mercoledì 29 febbraio 2012

Intervistato da Vanity Fair, James Franco parla degli Oscar, Hugh Hefner e del suo tributo a Natalie Wood

L'anno scorso a quest'ora James Franco era sommerso dalle critiche per la sua co-conduzione degli 83° Academy Awards con Anne Hathaway. Quest'anno è Billy Crystal ad essere criticato per come ha presentato gli Oscar (anche se per ragioni interamente diverse), e Franco è tornato a fare ciò che ama di più: creare labirintici percorsi artistici che in qualche modo si incrociano e si collegano. Per parlare dell'ultimo progetto – la campagna pubblicitaria di 7 For All Mankind, ispirata a "Gioventù Bruciata" – il moderno uomo del Rinascimento è stato contattato telefonicamente da VF.com per discutere dei suoi poliedrici progetti, di cosa pensa dello show di domenica sera e del perché nessuno dovrebbe mai dare la colpa al conduttore degli Oscar.


Julie Miller: Come sta andando la giornata? 

James Franco: Non male. Ho preso il volo notturno da Los Angeles e stamattina sono andato a lezione.

Sei sempre così impegnato. Dove trovi il tempo per dormire?
 
Dormo sugli aerei. 

Uno dei tanti progetti a cui stai lavorando è la tua campagna pubblicitaria per 7 for All Mankind. Com'è nata l’idea? 
[L'agenzia pubblicitaria] Lipman aveva un nuovo cliente, 7 for All Mankind, e sapevano che desideravano dei cambiamenti. Di solito lavorano con grandi fotografi, ma [ride] immagino che volessero qualcosa di diverso questa volta, perché sono venuti da me. Ciò che cercavano andava benissimo con le mie esigenze – non sono un fotografo professionista, ma avevo già girato delle lunghe sequenze con diversi mezzi usati contemporaneamente. Così abbiamo usato Polaroids, macchine digitali, e pellicola da 8mm.

Cosa ti piace della fotografia di moda?

Dopo aver lavorato con Elle per un progetto, ho lavorato con Agyness Deyn e Natalia Bonifacci, e un ragazzo che lavora per Visionaire, il quale mi ha portato a fare il mio primo servizio fotografico per VMAN. Dopo aver fatto queste cose, ho acquisito più sicurezza, e ho iniziato ad apprezzare davvero gli scatti di moda. Le foto permettono di andare in direzioni estreme e, diversamente dai film, non devono necessariamente dipendere da una narrazione – anche se puoi sempre raccontare una storia attraverso di esse. Però non è necessario incastrarle nelle strutture di una specie di arte narrativa. Lo fai se lo vuoi fare. E per me c'è qualcosa di veramente liberatorio in questo.


Però hai incorporato una storia relativa al dietro le quinte di "Gioventù Bruciata".

In un certo senso sì. Abbiamo lavorato ad un progetto per il MOCA di Los Angeles chiamato Rebel. È una grande collaborazione tra artisti contemporanei come Paul McCarthy, Damon McCarthy, Douglas Gordon, Harmony Korine, Ed Ruscha, e Aaron Young. Alcune delle sequenze di cui parlavo prima – che abbiamo girato in una notte con diversi mezzi e in diversi formati – sono state fatte per questa installazione che aprirà a maggio. La campagna per 7 for All Mankind sembrava adattarsi molto bene a quel progetto, considerando che è stata girata a Los Angeles con lo stesso tipo di approccio multimediale. Abbiamo anche inserito alcune delle tematiche di Rebel.


Ad esempio quali?

Ci eravamo concentrati parecchio su James Dean, Nicholas Ray [il regista di Gioventù Bruciata] e Dennis Hopper. Poi ho girato un film sull'ultimo giorno di vita di Sal Mineo. Ma non abbiamo pensato molto a Natalie Wood. Stranamente, proprio quando stavamo per iniziare le riprese, è stato riaperto il caso sulla morte di Natalie. Stavamo girando sulla spiaggia e sembrava che ci fossero degli spunti legati a Natalie Wood che potevano essere trattati in modo molto libero.


