sabato 26 ottobre 2013

Child Of God: il poster ufficiale e news sulla distribuzione



Dopo aver collaborato con la Rabbit Bandini Production per la distribuzione di Sal (attualmente disponibile su iTunes) e di Tar (in uscita il prossimo 1 dicembre), la Spotlight Picture ha acquisito anche i diritti per la distribuzione internazionale dell'ultimo film di James Franco, Child of God, tratto dall'omonimo romanzo di Cormac McCarthy, presentato con successo alla 70a Mostra del Cinema di Venezia e al Festival di Toronto.

Vince Jolivette, socio e fondatore (con James Franco) della Rabbit Bandini ha dichiarato: "La nostra relazione con la Spotlight è stata straordinaria fino ad ora e siamo molto entusiasti all’idea che possa continuare con Child of God".

La Spotlight Pictures ha anche rilasciato il poster ufficiale del film.

LA RECENSIONE: As I Lay Dying



di Eva Edmondo

Basato sull'omonimo romanzo del 1930 di William Faulkner, As I Lay Dying racconta la storia della morte di Addie Bundren (Beth Grant) e del viaggio di suo marito Anse (Tim Blake Nelson) attraverso il Mississippi con i figli Cash (Jim Parrack), Darl (James Franco), Jewel (Logan Marshall-Green), Dewey Dell (Ahna O'Reilly) e Vardaman (Brady Permenter) per onorare il suo desiderio di essere sepolta a Jefferson, la sua città natale.

L'adattamento cinematografico di James Franco è solido, efficace e fedele, principalmente perché la sua estetica creativa rispecchia estremamente bene le tecniche letterarie utilizzate dallo scrittore americano. Difatti, l'ampio uso dello split screen può sembrare un po' disorientante all'inizio, ma diventa ben presto parte integrante del film poiché piega la temporalità e permette allo spettatore di sperimentare i molteplici punti di vista di diversi personaggi su uno stesso evento simultaneamente. In qualche modo, quindi, aggiunge anche un senso di profondità e una dimensione extra alla narrazione tendendone i confini.

Vi è anche un'incredibile vicinanza ai personaggi che viene trasmessa non solo dal ricorrente uso di primi piani arricchiti dalle eccellenti interpretazioni del cast, ma anche e soprattutto dai monologhi in voice-over alternato a direct-camera address. Quest'ultimo, indipendentemente da quanto possa sentirsi inaspettato e intimidatorio, dà libero accesso all'interiorità e alla psicologia dei singoli personaggi e crea una vera e propria connessione tra loro e lo spettatore, cosicché uno tiene veramente a loro e sente per loro seguendoli nella loro missione. É proprio questa sorta di tacita empatia che aggiunge un importante strato umano, tenero e commovente ad un mondo altrimenti prevalentemente scuro, triste e selvaggio che lascia tuttavia appena il giusto spazio per un po' di umorismo nero.


Il ritmo generale del film è lento, ma c'è qualcosa di stranamente lirico su di esso che lo fa scorrere piuttosto bene e lo mantiene coerente senza diventare troppo noioso considerando la sua serietà. Per di più, è interessante notare come le due o tre scene di maggiore azione siano in slow-motion, il che in un certo senso va contro le convenzioni generali ma allo stesso tempo aumenta la sensazione di suspense e fa letteralmente trattenere il fiato allo spettatore.

Ambizioso ma mai pretenzioso, As I Lay Dying è audace e supera gli ostacoli posti dal romanzo più che onoratamente con un approccio ingegnoso che, nonostante il materiale impegnativo, resta semplice e guida lo spettatore durante il tutto. Detto ciò, se James Franco è riuscito ad evocare la prosa notevolmente unica e complessa di Faulkner addirittura a qualcuno che non ha letto il libro nella sua totalità, deve proprio aver fatto un gran bel lavoro.


Uomini e Topi in primavera a Broadway

Chris O'Dowd e James Franco
Molti sono gli attori hollywoodiani che si cimentano con il teatro. Non era un mistero che anche James Franco volesse compiere questo salto. Qualche anno fa si era aperta la possibilità di un adattamento de "La Dolce Ala Della Giovinezza" di Tennessee Williams, con Franco e Nicole Kidman protagonisti. Progetto purtroppo svanito nel nulla. All'inizio di quest'anno, però, James Franco ha accennato, durante un'intervista da Stephen Colbert, che avrebbe partecipato ad una produzione di Broadway, l'adattamento del testo di John Steinbeck "Uomini e Topi" (Of Mice and Men). La conferma ufficiale, però, è arrivata solo in questi giorni. La produzione è partita e il debutto è previsto per la prossima primavera.

