhtin ritiene non abbia la fluidità del romanzo o una forma capace di afferrare ogni aspetto della vitapuò essere utilizzato per combattere la rappresentazione realistica. Lo stile è consapevole di se stesso perché la tecnologia ha reso accessibile a tutti la rappresentazione della realtà.

I fumetti e i romanzo sono diventati ancora più sperimentali di quanto Bakhtin potesse mai immaginare, con i formati video e le capacità degli ipertesti. Il testo resta più realistico e emotivamente più coinvolgente di un film, perché la nostra immaginazione è più intensa di qualsiasi cosa. I film fanno affidamento più sugli effetti speciali e ci portano più lontanto nella fantasia, ma le immagini che la letteratura può evocare nella mente appaiono a noi molto più "reali".

Qui ho rappresentato l'episodio dei cannibali e quello del pescecane in un fumetto con un'estetica vintage. L'ottava rima non c’è più, ma l'evento raccontato è lo stesso. Il resoconto dell'avventura ora è indirizzato ad un pubblico che apprezza disegni intelligenti per adulti, perché vi si riconosconoanche se gli eventi appartengono ad un'epoca passata. Le immagini ritraggono la crudezza della scena, ma i personaggi sono dei cartoni animati, quindi non provocano alcuna reazione psicosomatica che invece un film potrebbe causare (so di molte persone che si sono sentite male durante la proiezione di 127 Ore, nel momento in cui il mio personaggio si amputa il braccio. Poiché la scena era girata con estremo realismoprimissimi piani, una colonna sonora incalzante e molto sangue finto l'impressione era che tutto stesse accadendo davvero. Immaginate quale sarebbe la reazione davanti ad una scena, girata allo stesso modo, in cui l'intero corpo di un uomo viene squarciato e divorato).



Qui l'ironia è forte perché la forma e lo stile sono prevalenti rispetto al contenuto. Le figure sono comiche perché c’è un ovvio tentativo di disegnarle in modo imperfettoe anche un poì sciocco. Lo stile implica un tono diverso delle sequenze: ironico e stanco. Ma immagino sia lo stesso effetto a cui voleva giungere Byron quando scriveva in ottava.

©VICE, traduzione italiana Chiara Fasano

Nessun commento:

Posta un commento