Tu hai interpretato James Dean nel periodo in cui stava girando "Gioventù Bruciata". Cosa ti ha portato di nuovo a quell'icona e a quel periodo della sua vita?

Credo che ciò che mi intriga riguardo a Gioventù Bruciata sia che ci sono così tanti strati e diverse casse di risonanza intorno a questo film. C'è il tema principale che è la ribellione adolescenziale, il conflitto tra genitori e figli, tematiche Freudiane, e al di là di questo c’è tutta l'eco che deriva dalle persone che hanno lavorato al film. Poi tutte le leggende che circondano queste figure – se siano reali o inventate, a questo punto, non importa molto, perché 57 anni dopo, la finzione è tanto potente quanto i fatti. Si può estrapolare così tanto da quel film.

James Franco e Jonah Hill in "True Story"

James Franco e Jonah Hill saranno nel cast di True Story, riporta Deadline. Brad Pitt, che ha recentemente lavorato con Hill ne L'arte di vincere, produrrà il progetto, basato sulle memorie di Michael Finkel True Story: Murder, Memoir, Mea Culpa. Finkel, columnist del New York Time Magazine, nel febbraio 2002 ricevette una notizia sorprendente: un giovane uomo di nome Christian Longo, ricercato per avere sterminato la sua famiglia, era stato catturato in Messico dove aveva assunto una nuova identità: quella di Michael Finkel del New York Times. Il giorno successivo sul Times appare una nuova notizia: l'editore dichiara che Finkel è stato licenziato dopo aver falsificato parte di un articolo investigativo. Inoltre, il solo giornalista con cui Longo, ormai in prigione, dichiara di voler parlare è proprio il vero Michael Finkel. Così lo scrittore e giornalista chiama il penitenziario dell'Oregon per mettersi in contatto con il detenuto. Tra i due nasce un rapporto intenso che somiglia al gioco tra gatto e topo e che darà vita al libro di Finkel, pubblicato nel 2006. Jonah Hill sarà il giornalista mentre James Franco interpreterà Christian Longo. Dietro la macchina da presa l'esordiente Rupert Goold.

martedì 28 febbraio 2012

James Franco per GQ Style Germany

Dopo il numero UK dello scorso anno e il photoshoot new romantic di Inez Van Lamsweerde and Vinoodh Matadin, James Franco - versione Robert Mapplethorpe - fa il bis su GQ Style (edizione tedesca S/S 2012), fotografato da Mariano Vivanco. In uscita il 1 marzo.


James Franco candidato ai Razzie Award

Ho sempre trovato divertenti i Golden Raspberry "Razzie" Award, premi anti-Oscar per eccellenza che celebrano il peggio dell'anno, ancora di più se i vincitori nelle varie categorie si presentano con ironia a ritirare la famosa statuetta a forma di lampone ("blowing a raspberry" in slang significa pernacchia). Quest'anno è la volta di James Franco che incassa la sua prima candidatura come peggior attore non protagonista per Your Highness. La demenziale commedia medievale di David Gordon Green non passerà certo alla storia del cinema ed è stato un flop clamoroso pressocchè ovunque, ma James Franco versione Fabious, insieme con Danny McBride, salva la baracca proprio con la sua divertita interpretazione. Comunque, se dovesse vincere, il prossimo 1 aprile lo vogliamo tutti sul palco del Barnsdall Gallery Theatre.

lunedì 27 febbraio 2012

James Franco al Mercedes-Benz Oscar Party

No, non è un nuovo photoshoot di Terry Richardson, ma una foto scattata al Mercedes-Benz Oscar Viewing Party tenutosi ieri alla Soho House in West Hollywood. James Franco diserta il red carpet degli Academy Awards, ma non perde la serata partecipando ad uno dei party più esclusivi di Hollywood... con la maglietta del giorno prima.

JAMES FRANCO ITALIA compie 1 anno!