"Uomini e Topi" è un classico della letteratura americana, già adattato in precendenza per il cinema e per il teatro.

Il romanzo, pubblicato nel 1937 e tradotto per l'Italia da Cesare Pavese, narra l'intensa storia di Lennie Small e George Milton, due braccianti che lavorano in un ranch californiano nel periodo della Grande Depressione. Lennie è affetto da ritardo mentale, ma è un gran lavoratore dotato di un'imponente forza fisica tanto da uccidere spesso gli animaletti che ama accarezzare, come topi e conigli. Il suo punto di riferimento è il suo amico George, l'unico a comprendere la sua sensibilità, tanto da assecondarlo nel sogno di costruire una casa per allevare conigli e a proteggerlo dalla cattiveria degli altri, fino ad un ultimo gesto estremo.

Il prossimo adattamento, che vede James Franco al suo debutto a Broadway, sarà diretto dalla talentuosa Ann Shapiro, regista già vincitrice di un Tony Award nel 2008 per "August: Osage County". Franco vestirà i panni di George e Chris O’Dowd ("Le Amiche della Sposa", "Girls"), quelli di Lennie.

venerdì 25 ottobre 2013

James Franco su Têtu

Il magazine francese Têtu incontra James Franco per un'intervista esclusiva pubblicata sul numero di novembre. Ecco la cover.

mercoledì 23 ottobre 2013

James Franco al Jimmy Kimmel Live

Continua la promozione di Actor Anonymous con la partecipazione al Jimmy Kimmel Live. Ecco i video della puntata.



J. D. Salinger's War



di James Franco

Insieme al nuovo documentario su J. D. Salinger, Shane Salerno ha co-scritto un libro sull'enigmatico autore con il mio amico e insegnante, David Shields. Il libro si chiama Salinger, proprio come il film, ma è pieno di materiale dieci volte superiore al documentario ed è dieci volte meglio. Il libro si legge come una biografia orale, ma è molto più come un documentario su carta. Come un collage, David e Shane hanno astutamente incollato insieme interviste, lettere, e materiale da libri e storie di J. D. Il risultato è un ritratto perspicace e inquietante di un recluso che non desiderava necessariamente una totale eclissi dalle luci della ribalta. J. D. ha rinunciato a pubblicare perché non si adattava alle sue credenze religiose e, forse, perché il suo lavoro è diventato meno ammirato mentre le sue credenze si facevano strada nella sua scrittura.

J. D. Salinger era il figlio di un macellaio, ma ha imparato presto che tagliare carne non era la vita per lui. E' finito nella scrittura e nel teatro alle scuole superiori (più tardi penserà a se stesso come l'unico che può interpretare Holden Caulfield, anche dopo ben oltre i suoi anni da adolescente). Dopo la scuola superiore, ha frequentato due delle mie università: NYU alla fine degli anni 1930 (si è ritirato) e Columbia dove ha lavorato con Whit Burnett. La sua prima scrittura anteguerra aveva uno stile in debito con F. Scott Fitzgerald, con debuttanti e giovani personaggi senza scopo. Quando è andato in guerra, tuttavia, tutto è cambiato.

sabato 19 ottobre 2013

Them Sounds Is Furious



di Alien

I Am Not from This Planet è una rubrica con la quale Alien, l'amico floridian di James Franco, amante delle pollastre e con pistola sempre al seguito, ci racconta quello che gli va. In questo primo articolo, Alien ci dice quello che sa sul classico di William Faulkner, The Sound and the Fury.

William Faulkner è un bel figlio di puttana quando deve mettere due parole su un foglio. Di tutti i libri che il ragazzo ha partorito, L'Urlo e il Furore ha un posto speciale nel mio cuore—un po' come il mio primo pezzo di figa. Ero ancora un ragazzino quando lo lessi per la prima volta, avrò avuto 16 anni, e cazzo, ce l'ho ancora nella testa.

L'Urlo e il Furore è il quarto libro di William e scorre come un flusso di coscienza che sembra uno di quei freestyle che faccio io e che spaccano di brutto. E' come se il tizio ha scritto di getto quello che aveva nella testa. L'atmosfera è quella del Sud e io ci sono dentro, perché io vengo proprio da quel posto strafigo che è St. Petersburg, in Florida. Questo libro fa vedere tutta la merda del Sud, perché parla del degrado dei Compsons, una famiglia di bianchi coi soldi, dopo la Guerra Civile. I Compson si immischiano in un sacco di affari loschi e perdono tutto il loro potere e la loro grana.

