domenica 29 aprile 2012

"The Broken Tower" Q&A al IFC di New York

Ospite nel fine settimana del IFC Center di New York, dove è stato proiettato "The Broken Tower", James Franco ha introdotto il film e risposto alle domande del pubblico. Ecco cinque splendidi scatti di Mickael Camus-Ait Ali dalla serata di ieri. Guardali dopo il salto.



Le ultime su "Maladies"

Con un teaser trailer uscito da più di un anno (qui), "Maladies" di Carter è diventato senza dubbio uno dei lavori più attesi di James Franco. A rompere il lungo silenzio in un'intervista a Nerdist, è Fallon Goodson, che nel film interpreta Patricia, la sorella mentalmente disturbata di James: "Sarebbe dovuto essere presentato al Sundance di gennaio, ma i produttori hanno deciso di editarlo ancora, quindi in questo momento si trovano in sala di montaggio per lavorare sulla versione definitiva. Ci siamo quasi." A proposito del suo ruolo, ha aggiunto: "Ho visto una prima versione del film ed è fantastico. Lontano anni luce da ciò che ho fatto finora. Prima dell'inizio delle riprese ho fatto numerose ricerche e ho passato il tempo rintanata in albergo a scrivere tutto quello che poteva essere utile al mio personaggio. Poi sono stata nella casa in cui abbiamo girato, seduta lì per ore. E' stato un processo molto creativo". E a proposito di processi creativi, se da una parte abbiamo un'attrice che ha trovato nell'isolamento il suo personaggio, dall'altra c'è James Franco, che proprio per prepararsi al ruolo aveva iniziato a bazzicare il set di "General Hospital". In "Maladies" interpreta infatti James, un ex attore di soap opera che si ritira dalle scene credendosi affetto da schizofrenia.


venerdì 27 aprile 2012

Ian Olds parla di "Francophrenia"

Incuriositi dal nuovo, folle progetto di James Franco, Francophrenia? Volete saperne di più? Ecco la lunga intervista di Matt Barone a Ian Olds (che ha co-diretto il film), pubblicata su COMPLEX in occasione della premiere al Tribeca Film Festival, e tradotta in esclusiva per "JAMES FRANCO ITALIA" da Chiara Fasano.

Ian Olds e James Franco al "Tribeca Film Festival"

Non so se fossero queste le vostre intenzioni per Francophrenia, ma devo ammetterlo: ho riso tutto il tempo.
[ride] Fantastico. Per me se non fa ridere, allora non ha funzionato, ma si tratta di uno humor un po' strano. Per esempio, quando l'abbiamo presentato a Rotterdam, questo sense of humor non ha avuto l'effetto voluto che invece ha avuto qui, così non c'è stata una grande reazione. Ma spero risulti come un incrocio tra una commedia e uno show dell'orrore, in qualche modo. Spero faccia ridere. Non deve essere preso troppo sul serio.

Conoscere tutte le cose bizzarre e ambiziose che sta facendo James Franco con il suo status di celebrità mi ha molto aiutato ad abituarmi allo humor e a trovare il tutto molto più divertente.
Esatto, è da lì che si deve partire: capire che questo è un modo per confrontarsi con tutte queste domande che circolano da un po', "Ma che cos'ha in mente James Franco? Ci è o ci fa? È un genio o dice solo cazzate?" Questo è senza dubbio il punto di partenza.

Partiamo dall'inizio. Come vi siete incontrati?
Qualche anno fa ho montato un film chiamato Saturday Night, un documentario diretto da lui sul dietro le quinte della puntata del Saturday Night Live condotta da John Malkovich. Fu presentato al SXSW film festival e anche acquistato – deve ancora essere distribuito, credo ci siano dei ritardi dovuti a robe legali. Quindi, ci incontrammo in occasione di quel film e sapevo che aveva filmato tutti i dietro le quinte della sua partecipazione a General Hospital, ma non l'avevo visto. Ne parlammo, volevamo fare qualcosa con quel materiale, ma non sapevamo bene cosa esattamente; all'inizio lui disse: "Sì, proviamo a fare un documentario", ma io sapevo che voleva fosse un documentario un po’ più sperimentale.