365 giorni, 330 post, 2400 commenti, più di 120.000 contatti totali, una media di 400 visite al giorno, una community presente anche su facebook, twitter, tumblr e youtube. Questi i numeri di James Franco Italia, la prima ed unica risorsa italiana dedicata a James Franco, che oggi compie il suo primo anno di vita. Era la vigilia degli Oscar 2011, quando ho deciso di imbarcarmi in questa avventura quasi per gioco, inconsapevole del successo che in breve tempo gli avete tributato. Un anno di immagini, video, news, esclusive, aggiornamenti giornalieri alimentati dal vostro entusiasmo, unico vero motore del sito. Vi ringrazio uno ad uno. E ora, siete pronti per un nuovo anno?

domenica 26 febbraio 2012

Le immagini della campagna "7 For All Mankind"

Con la pubblicazione dei primi due video di The Death of Nathalie Wood (li potete vedere qui), arrivano le immagini della campagna primavera/estate di 7FAM scattata da James Franco. Ecco l'intero photoshoot che reinterpreta il mood sixties della nuova collezione.



>> DOWNLOAD 7FAM CATALOGUE SPRING '12

VIVA FRANCO: magazine covers archive July/December '11

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(clicca sulle immagini per ingrandire)

sabato 25 febbraio 2012

James Franco al TERRYWOOD Opening

Si è tenuta ieri presso la galleria OHWOW di Los Angeles, l'apertura di TERRYWOOD, prima mostra di Terry Richardson ispirata al mondo di Hollywood. Immancabile la parata di star che hanno celebrato il controverso fotografo newyorkese. Tra questi, James Franco, amico di Richardson e protagonista di alcuni dei photoshoot più famosi della sua carriera.

James Franco al Film Society of Lincoln Center: il video integrale del Q&A di "My Own Private River"

venerdì 24 febbraio 2012

The Broken Tower: Behind The Scenes

Già disponibile on demand e in uscita in DVD R1 il prossimo 27 marzo, The Broken Tower arriva finalmente al grande pubblico dopo le proiezioni nei circuiti festivalieri. Intanto, ecco un ricco dietro le quinte e, dopo il salto, un breve estratto video in cui James ci parla del perchè ha scelto di interpretare Hart Crane.


giovedì 23 febbraio 2012

James Franco su MUSE #29 Spring 2012

WHO THE HELL IS JAMES FRANCO? Autenticamente elegante ma semplice, moderno e mascolino: James Franco è il nuovo "Mister Muse", fotografato da Mona Kuhn per il fashionart magazine MUSE.


mercoledì 22 febbraio 2012

My Own private River: resoconto dal Q&A al Film Society of Lincoln Center

James Franco dice di essere ossessionato da "My Own Private Idaho" da quando era un adolescente, il che lo ha portato a "My Own Private River", un rimontaggio di "My Own Private Idaho" di Gus Van Sant concentrato maggiormente sulla performance di River Phoenix e che include anche diversi ciak alternativi dell'attore e scene tagliate. "Non ho mai voluto che questo progetto fosse visto in competizione con 'My Own Private Idaho' o come una versione migliore di quel film" ha detto Franco al Film Society of Lincoln Center, che ha proiettato il film in una sala piena zeppa di 'Francofili' e di fan di River Phoenix nel Walter Reade Theater domenica sera. "My Own Private Idaho era già stato fatto, quindi in questo film ho lasciato che la camera sedesse con River molto più a lungo. Questo progetto può poi essere supportato dal film principale."


Ecco un riepilogo di alcuni aneddoti raccontati da Franco nel Q&A con Gavin Smith del 'Film Comment' alla fine della proiezione.
 
Origini del film: Durante la promozione di "Milk", Van Sant ha offerto a Franco un tour delle location di "My Own Private Idaho". Dopo di che, i due hanno passato due giorni a guardare le bobine del girato originale. "Per me è stato come se ci fosse un forziere con un tesoro nascosto per quasi vent’anni" ha detto Franco. "Poter vedere tutto quel materiale e le scene di quella che considero la miglior performance [di River] è stato incredibile". Van Sant ha affermato che oggi avrebbe montato il film in modo diverso, e quell'idea ha avviato il rimontaggio del film.
 