La struttura del libro è veramente stramba. E' spezzato in quattro sezioni, ognuna narrata da tre figli dei Compson e da una delle loro serve. Il primo a raccontare la sua merda è Benjy, quello che è fuori di brutto, poi c’è Quentin che spara della roba sentimentale, poi Jason, che è disturbato forte e alla fine Dilsey—la Big Mamma dei servi—che è quella che racconta proprio bene tutta la loro merda.

venerdì 18 ottobre 2013

Due gatti intervistano James Franco in occasione dell'uscita del suo nuovo libro "Actors Anonymous"



di Scott Indrisek

Vi sorprenderà sapere che finora, James Franco non aveva mai scritto un romanzo. Il celebre multi-tasker ha firmato diverse sceneggiature, innumerevoli saggi scolastici e articoli, una raccolta di racconti brevi e una biografia. Ma con Actors Anonymous, per la prima volta, il versatile attore di film come 127 Ore e Facciamola Finita, ha prodotto un unico intreccio narrativo che si sviluppa da copertina a copertina. La storia frammentata indaga le vite di diversi attori in lotta con ciò che vogliono essere, alle prese con la fama o con le conseguenze tossiche dell'essere celebrità. E' una forma di letteratura molto strana e sperimentale: è coraggioso e turbolento—ci sono segmenti che sembrano estratti di un manuale per aspiranti attori; racconti di sesso orale in un bagno di uno squallido McDonald's; e un alter ego di James Franco che commenta arrabbiato il suo "celebrtity profile" sulla rivista Sass. Come il suo autore, il libro è ambizioso, ribelle e difficile da etichettare. Mentre è impegnato a girare un adattamento de L'Urlo e il Furore di William Faulkner (la sceneggiatura ovviamente l'ha scritta lui), Franco ha trovato il tempo per parlare di Actors Anonymous con due dei suoi più vivaci fan felini.

JAMES FRANCO: Come va, gattini? Mi fa piacere parlare con voi.

UNI and CHLOE: Ciao James. Sembra che Actors Anonymous identifichi il desiderio di lavorare nel cinema con l'abbandono a impulsi tossici e dannosi, tipo finire fuoristrada ubriachi o fumare crack con prositute transessuali. La recitazione è una malattia?

No, gattini miei, recitare non è una malattia. Ho usato quella struttura del recupero [il libro è strutturato sul modello della terapia degli alcolisti anonimi, n.d.t.], per considerare la recitazione come un modo di essere e di pensare. Questo approccio mi ha permesso di guardare all'essere attore come qualcosa di più che una professione, come un fenomeno più ampio o un modo di essere che appartiene un po' a tutti, in un certo senso. Immagino che questo approccio trasformi il recitare in una risposta alla vita e in una maniera di relazionarsi con il mondo e con le altre persone. Ma non credo che se si recita di professione, si debba essere "aggiustati" o "curati". Fare l'attore ti dà la possibilità di esaminare il comportamento degli uomini. E quello dei gatti.

Una parte del messaggio di Actors Anonymous è che la vita è un po' una performance. Se ci pensiamo troppo a lungo, il nostro povero cervello di gatti inizia a fumare. Ma abbiamo capito, davvero: a volte passiamo un intero pomeriggio a fingere di essere tigri lesbiche o aerei pelosi o rocce inanimate appollaiate sulle cime felpate del Mount Laundry. Ma James, ti rattrista questa storia della "personalità come una messa in scena", della "vita come palcoscenico"? O lo trovi liberatorio, nel senso che puoi essere chi e che cosa vuoi, reinventarti ogni giorno?

E' molto liberatorio, gattini miei. Pensate a voi stessi. Fingere di essere micini hipster di Brooklin. Che messa in scena straordinaria! Tutti crediamo che voi piccole palle di pelo abbiate scritto queste domande per me—è fantastico! Queste maschere di gattini che avete creato ci permettono di fare un'intervista in modo divertente. Recitare non è una brutta cosa. In effetti, recitare e creare dei personaggi a volte ci permette di trarre il meglio dall'esistenza e di vivere le vite che vogliamo vivere. In realtà io credo che l'approccio alla vita opposto sia più deprimente e limitante, l'idea che sei quello che sei, che sei nato in un determinato modo, in un determinato spazio e tempo. Quell'idea ti impone una personalità e non ti permette di creare la persona che vuoi diventare. Voi potreste essere solo degli strambi hipster di Bed-Stuy, ma ora, grazie alla vostra messa in scena, siete splendidi gattini divertenti!