Quando cominciai a vedere il girato, mi resi conto che un documentario tradizionale non sarebbe stato tanto interessante con quel materiale che aveva, così ho avuto l'idea di scrivere questo terzo Franco parallelo. Gliene ho parlato e si è mostrato totalmente aperto all'idea, la trovava buona e divertente. E ha dato a me e al mio co-sceneggiatore Paul Felten molta libertà nel giocare con la sua immagine, l'ho apprezzato molto.

Credo che il film sarebbe molto diverso se si avvertisse che James Franco prenda ogni decisione su James Franco. Invece, parte della tensione deriva dal fatto che, da una parte c'è questo "vero" James Franco sullo schermo e dall’altra c'è questo James Franco immaginario che noi abbiamo proiettato su di lui, il quale è in qualche modo fuori dal suo controllo ed è questa tensione che fa ridere. Ovviamente lui è stato coinvolto e ha collaborato con noi, ma ci ha dato tantissima libertà di sconvolgere la sua immagine; di certo non è intervenuto per accertarsi che la sua "celebrità" fosse mostrata in un certo modo.

Così è diventato un esperimento di cui lui è il creatore, ma anche il soggetto, e questo era importante.

È affascinante pensare che tu non stessi nemmeno sul set, per girare quel materiale, perché in tutto Francophrenia sembra davvero che lui stia recitando per la telecamera. Ti ha mai parlato delle sue intenzioni iniziali, ovvero di portare una troupe sul set? Perché sembra davvero che sia stato tutto studiato.
Sì, in effetti gliene ho parlato, ma alla fine del processo. Lui sapeva di essere in un momento in cui erano in gioco un sacco di spunti interessanti, ma non sapeva esattamente cosa farne. Sembra che stia recitando per la telecamera, ma principalmente perché c'erano tre telecamere, installate da lui e dal suo team, che giravano costantemente. Così io mi sono ritrovato con tutto questo girato e questi momenti assurdi, perché la camera è quasi sempre su di lui, quindi ho cercato di trovare tutti i momenti in cui lui è esposto in un certo modo e che fossero buoni per proiettare la voce interiore o quelli più strani e comici.

È importante che faccia ridere, perché altrimenti diventa noioso e non funziona. Ma allo stesso tempo, non volevo che non ci fosse nient’altro oltre questo, così ho cercato inserire degli elementi più inquietanti, per non dire altro. [ride]

Infatti, se da un lato usiamo il documentario per raccontare questa storia di finzione, dall'altra usiamo l'artificio della storia per strutturare il documentario e permettervi di guardarlo con occhi più freschi. Ci sono persone vere che fanno il loro lavoro ed è piuttosto surreale, tutta l'energia che circola in questa folle soap opera. Quindi penso sia divertente, ma allo stesso tempo disturbante. 

mercoledì 25 aprile 2012

James Franco al CinemaCon 2012

Si è svolto ieri, al CinemaCon di Las Vegas, l'annuale evento Walt Disney Studio durante il quale sono stati presentati tutti i nuovi progetti Disney/Pixar in cantiere e in arrivo al cinema nei prossimi mesi. Immancabile, l'highlight sull'attesissimo "Oz: The Great and Powerful", che debutterà nelle sale l'8 marzo 2013. Dopo un introduzione del regista Sam Raimi e l'intervento di James e Mila Kunis, sono state mostrate alcune clip del film e i bozzetti di scenografie e costumi. Si tratta della prima uscita ufficiale per il prequel de "Il Mago di Oz", in attesa del rilascio di un primo trailer che possa placare la curiosità dei fan della "Città di Smeraldo".



martedì 24 aprile 2012

L'intervista di Dorri Olds e "The Broken Tower" al IFC center di New York

In attesa della proiezione di "The Broken Tower" al IFC Center di New York, a cui parteciperà James (il 28 e 29 aprile) per rispondere alle domande del pubblico, ecco una recente intervista di Dorri Olds, in cui si parla del film dedicato ad Hart Crane, dello "scandalo" alla NYU e di Bob Dylan.


lunedì 23 aprile 2012

"Francophrenia" al Tribeca Film Festival

Si è svolta ieri sera al Tribeca Film Festival di New York, la premiere di "Francophrenia", a cui ha partecipato James Franco, insieme con Ian Olds (co-regista del progetto). Interamente girato sul set della soap "General Hospital", "Francophrenia" è un film sperimentale a metà strada tra il documentario e la fiction, dove James, protagonista assoluto, meta-interpreta un attore la cui personalità si confonde irrimediabilmente col personaggio che interpreta. Nella soap James era Franco, un serial killer artista. Dopo il salto, la gallery dell'evento.



domenica 22 aprile 2012

ESCLUSIVA: "James Franco Italia" intervista Val Lauren

Acclamato protagonista di "Sal", dove si è magnificamente calato nei panni dell'icona Sal Mineo, e artista dalla disponibilità disarmante, Val Lauren ha accettato di rispondere a qualche domanda per JAMES FRANCO ITALIA, sulla sua collaborazione con James e i suoi progetti futuri, inclusa la nuova versione di "A Streetcar Named Desire". Ecco cosa ci ha raccontato.