Sul primo montaggio: "Ho subito pensato: 20 anni dopo, il mio film americano preferito, il mio regista americano preferito, i miei attori preferiti, ogni minuto deve essere visto" ha detto Franco. "C'erano 25 ore di giornalieri e alla fine ne ho montate 12". Però il fratello di River, Joaquin, non era d'accordo con l'idea di mostrare tutte le 12 ore montate, quindi il film di Franco è stato presentato nella versione attuale di 105 minuti.
 
L'ultima scena di River: Franco ha rivelato che River ha dato qualche problema verso la fine delle riprese. "River non recitava [le sue battute]. Perdeva tempo, parlava con sciocchi accenti italiani, faceva facce buffe" ha detto Franco. "All'inizio River sembra un bambino che fa i capricci. Gus mi ha detto che era davvero sul punto di perdere la pazienza. Ma in ogni caso, fece il suo lavoro e le riprese si conclusero. L'ultimo giorno sul set prepararono anche una torta e River… [mima l'immergere il viso nella torta]. Gus poi interpretò questo suo comportamento: River non voleva che le riprese finissero. E quello fu l'ultimo giorno della miglior performance della sua vita. E poi se ne andò due anni dopo."
 
Sulla possibilità di un'uscita in dvd: Franco vorrebbe che il maggior numero di persone possibili vedano "My Own Private River", ma un'uscita on-demand o in home video non è prevista al momento. “"Non solo non voglio competere con il film originale, ma anche la New Line non vuole che noi competiamo con i loro soldi."
 
Sulla colonna Sonora: "My Own Private River" contiene un paio di canzoni dell'ultimo album dei R.E.M riarrangiate. "Dopo aver montato il film, sono andato da Michael Stipe e gli ho chiesto di comporre la musica. Non aveva mai lavorato per un film prima" ha detto Franco. "Sono andato da lui perché sapevo che era un amico di River. Volevo che ogni elemento del progetto avesse una qualche connessione con quello che River era all'epoca e volevo coinvolgere persone che avessero fatto parte della vita di River."

Sul suo uso dei primi piani: "Nei film che dirigo, uso un sacco di primi piani. Da regista ho scoperto che ho una certa avversione per il dialogo. Non mi piacciono tanti dialoghi. […] Così, avvicinandomi agli attori e sedendomi con loro, sento che permetto al pubblico di essere vicino a loro allo stesso modo e di capire il personaggio senza il bisogno di sentirlo parlare dei sentimenti che sta provando.
 
articolo oroginale: indiewire
tradotto da Chiara Fasano per JAMES FRANCO ITALIA

James Franco su SPEX di marzo/aprile

Disponibile dal 24 febbraio, il nuovo numero di Spex, rivista tedesca di cultura pop, dedica la cover a James Franco fotografato da David Benjamin Sherry.

martedì 21 febbraio 2012

The Dangerous Book Four Boys: la cover ufficiale e nuova data di uscita

Uscirà il 17 aprile, e non più il 10 come precedentemente comunicato, The Dangerous Book Four Boys, il libro fotografico che celebra l'omonima installazione di James Franco. Qui sotto, la cover ufficiale, con James circondato dagli oggetti che animano la mostra, un percorso dall'infanzia all'età adulta dell'attore. Nel libro, curato in prima persona da James e già in pre-order sui siti RizzoliUSA e amazon, saranno presenti anche contributi di Klaus Biesenbach, Diana Widmaier Picasso e Frank Bidart.

lunedì 20 febbraio 2012

Il dietro le quinte di 'Child of God'

Direttamente dalla ricca gallery di JamesFrancoTV, il primo di una serie di video girati sul set di Child of God. James Franco e Vince Jolivette visitano il capanno in legno dove si svolgerà gran parte del film: l'inquietante dimora di Lester Ballard (interpretato da Scott Haze), il serial killer necrofilo e stupratore nato dalla spietata penna di Cormac McCarthy. Guarda il video dopo il salto.