Un capitolo del romanzo è un "articolo" meta-narrativo di una rivista inventata chiamata Sass, commentata da un attore non meglio specificato che sembra molto simile a te, James. La vicenda è quella di un redattore che prova a convincere l'attore ad apparire nudo in un servizio fotografico; l'attore reagisce con un'impressionante risposta al vetriolo, tramite delle note a fondo pagina. Abbiamo due domande per te: diresti che sei "pieno di rabbia", James? E poi, quanto spesso ti accade che dei perfetti estranei ti chiedano di toglierti i vestiti per la telecamera?

Non sono così arrabbiato. Quel capitolo non è necessariamente reale. E' un libro di finzione che gioca con la mia personalità pubblica e con altri tipi di personaggi pubblici. Nella mia vita fuori dal libro, alcuni mi chiedono di spogliarmi per dei progetti e non mi faccio molti problemi. E' un problema, invece, quando la gente prima mi dice che lavorerò in un modo e poi mi fa fare altro, cambiando totalmente quello per cui avevamo fatto un accordo. Voi potete capirmi, gattini. Se vi chiedessero di fare una pubblicità per i Friskies e una volta che siete lì, vi dicessero che vogliono solo fotografare le vostre piccole chiappette feline? Fa un po' uno schifo, no? Specialmente perché i mici non si puliscono.



Un personaggio del romanzo, quello freddo, ai limiti del sociopatico, mi ha ricordato Jerzy Kosinski, soprattutto il libro Cockpit. Ti piace questo scrittore polacco?

Mi piace tanto, tanto, tanto Kosinski. Era un grande creatore di personaggi e portava sempre il meraviglioso nella vita di tutti giorni. E' da un po' che voglio fare un film tratto da Kosinski, The Painted Bird o da qualche altro libro.

In Actors Anonymous c’è un personaggio che interpreta una scimmia. Tu hai una certa esperienza con le scimmie, da L’Alba del Pianeta delle Scimmie al sorprendentemente drammatico The Ape. Come entreresti nella mentalità del ruolo di un animale? In particolare, come ti prepareresti per il ruolo di un gatto?

C'è una lunga tradizione che usa gli animali come modelli per i comportamenti umani. Credo che alcune accademie come la RADA di Londra o quella della UCLA usino questo metodo. Per interpretare un gatto, come voi, immagino che frequenterei Brooklyn, guarderei la terza stagione di Girls, andrei ad un'inaugurazione di una mostra di Rob Pruitt, fumerei erba (finta erba, io non fumo) e passerei del tempo con i gatti musicisti miei amici. Non male, no?

I signor no potrebbero dire, "Hey, voi gatti dallo sguardo fisso, non vi importerebbe nulla di questo romanzo se non fosse scritto da James Franco". E in parte, avrebbero ragione. Quanto è importante il tuo nome, la tua biografia, la tua identità e la tua fama ai fini della lettura di Actors Anonymous?

Questo libro parla e non parla di me. Non è un'autobiografia, niente del genere, ma certamente dipende dalla mia esperienza di attore. La storia è ambientata nel mio mondo del cinema e della letteratura. Nel mio primo libro, Palo Alto, non ho incluso nulla della mia vita di attore nei racconti, perché ho pensato di tenere le due sfere separate, in modo che la gente potesse guardare a me come scrittore. Ma ora non sento il bisogno di separare i miei diversi interessi. E' chiaro che nel libro c'è la consapevolezza della mia posizione di attore—non sto cercando di nasconderlo. E a causa di questo, proprio il fatto che io sia un attore può dare energia alle storie del libro.

Se abbiamo fatto bene i conti, tu hai 23 Master e 14 PhD, in discipline che vanno dalla (Non)Scrittura Creativa alla Termofisica Dinamica. Hai studiato in ogni nazione tranne la Rwanda. Hai effettuato, con successo, una clonazione di te stesso per seguire una lezione di Slavoj Zizek alla Columbia, mentre nello stesso tempo, insegnavi l'erotismo volgare di David Mamet a degli studenti di Lettere in un campus satellitare della NYU ad Abu Dhabi. Quale lezione vorresti insegnare ai gatti di oggi in merito al multi-tasking?

Ahah, battute da gatti, divertente. No, purtroppo gattini, avete sbagliato i conti. L'avrete letto su dei blog spazzatura. Semplicemente lavoro sulle cose che amo e con le persone che stimo.

E dovremmo andare all'università, specializzarci?

Io ho adorato l'università, ma non è per tutti. E' un tema importante. Specializzarsi è molto costoso, ma ne vale la pena. Sei circondato da persone che prendono sul serio le discipline di cui sono appassionate e per me, quello è stato davvero importante. Ma altri apprendono meglio fuori da scuola.

In qualche modo, Actors Anonymous è un racconto sfrontato e ammonitorio sul potere libidinoso dell'"attore", che è e non è James Franco, ma capace di persuadere eserciti di donne a entrare nel suo letto con il minimo sforzo. Come possiamo difendere la dignità delle nostre gattine contro i gattacci come "te"?