In molte interviste hai detto di conoscere James Franco da molto tempo. Com'è essere diretti da un amico? È più semplice o più complicato perché magari è più forte la voglia di fare un buon lavoro e non deluderlo? E com'è James Franco regista? 
Sì, conosco James da tanto tempo ormai, siamo amici e abbiamo lavorato insieme tante volte, il che ha aiutato molto quando abbiamo girato "Sal". Già ci fidavamo l'uno dell'altro, io rispettavo il suo lavoro e il suo gusto e lui il mio e si era già stabilita una linea di comunicazione naturale e priva di alcuno sforzo, così è stato davvero bello. James è un regista fantastico, rilassato e aperto e con una visione molto chiara su quello che vuole.
 
Il film è girato in modo molto singolare. La scena in cui tu e Jim Parrack state facendo le prove per lo spettacolo è di grande effetto. È stato difficile come sembra girare una scena così lunga, non solo a livello psicologico, ma anche fisico? L'avete ripetuta diverse volte prima del ciak definitivo? 
La parte con Jim Parrack è stata la migliore su cui lavorare. Era il primo giorno di riprese e, in quella scena delle prove a teatro, lui [James] ha creato un'autenticità tale da farci immergere immediatamente nella realtà di quel processo.
 
A proposito di teatro, confermi che la nuova versione diretta da James Franco di “Un tram che si chiama Desiderio” è interamente girata su un palcoscenico teatrale? Che influenza ha avuto questo aspetto sull'approccio al tuo personaggio, quello di Stanley, inevitabilmente entrato nell'immaginario collettivo per il modo in cui Kazan e Brando lo hanno costruito? 
"Streetcar" è stata un'esperienza eccellente, un ibrido tra una rappresentazione teatrale e un film vero e proprio. Lo "Stanley" di Brando è sempre stato e sarà sempre una delle mie interpretazioni preferite di tutti i tempi. Il trucco è stato lavorare sulla mia personale concezione di un ex militare che fa del suo meglio per provvedere e proteggere sua moglie e il figlio in arrivo. Tennesse Williams ha fatto qualcosa di eccezionale nello sviluppare questo personaggio.

A cosa stai lavorando al momento?
A breve dirigerò e reciterò in una nuova rappresentazione tatrale scritta da Scott Caan chiamata "No Way around but Through", con Scott Caan, Robyn Cohen, Bre Blair, Laine Kazan e me. Sarà prodotta da Garry Marshall e Mike O'malley. Iniziamo il 3 giugno al Falcon Theatre di Los Angeles. Sta prendendo forma ed è davvero qualcosa di special
e.

English version after the jump ...>>

giovedì 19 aprile 2012

Buon compleanno James!

Oggi, 19 aprile, James Franco compie 34 anni. Volete fargli arrivare i vostri auguri? Partecipate al progetto @HBday_JFranco, ideato da Zena, Silvia e Gel con l'appoggio del fansite ufficiale JamesFrancoNews, e i vostri messaggi verranno letti con molta probabilità da James in persona.


mercoledì 18 aprile 2012

"In stato di ebbrezza": esce oggi il primo libro di James Franco

L'attesa è terminata! Finalmente tutti i fan italiani di James Franco che richiedevano da tempo l'uscita del suo primo libro - una raccolta di racconti brevi dedicati alla gioventù bruciata di una Palo Alto anni '90 - saranno accontentati. Esce oggi, pubblicato da Minimum Fax, "In stato di ebbrezza". Dove trovarlo? Nelle vostre libreria di fiducia o, molto comodamente, sullo store online del sito Mimum Fax (qui)

lunedì 16 aprile 2012

GQ Style Germany Outtake

Dal recente photoshoot di Mariano Vivanco per "GQ Style Germany", ecco una variante inedita e a colori di uno degli scatti più apprezzati del servizio. Se lo avete perso, potete vederlo QUI. (thanks to @berktunali)

