domenica 23 marzo 2014

Hart Crane’s Poetry on Screen



di James Franco


In onore del fatto che sto vivendo a Brooklyn mentre sto portando a teatro Of Mice and Men (Uomini e Topi), il mio debutto a Broadway, ho pensato di condividere una lettera di qualche tempo fa che scrissi ad Alan Williamson, il mio vecchio insegnante di poesia al Warren Wilson College. Alan è uno studioso del grande poeta Hart Crane e un grande poeta di suo. Intorno al 2010 mi aiutò a preparare The Broken Tower, il mio film su Hart Crane. Qui gli parlo di alcune mie considerazioni sul fare un film sulla poesia e come questi diversi media possano funzionare insieme.


***

Caro Alan,

Ho pensato molto al film su Crane dalla nostra ultima conversazione, specialmente sull'inclusione delle poesie "To Brooklyn Bridge" and "The Broken Tower". Credo che possano contribuire alla struttura del film e offrire una maggiore solidità alla parte centrale e finale. Laddove molto del film può essere poetico senza l'uso della poesia, con la "poesia" delle immagini, credo che questi due componimenti—importanti nella vita di Crane e per Crane—potranno, nella migliore delle ipotesi, e se usati nel modo opportuno, dare al film più sostanza e più di quella voce poetica di Crane.

Nella mia testa, sembrano anche inserirsi bene nella cronologia della vita di Crane: scrisse "To Brooklyn Bridge" a 27 anni, credo, all'apice della sua forza poetica, quando stava acquisendo la sua voce distinta e prima della caduta. Non è così? In ogni caso, almeno tematicamente, si inserirebbe perfettamente al centro del film. Credo che tu abbia ragione sull'inserimento del viaggio nell'isola; potrebbe offrire diversi spunti interessanti.

Immagino che abbia scritto "To Brooklyn Bridge" mentre era nell'Isola di Pines, quindi, ritratta in quel modo, potrebbe essere un modo interessante per far capire che sta pensando a New York (e a Emile?). Mi dici che Emile è coinvolto nella poesia? Non lo so se lo possiamo individuare in quei versi, ma darò uno sguardo più approfondito in un secondo momento. Oppure la possiamo incorporare nella sezione ambientata a New York. [Alla fine Michael Shannon ha interpretato l'amante di Crane, l'Emile del mio Crane. PS: quando chiedi a Michael Shannon di girare una scena nudo con te, dev'essere per forza "buona la prima".]

L'altra principale considerazione sull'inserire questa poesia nel film è come presentarla. Le altre poesie sono incluse in modi diversi da quello che voglio utilizzare per questa poesia. "North Labrador" è recitata all'inizio del film, come fosse una voce narrante. O come fosse la voce di Crane che commenta le immagini a cui fa da sfondo la voce fuori campo. Hart che scappa e cammina nei campi nel mezzo della notte. In questo contesto, il testo della poesia è a sostegno delle immagini, non sono le immagini a essere scolpite sul testo. Credo che questo renda la lettura della poesia un'interpretazione psicologica, come se le emozioni del personaggio sullo schermo diano forma alla scrittura di tale poesia.

Ma non voglio nemmeno che le inclusioni dei poemi suonino troppo psicologiche o biografiche, perché temo che quel tipo di approccio indebolisca la forza della poesia e delle sue suggestioni. Ma credo che l'uso di quelle immagini, sia tematicamente legate alla poesia (solitudine, disperazione, perdita dei genitori, isolamento, ricerca di legami, sentirsi in trappola, volontà di suicidarsi, sentirsi inutili e anche essere consapevoli della propria forza) sia, allo stesso tempo, lontane dalle suggestioni letterali derivanti dalla giustapposizione delle scene sullo schermo e dell'audio, non risulti come un'interpretazione personale, limitante o biografica della poesia. La terra di ghiaccio non è ritratta nel film, ma come hai detto tu, c'è una connessione con la madre che appare in scena in quel momento.

Ma l'evocazione della madre è talmente sottile nella poesia stessa (bisogna leggere il testo e la biografia di Crane piuttosto profondamente per trovarvi la madre) che la giustapposizione della poesia recitata in sottofondo e dell'immagine della madre rende la connessione più esplicita, senza però ostentarla troppo. Non è come se la giustapposizione dica che la terra di ghiaccio è la madre, ma l'unione della poesia con l'immagine della madre crea un legame emotivo tra le due cose e con il sentimento di Hart in quel momento. Credo che un legame emotivo come questo sia indistinto abbastanza da tirare in ballo tutti gli elementi (Hart, sua madre, le sue sensazioni su se stesso e su di lei, e come esprimersi) senza rendere il legame propriamente letterale. E' altrettanto presentato il testo stesso di Crane, in modo da mostrare come esamina i suoi sentimenti. Ma come ogni scrittore, la sua opera è più ampia della sua vita. Le sue poesie non possono essere ridotte a un accadimento particolare della sua vita, ma il tipo di esperienze che completano la persona che è stata colorano una poesia, le danno sfumature che non avrebbe se la si leggesse e basta.

Ma l'inclusione di testi poetici in un film è sempre difficile. Le poesie sono, generalmente, più dense dei testi per il cinema e spesso richiedono più tempo e un tipo diverso di concentrazione. Le poesie sono un mezzo di espressione diverso e, se non inserite nel modo giusto, rischiano di diventare degli impenetrabili blocchi di testo non digestibili come il resto del film: non solo sembrerebbero qualcosa di a sé stante e attirerebbero l'attenzione su di sé, ma risulterebbero anche incomprensibili. Se inserite nel modo giusto, invece, possono offrire alla storia una maggiore complessità. Possono dare un senso del personaggio, inafferrabile altrimenti. In un film su un artista, la loro vita è il film, manifestata senza mediazioni, ma poiché è accompagnata da immagini cinematografiche che non c'erano su una pagina stampata (un po' come la musica accompagnata da immagini nei videoclip), si creano nuove metafore e connessioni.

Uno dei motivi per cui ho scelto "North Labrador" e "Voyages I", rispettivamente all'inizio e alla fine del film, è perché sono più semplici da capire ad un primo ascolto. Non richiedono lo stesso livello di attenzione che richiede "The Marriage of Faustus and Helen" per essere compresa. Ma sembrano anche più aderenti alle emozioni suggerite all'inizio e alla fine. Riassumono in maniera amorfa e poetica tutto quello che Hart potenzialmente prova in quei momenti; danno forma alla scena. "North Labrador" sembra andar bene all'inizio anche perché è una poesia d'esordio e perché comunica senzazioni che Crane provava da ragazzo. [Mio fratello Dave ha interpretato Hart Crane da giovane nel film e in quella scena vagava in un campo in preda agli effetti della droga, mentre la poesia veniva recitata in sottofondo]. "Voyages I" non è uno dei suoi ultimi componimenti, ma contiene molti dei suoi motivi e temi ricorrenti: il mare, esperienze difficili, l'isolamento, l'alienazione, il dolore nascosto. Ma entrambe le poesie usano una dizione e una sintassi facili da seguire e quindi credo di poter utilizzarle in punti in cui penso che il pubblico possa comprenderne il significato e i legami con le immagini e la grande spiegazione dell'intero viaggio di Crane, senza che risultino troppo riduttive.

Stammi bene,
James


fonte @VICE, traduzione italiana Chiara Fasano

1 commento:

  1. Caro Alan.....stammi bene ( già é poesia).... Dove è un'altro Franco ??? ��

    RispondiElimina