Strano che l'abbiate letto in questo modo. Non è affatto questo il messaggio che volevo dare. E' vero che c'è ancora una gerarchia maschile nell'industria del cinema, ma non credo appartenga solo al mondo del cinema—è un problema universale. Se volete proteggervi dai Gattacci, non uscite con uomini cretini.

Il romanzo sembra una lettiera piena di infiniti scompartimenti, tutte con diversi livelli di pulizia. Non c'è un vero e proprio inizio e una vera e propria fine. Come hai concepito la struttura metaforica di Actors Anonymous?

L'ho pensata insieme al mio editore Ed Park. Alcune sezioni sono ispirate a David Markson, altre a David Shields, altre a Dennis Johnson, altre a Mark Danielewski. E grazie per il paragone con la lettiera; alcune di queste domande odorano come la piccola pupù dei miei gattini.

Se Actors Anonymous fosse un animale, che animale sarebbe?

Bhè, un gatto, no?

© BULLETT, traduzione italiana Chiara Fasano

martedì 15 ottobre 2013

The Interview: prime foto dal set

Capelli perfettamente in ordine, viso rasato, eleganza impeccabile. Questo il look di James Franco nel film "The Interview", che si sta girando in questi giorni a Vancouver.



E' la storia di un carismatico conduttore di talk show (Franco), coinvolto suo malgrado nell'attentato contro il primo ministro della Corea del Nord. Un thriller politico? Decisamente no, visto che alla regia ci sono Evan Goldberg e Seth Rogen (Rogen interpreta anche il produttore del talk show), alla seconda avventura registica, dopo This Is The End. Ecco James Franco sul set, insieme a Rogen (che ha appena definito su Instagram "my favorite co-star ever") e alla protagonista femminile del film Lizzie Caplan.

Actor Anonymous: le interviste del Today Show e David Letterman

Per promuovere il suo nuovo libro Actor Anonymous, in uscita oggi, James ha partecipato a due importanti trasmissioni della TV americana: il Today Show e il Late Show di David Letterman. Ecco i video delle puntate.

sabato 12 ottobre 2013

James Franco: The Animals



di Eva Edmondo

Appena si mette piede nella piccola galleria situata su un soppalco al primo piano di Colette, un concept store che si trova al numero 213 di rue Saint-Honoré a Parigi, si viene immediatamente travolti da un'incredibile esplosione di colori che crea un vero e proprio shock visivo. Questo effetto così immediato ed eclatante non può che essere prodotto da The Animals, fresca esposizione artistica di James Franco in mostra dal 7 ottobre al 2 novembre 2013.

Ciascuno degli otto dipinti della serie sembra essere composto da molteplici strati, ed è interessante notare come ad ogni singolo sguardo nuovi e casuali particolari saltino inaspettatamente all'occhio. Si tratta, infatti, di un mélange creativo e apparentemente caotico di pennellate, scritte, disegni, forme e fotografie dove l'innegabile marchio distintivo di James Franco è onnipresente. In alcuni casi la vera base è addirittura una pagina o la copertina di un libro, ma in ultima analisi la giustapposizione dei diversi media non è mai gerarchica e risulta sempre perfettamente armoniosa e compatta nell'insieme dell'opera. Questo aspetto da un certo punto di vista giocoso e interattivo ha il risultato di coinvolgere direttamente l'osservatore invitandolo, o meglio sfidandolo, a scrutare, decifrare, interpretare e trovare un qualsiasi leitmotiv o una possibile chiave di lettura personale nello stimolante labirinto di immagini proposto sulla tela. 


I dipinti principali sono inoltre caratterizzati da tinte intensissime e da colpi di pennello violenti e dal carattere quasi espressionistico che danno come l'impressione che la pittura stessa voglia letteralmente uscire dalla tela e attaccare l'osservatore. Questo elemento rimanda inevitabilmente all’istallazione video al centro di tutta la mostra, un lungo filmato che mostra essenzialmente una successione di performance eseguite da un gruppo di uomini e donne in costante movimento e con addosso maschere e costumi animaleschi; gli schizzi di vernice volano in abbondanza ricoprendo poco per volta i corpi seminudi degli individui, i quali perdono gradualmente ogni residua connotazione umana diventano sempre più androgini e sempre più simili ad animali nelle loro varie attività fisiche. I numerosi primi piani, l'uso ricorrente dello slow motion e l'assordante musica elettronica/rock presente in sottofondo creano nel complesso un effetto quasi psichedelico e ipnotico che fa sì che le immagini sullo schermo, in un primo momento semplicemente bizzarre, se non persino divertenti, assumano ben presto un carattere in qualche modo grottesco, sinistro e inquietante. 