"The Dangerous Book Four Boys" promo tour gallery

Fine settimana ricco per i "francoholics", con James Franco diviso tra New York e Los Angeles per la presentazione del suo nuovo libro. Concludiamo il giro promozionale con una gallery di foto scattate al Core Club, allo Strand Bookstore e al Moca. Dove vederla? Subito dopo il salto.



domenica 15 aprile 2012

James Franco riempie il MOCA con "The Dangerous Book Four Boys"

James Franco è meta all'ennesima potenza, la definitiva impollinazione creativa incrociata. E' un attore-diventato-artista-diventato-autore-diventato-attore-che-interpreta-un-artista-chiamato-Franco nella soap opera "General Hospital". La sua ultima prova autoreferenziale, "Francophrenia" documenta questa esperienza. Sarà anche nel cast dell'imminente film di Seth Rogen, nel quale interpreta -- e chi se no -- l'attore-artista-autore James Franco.

Attingendo a tutte queste aree di interesse, Franco è apparso ieri al MOCA, per una conversazione con il teorico d'arte e docente di cultura digitale alla Rhode Island School of Design, Francisco Ricardo. L'evento sold out - che ha chiamato a raccolta una folla di circa 200 giovani hipster - ha celebrato l'uscita del nuovo libro di Franco, "The Dangerous Book Four Boys". Il volume è legato all'omonima installazione inaugurata nel 2010 a New York e raccoglie interviste, fotografie, inserti multimediali che rappresentano, tra le altre cose, tematiche come l'infanzia e i media.



Non sorprende, tuttavia, che la conversazione abbia sfidato la compartimentalizzazione, spingendosi molto oltre. Dopo un'esaltante e divertente dissertazione sul cortometraggio "Dicknose in Paris"(è stato mostrato un estratto), la discussione ha toccato vari argomenti, incluso l'amore di Franco per Faulkner; aneddoti sul regista Nicholas Ray; l'imminente installazione che debutterà al MOCA chiamata "Rebel". Quest'ultima, una mostra collettiva concepita da Franco, è ispirata all'iconico film di James Dean e verrà inaugurata a maggio. Traboccante delle star più importanti del mondo dell'arte, conterrà lavori di Ed Ruscha, Harmony Korine, Damon McCarthy, Paul McCarthy, Douglas Gordon, Terry Richardson, Aaron Young e Franco.

Nella breve introduzione all'incontro, il direttore del MOCA Jeffrey Deitch ha detto che Franco è in prima linea nell'emergente cultura progressiva. "Una delle cose migliori successe nel mondo dell'arte è l'idea di espansione, e nessuno incarna questo aspetto di ciò che l'arte sta diventando meglio di James Franco." 

James al MOCA di Los Angeles

Si è appena conclusa al MOCA di Los Angeles la presentazione di "The Dangerous Book Four Boys", durante la quale James, sprofondato su una comoda poltrona Eames, ha risposto ad alcune domande prima di concedersi al pubblico per firmare le copie del libro. Oltre a parlare della prima personale da cui è nato l'omonimo volume monografico, non sono mancate le domande sui suoi ultimi lavori: a proposito di "Rebel", James ha spiegato come ogni artista che ha partecipato all'installazione abbia reinventato alcune parti di "Gioventù Bruciata" e di come il lavoro da regista sia un po' come quello dello scultore con in mano dell'argilla ancora da plasmare. Rebel verrà inaugurata a giugno proprio al MOCA. (thanks to @MOCAlosangeles)

sabato 14 aprile 2012

James Franco parla del suo nuovo libro "The Dangerous Book Four Boys"

Nel giugno del 2010, James Franco ha presentato una mostra a Tribeca, piena zeppa di fotografie, schizzi, video e sculture. Era quel genere di progetto-minestrone che ha portato qualcuno a chiamarlo l'ultimo dei dilettanti. Tuttavia dal suo nuovo libro, The Dangerous Book Four Boys – che in realtà è il catalogo relativo a quella esposizione – emerge che più che dilettantismo è una forma di iperattivismo artistico ad affliggere Franco. Nel libro, che uscirà la prossima settimana edito da Rizzoli USA, Franco reinterpreta la sua mostra, scarabocchiando su ogni pagina appunti ed annotazioni degni di uno studente universitario sotto l’effetto di stupefacenti. (In un certo senso lo è, viste tutte le università a cui è iscritto)