James Franco al Lincoln Center’s Film Comment Selects 2012

Ecco le immagini della partecipazione di James Franco al Lincoln Center’s Film Comment Selects 2012 per la proiezione di My Own Private River 



domenica 19 febbraio 2012

James Franco presenta ‘My Own Private River’ al Lincoln Center’s Film Comment Selects 2012

Come parte del progetto Memories of Idaho, che ha segnato una nuova collaborazione tra James Franco e Gus Van Sant, il film My Own Private River verrà presentato questa sera al Lincoln Center’s Film Comment Selects 2012. Ad introdurlo, James Franco, in pausa dal set di Child of God, che risponderà alle domande del pubblico. Montato con scene inedite e prove sul set, e accompagnato dalle musiche di Michael Stipe, My Own Private River è un tributo a River Phoenix e al personaggio interpretato in Belli e Dannati. (fonte filmlinc.com)

martedì 14 febbraio 2012

Francophrenia, l'affascinante docu-fiction in cui James Franco interpreta James Franco

Le continue sperimentazioni di James Franco con i limiti della propria celebrità sono ciò che di più singolare ha prodotto la cultura popolare degli ultimi tempi. Se i suoi numerosi meriti accademici e non solo sono più che ben documentati, ora diventano un capitolo allarmante nel suo Francophrenia (Or: Don't Kill Me, I Know Where The Baby Is), la bizzarra e audace collaborazione con il lodato documentarista Ian Olds, il cui The Fixer: The Taking of Ajmal Naqshbandi è stato un successo a Rotterdam nel 2009.



Filmato nel corso di quella che sembra un'unica notte, il film essenzialmente segue Franco sul set della soap della ABC General Hospital mentre ammicca alla gente, si perde in conversazioni mortalmente noiose, osserva come la mediocrità produce ancora più mediocrità (quale modo migliore per narrare la banalità se non attraverso una soap opera pomeridiana), la camera indaga ossessivamente sulla considerevole quantità di energia, di industriosità individuale e conoscenza tecnologica che vengono utilizzate per creare qualcosa di così leggero e prosaico.
 
Mettendo insieme questi filmati che Franco ha assemblato durante l'arco delle sue ospitate nelle diverse stagioni della soap, solo recentemente concluso, Olds ha creato uno script con il co-sceneggiatore Paul Felten in cui inserisce un flusso di coscienza proveniente dalla bocca di Franco mentre gironzola per il set, a volte pretenzioso, ma generalmente bizzarro e genuinamente disturbante, nel tentativo di abitare la mente di Robert "Franco" Frank, artista e serial killer assassinato con un colpo di pistola nella soap pomeridiana all'inizio di quest'anno. Tuttavia, mentre il film procede, ci si rende conto che forse i pensieri che stiamo ascoltando non sono di Franco che interpreta "Franco", ma dello stesso attore, che medita sull'assurdità della fama, sul suo soffocante e onnipresente spettro che domina ogni suo rapporto e il suo desiderio di iniziare ad essere un killer seriale anche lui, a cominciare con il suo agente. 

venerdì 10 febbraio 2012

Prime foto dal set di "Child Of God"



Ecco alcune foto scattate sul set di Child Of God a Hillsboro, dove la scorsa settimana sono partite le riprese in due location storiche della piccola cittadina del West Virginia: il Pretty Penny Cafe e il My Daughter's Attic. Secondo quanto dichiarato da Vince Jolivette, sul set insieme a James Franco, Child Of God sarà pronto in 6/8 mesi per essere inserito nel circuito festivaliero, mentre l'uscita nelle sale è prevista per il prossimo anno.

mercoledì 8 febbraio 2012

Backstage e lancio della campagna di "7 For All Mankind"

Ancora pochi giorni e potremo vedere il lavoro di James Franco per 7 For All Mankind. Il 15 febbraio verrà infatti lanciato sul canale youtube della compagnia (qui), il primo dei 10 video diretti dall'attore per il lancio della nuova linea primaverile.