The Animals eccede, seduce, provoca e mette alla prova l'osservatore nel tentativo di indurre una riflessione sullo stato più primitivo e selvaggio dell'uomo riportandolo a un mondo originario privo di restrizioni sociali e culturali.

English version after the jump >>

giovedì 10 ottobre 2013

Actors Anonymous: il trailer del nuovo romanzo di James Franco



Uscirà il prossimo 15 ottobre il nuovo libro di James Franco, Actors Anonymous. Strutturato sul modello dei 12 Step degli Alcolisti Anonimi, il libro ha per protagonisti degli attori membri di un gruppo di supporto. Ogni capitolo è una schietta confessione di ciascuno di loro su ciò che si nascone dietro il velo dorato della loro professione. 

In questo originale trailer, James Franco e altri attori suoi amici (Mia Serafino, Scott Haze, Jim Parrack e Stacey Miller) ci danno un'idea di quello che troveremo nelle pagine e danno un volto agli attori protagonisti del libro, recitando alcune delle loro confessioni, osservazioni e riflessioni.

The Animals: la nuova mostra di James Franco alla Colette gallery

Vi ricordate questa foto postata su Instagram da James Franco l’estate scorsa? Il mondo di internet si chiese: cosa ci fa James Franco insieme a tutte queste persone coperte di vernice da capo a piedi?

Ora lo sappiamo. Si trattava di un progetto artistico destinato ad una mostra aperta dal 7 ottobre al 2 novembre 2013 nel concept store Colette di Parigi, in rue Saint-Honoré.



La mostra, intitolata The Animals, è un insieme di dipinti, fotografie e video che documentano quella performance di gruppo eseguita, tra luglio e agosto, da uomini e donne con indosso costumi animaleschi e maschere veneziane. Gli “animali” del titolo eseguono attività fisiche improvvisate, dalla danza alla palla avvelenata, in una stanza tappezzata di teli bianchi, con i corpi seminudi ricoperti di vernice fresca che lasciano, con i loro movimenti, tracce di colore sulla tela.

Questi individui asessuati, The Animals, sono creature primitive. Interpretano qualcosa di essenziale, primordiale e infantile e comunicano con i gesti, con i movimenti dei corpi e con le azioni, più che con le parole.

I video, le foto e i dipinti si amalgamano in un'installazione omogenea, in cui nessun medium prevale, ma l’uno è complementare all’altro. Si alternano così staticità e azione, ordine e caos: ogni elemento è essenziale e funzionale alla narrazione visiva d’insieme.

domenica 6 ottobre 2013

Da 'The Sound and The Fury' a 'The Interview': le ultime news

Dopo quasi quindici giorni, sono terminate ieri le riprese della prima parte di The Sound And The Fury, adattamento cinematografico diretto da James Franco dell'omonimo romanzo di William Faulkner e interpretato dallo stesso Franco, da Scott Haze, Ahna O'Reilly, Tim Blake Nelson e Joey King. Le riprese si sono svolte nel Mississippi, tra la capitale Jackson e Carrolton.

The Sound and The Fury, set  @JamesFrancoTV

Curiosità interessante per i cinefili: la casa della famiglia Compson, protagonista della vicenda, è la stessa casa in cui abitava il personaggio di Celia Foote, interpretato da Jessica Chastain, nel film The Help (qui).

Apprendiamo dalla pagina Facebook dei costumisti del film, “La Boucherie Design and Styling”, che le riprese della seconda parte del film si terranno a Gennaio 2014, sempre in Mississippi.

Come sappiamo, a James Franco non piace perdere tempo. Già dalla prossima settimana, infatti, sarà sul set di The Interview, commedia diretta dal suo amico di sempre Seth Rogen e da Evan Goldberg, alla seconda avventura dietro la macchina da presa, dopo il successo di This Is The End. Rogen e Goldberg sono già al lavoro a Vancouver, dove si terranno le riprese. Il film parla di un affascinante conduttore di un celebre talk show (Franco) e del suo produttore (Rogen), coinvolti, loro malgrado, in un piano per assassinare il primo ministro della Corea Del Nord. Al cast, si è aggiunta di recente Lizzy Caplan, che vestirà i panni di una provocante agente della CIA.

sabato 5 ottobre 2013

YOLO: parlando di stile, design e dormite nei parco giochi con James Franco

Pubblichiamo la traduzione dell'articolo uscito su elle.com in occasione dell'apetura di YOLO



James Franco —l'uomo che fa, bhè, tutto— è una delle celebrità più affascinanti di Hollywood oggi. Per riassumere: recita, dirige, scrive, insegna, fa arte e l'elenco può continuare. Così, quando Airbnb ha lanciato Hello L.A., un progetto per cui diverse celebrità (tra cui Franco, Moby, Lake Bell, Molly Sims e Angelica Huston) sono state chiamate a disegnare degli spazi pop-up, a offrire una guida della citta di Los Angeles e a curare una playlist (grazie a Sonos) —abbiamo colto l'occasione per scoprire che tipo di progetto ha presentato l’Uomo del Rinascimento.