Giovedì sera, James Franco era a New York per una discussione e presentazione del suo libro nell'incredibilmente esclusivo Core Club di Manhattan, un club privato situato in un edificio della Midtown East. Il titolo suona familiare, e a ragione. Franco ha usato come ispirazione il libro bestseller nel 2007 in Inghilterra The Dangerous Book Four Boys, che guarda con nostalgia all’infanzia degli uomini, con tanto di lezioni su come fare il nodo alla cravatta o come trovare il Polo Nord. "Mi sono ispirato molto liberamente a quel libro" ha spiegato l'attore, in giacca e cravatta, adagiato nel teatro privato del club. "Si può dire che si tratta di una versione sputtanata."



Alanna Heiss, moderatrice della discussione e curatrice della mostra nel 2010, lo ha intervistato, nella stanza piena di gente, sulle sue ispirazioni artistiche, le scelte fatte in quell'esposizione e le immagini incluse nel libro che rimandano alla sua adolescenza. Parlando di un'immagine raccapricciante, che raffigura un uomo pieno di ferite orribili, Franco ha spiegato che a dodici anni, "io e alcuni amici bruciammo alcuni dei nostri G.I. Joe per rappresentare ciò che stava accadendo nella Guerra del Golfo". In un'altra immagine, presa dal video "Dicknose in Paris", Franco indossa sul naso un pene prostetico dal film Milk. (Pensate ad una proboscide in gomma con delle flosce palle violacee). "Franco sembra completamente diverso con un pene sul naso" ha fatto notare Heiss. E' vero. Sembra diverso. Ma Franco, saggiamente, ha declinato ogni commento in merito a quell'osservazione.

James allo Strand Bookstore di NY

Si è tenuto ieri allo Strand Bookstore di New York il primo degli incontri promozionali per "The Dangerous Book Four Boys" (oggi toccherà al MOCA), volume monografico dedicato all'omonima installazione di James Franco. Arrivato con indosso una delle maschere usate per la mostra, James si è poi concesso al pubblico per firmare le copie del libro. 

photo courtesy Noam Galai

sabato 7 aprile 2012

James Franco by Bruce Thierry Cheung

Dal photoshoot della rivista indipendente Bad Day, uno nuovo scatto di Bruce Thierry Cheung (ne abbiamo parlato QUI) // From Bad Day magazine, a new shoot by Bruce Thierry Cheung. (scan by James Franco Italia: please give credit if you use it online)

Jim Parrack e Scott Haze nel cast di "Black Dog Red Dog"

La star di "True Blood" Jim Parrack e il protagonista di "Child Of God", Scott Haze, faranno parte del cast di Black Dog Red Dog, prodotto (e secondo alcuni rumors anche interpretato) da James Franco. Il film, composto da una serie di cortometraggi diretti dagli studenti della New York University, è basato sull'omonimo libro di poesie pubblicato da Stephen Dobyns, vincitore del premio National Poetry Series nel 1983. Di recente James ha postato alcuni video della pre-produzione che possono essere visti sul suo sito James Franco TV. Già lo scorso anno, James Franco ha prodotto un progetto simile intitolato Tar, con nel cast Jessica Chastain, Mila Kunis e Herry Hopper. Parrack, Franco e Haze, amici di vecchia data, hanno collaborato spesso insieme, come nel recente "Child of God", attualmente in pre-produzione e in uscita a fine anno. Le riprese di Black Dog Red Dog, che si svolgeranno tra New York e il Nuovo Messico, partiranno il 12 aprile e termineranno il 30. 

venerdì 6 aprile 2012

James Franco su "Amica" di aprile

Il nuovo numero del mensile "Amica", dedica un articolo di tre pagine all'imminente uscita di "Stato di ebbrezza", primo libro di racconti pubblicato da James Franco nel 2010 e in uscita in Italia dopo Pasqua per Minimum Fax.

imagebam.com imagebam.com imagebam.com

domenica 1 aprile 2012

Ascolta "Love In The Old Days", la canzone di James Franco per la campagna 7FAM

Composta da James Franco e Tim O'Keefe come accompagnamento del sesto video della campagna 7FAM, "Love In The Old Days", racconta la storia di Betsy e Doug, genitori di James, che si sono incontrati ai tempi dell'università a Stanford.