Ogni edificio è stato posizionato in un iconico posto di Los Angeles ed è stato aperto al pubblico la settimana scorsa. Quello di Franco si trova vicino al cimitero Hollywood Forever. Ecco cosa ci ha detto: "Quando posso vado lì alle proiezioni di alcuni film. Ho anche fatto un servizio fotografico in quel cimitero, in cui abbiamo messo in scena la resurrezione di Rodolfo Valentino, che è sepolto lì."

Il poliedrico artista
noto per non prendersi troppo sul serio ha approfittato della location per aggiungere scherzosi, sardonici riferimenti alla vita e alla morte. C'è la scritta YOLO a lettere gigantesche (che sta per "You Only Live Once", "Si Vive Una Volta Sola"), citazioni dei suoi scrittori preferiti sulla facciata esterna (inclusa quella di William Faulkner, "A gentleman can live through everything") e una foto della scultura in porcellana di Jeff Koons, "Michael Jackson and Bubbles".

Anche se vi siete persi questa installazione, potete dare una lettura a questa indagine sull'attore, per sapere come vive Franco. Abbiamo l'esclusiva su cosa passa per la sua (bellissima) testa...


Come definiresti il tuo stile?
Casual. Beat. Multistrato. Jack Kerouac.

Che colori indossi più spesso o da quali colori sei più attratto?
Grigio, marrone scuro, celeste, giallino.

Chi è la tua icona pop preferita?
Valentino.

Come descriveresti la tua personalità?
Ambiziosa, artistica, introversa, perspicace, versatile.

Cose essenziali senza le quali non potresti vivere.
Macchina per il caffè. Letto.

Quando viaggi, cosa ti porti sempre dietro?
Spazzolino elettrico, Advil [ibuprofene], Tums [antiacido], computer, biancheria pulita.

Qual è il posto più strano in cui ti sia mai addormentato?
In un parco giochi.

Sei stato in tante parti del mondo - cosa hai trovato di bello in ognuno di quei posti?
A New York, la gente. A Roma, la storia. A Venezia, l'architettura. A Los Angeles, la temperatura. A Londra, il teatro. A Parigi, le baguettes. A Tokyo, il sushi. A Pamplona, il combattimento con i tori (spaventoso).


Se dovessi dare un nickname al tuo spazio pop-up per Airbnb, quale sarebbe?
Valentino's F*ck Pad.

Che musica c’è nella playlist del tuo pop-up?
"Summerlong", Xylos; "Do You Feel That?", Superhumanoids; "Into the West", Tan Vampires; "Sex on the Regular", Miniature Tigers; "Scared But Not That Scared", 1,2,3.

Quali sono i tuoi posti preferiti di Los Angeles?
Chateau Marmont, Figaro Bistro, Fred 62, Griffith Park, Regen Projects, Blum and Poe, OHWOW, Book Soup, e le proiezioni del ciclo Cinefamily.

James Franco nel nuovo video dei 30 Seconds To Mars



Attore e leader dei 30 Seconds To Mars, Jared Leto è anche regista di numerosi video della band. A tal proposito, è attualmente al lavoro sul nuovo singolo City of Angels, estratto dall'ultimo disco Love, Lust, Faith & Dreams. Il pezzo è un tributo alla città di Los Angeles e, come precedentemente dichiarato da Leto, il video sarà un vero e proprio cortometraggio in cui verranno incluse delle interviste ad alcuni personaggi famosi che spiegano il loro rapporto con la Città degli Angeli. In una recente videochat tenuta sul canale VYRT (qui), Leto ha rivelato di avere intervistato anche Kanye West e James Franco. In attesa di vedere il video e di scoprire cosa James ama di Los Angeles, ecco il lyric video del brano.

giovedì 3 ottobre 2013

Jake Gyllenhaal Is the Perfect Gumshoe in ‘Prisoners’



Attenzione: questo articolo contiene spoiler.

Prisoners è fantastico. Mi è piaciuto tanto, tanto, tanto. L'atmosfera, il ritmo, le inquadrature, le interpretazioni e le tematiche, tutto è eccellente. Mi fa piacere che il grande Jake Gyllenhaal sia tornato ad un tipo di recitazione a tutto tondo. Il suo ritratto del Detective Loki è misterioso, empatico, solido e credibile —tutto senza avere nemmeno una backstory. Tutto ciò che sappiamo di Loki è che passa il giorno del Ringraziamento da solo in un ristorante cinese e che non ha mai avvolto un contenitore nell’alluminio. E' il motore perfetto per questo noir contemporaneo in cui tutti (bhè, quasi tutti) sono credibili e coinvolgenti. Ma più che questo, Gyllenhaal incarna quella "complessa semplicità" di cui parlava Thoreau. Dice pochissimo con le parole, ma tantissimo con la sua presenza e con degli indizi sparsi qua e là. Contate i suoi pazzeschi tatuaggi e gli astrusi giri in bicicletta tutte le volte che deve pensare a qualcosa. Esaminate le camicie abbottonate fino all'ultimo bottone. Sono segnali di un attore che ha fatto molte ricerche e di un'interpretazione consapevole. Segnali attraverso i quali il pubblico capisce che il Detective Loki è un'autorità con cui bisogna fare i conti a questo mondo. Sebbene non sappiamo molto della storia di Loki, bastano solo questi piccoli indizi per innamorarci di lui.

E se ancora non fosse chiaro, HO ADORATO questo film. E' incredibilmente denso e pieno di interrogativi su chi siamo e su quello in cui crediamo. E' talmente ricco che sembra un romanzo. Mentre lo guardavo continuavo a chiedermi: Come hanno fatto lo sceneggiatore e il regista a oltrepassare la letteratura tradizionale e creare una letteratura per il grande schermo? Forse qualcuno dovrebbe fare un adattamento letterario di film. Sì, è veramente bello fino a questo punto.

Proprio perché è così bello, voglio soffermarmi su quelle cose che mi hanno lasciato un po' perplesso. Pensate a queste riflessioni come fatte da un vostro amico che ha visto il film con voi; state tornando a casa in macchina e state discutendo cosa vi è piaciuto e cosa non vi è piaciuto del film. Non è una critica, è più un'ulteriore indagine su un film di per sé incentrato su un'indagine.

mercoledì 2 ottobre 2013

Sal: il trailer ufficiale



L'abbiamo visto nel 2011, presentato nella sezione Orizzonti del 68° Festival di Venezia e vi abbiamo raccontato di quanto fosse bello e di quanto fosse promettente James Franco regista. Due anni dopo, quando anche la critica internazionale ha ormai riconosciuto che Franco non solo è una promessa mantenuta, ma è un regista di tutto rispetto, Sal sarà finalmente distribuito negli Stati Uniti. Dopo un'uscita in Video On Demand e su I-Tunes il prossimo 22 ottobre, il film debutterà in un numero limitato di sale americane, a partire dal Sundance Sunset Cinema di Los Angles, il 1 novembre. Ecco il trailer:



Abbiamo sempre auspicato una distribuzione di questo film, perché è un'opera interessantissima e molto originale. James Franco è riuscito a fare un ritratto a tutto tondo di un personaggio realmente vissuto (l'attore di Gioventù Bruciata Sal Mineo) e a raccontare la sua storia, attraverso la cronaca minuto per minuto di un solo giorno della sua vita, l'ultimo. Mineo fu assassinato, a soli 37 anni, da un rapinatore che lo attendeva sotto casa, al ritorno dalle prove del suo spettacolo teatrale. Con una regia che alterna realismo (primissimi piani, studio ravvicinato dei corpi, lunghe scene fitte di dialoghi) a sprazzi quasi espressionistici (le splendide scene in cui Sal è al volante), Sal non è un semplice biopic, è un film che ci offre un'esperienza di vita. Lo schermo si dissolve e noi entriamo nel film. Osserviamo e siamo partecipi di ogni gesto del protagonista, siamo vicinissimi a lui in ogni momento e con lui condividiamo ogni cosa del suo ultimo, tragico giorno, fino alla fine.

Daddy: il video di Love In The Old Days (Mike Hosker Remix)

E' online l'ultimo video dei Daddy, Love In The Old Days (Mike Hosker Remix). Questa nuova versione del primo singolo della band incluso anche nella colonna sonora di "This Is The End" fa parte dell'EP PVD REMIX, scaricabile gratuitamente QUI.

martedì 1 ottobre 2013

James Franco su Harper's Bazaar China —Art issue

James Franco è l'uomo copertina del numero di settembre di Harper's Bazaar China, dedicato all'arte. Dopo il salto troverete alcuni degli scatti di Dove Shore, autore del nuovo photoshoot.