"I video hanno un tocco vintage che li accomuna, sembra arrivino da un'altra epoca, e questo secondo me si adatta bene con la linea che Seven sta per lanciare. Lo stile delle riprese e dei loro capi in denim è molto seventies. Abbiamo girato su una spiaggia della Pacific Coast, quindi penso riceverete vibrazioni della California anni '70", ha detto James in un'intervista telefonica dal West Virginia, dove si trova per girare Child of God. Ma non è tutto: il girato per la campagna, che comporrà un mediometraggio intitolato The Death of Natalie Wood, potrebbe essere rimontato in una versione estesa ed essere inserito nell'installazione Rebel, che dopo il debutto veneziano verrà inaugurata al MOCA a maggio. In attesa del video integrale, ecco il backstage.


fonte wwd.com

lunedì 6 febbraio 2012

Lovelace: riprese terminate e nuove foto dal set

E! Online conferma la fine delle riprese di Lovelace, celebrata lo scorso venerdi al Writer's Room di Los Angeles, con il consueto wrap party, disertato però da James Franco che nel film interpreta il celebre Hugh Hefner. Con Amanda Seyfried nel ruolo principale e Peter Sarsgaard in quello di Chuck Traynor (marito e "mentore" della Lovelace), il film segue l'ascesa dell'attrice, ma anche il successivo abbandono del mondo del porno e la discussa conversione in attivista anti-pornografia. Nel cast del biopic, diretto da Rob Epstein e Jeffrey Friedman (Howl), anche Adam Brody, Eric Roberts, Sarah Jessica Parker, Chloe Sevigny, Hank Azaria, Bobby Cannavale, Chris Noth, Sharon Stone, Juno Temple e Wes Bentley. Lovelace dovrebbe essere pronto entro la fine dell'anno, candidandosi idealmente per i primi Festival della stagione, come Venezia e Toronto.



Le Polaroid di James Franco nella mostra "Instant Revolution"

Le istantanee Polaroid diventano arte. James Franco sarà tra i protagonisti della mostra fotografica "Instant Revolution", a New York dal 9 febbraio fino al 23 marzo, allestita in collaborazione con Polaroid per il lancio della Polaroid Classic Line. Con lui, Gary Baseman, Jennifer Juniper Stratford, Maripol e Mary Ellen Mark, artisti chiamati ad esporre i propri lavori. James, che non è nuovo all'uso delle Polaroid, ha dichiarato: "Gli scatti Polaroid sono dei veri attimi di vita catturati nel tempo. Sono unici, fortemente legati alle condizioni del momento... e il risultato è inconfondibile!" (fonte impossible project)

James Franco per Richard Mille

Testimonial per Richard Mille sulle pagine di Vanity Fair USA di marzo, James Franco indossa l'orologio Richard Mille RM 030 Declutchable Rotor titanium.

Il primo episodio di "Undergrads"

Dopo la marea di polemiche che hanno accompagnato l'uscita del trailer (qui), accusato di mostrare un'immagine distorta dei college e degli studenti americani, ecco il primo episodio della web series Undergrads. E se pensavate che James avesse incassato le critiche in silenzio, guardate un po' cosa succede alla fine del video.


James Franco on WhoSay

domenica 5 febbraio 2012

James Franco e Mariano Vivanco: nuovo photoshoot in arrivo

Se conoscete gli scatti di Mariano Vivanco, autore di molte campagne Dolce & Gabbana e recente complice della trasfigurazione monster di Lady Gaga, saprete quanto sappia giocare coi corpi e l'immagine. C'è da scommettere che questo nuovo photoshoot non passerà inosservato.



photo courtesy of @MarianoVivanco

LA RECENSIONE: Milk

Regia: Gus Van Sant
Anno: 2008

Con: Sean Penn, James Franco, Emile Hirsch, Diego Luna, Josh Brolin 


 
Trama: Attivista del movimento degli omosessuali, la sua vita ha cambiato la storia e il suo coraggio ha cambiato la vita di tante persone. Nel 1977, Harvey Milk diventa il primo omosessuale dichiarato ad avere accesso a una importante carica pubblica in America. La sua non è stata solo una vittoria per i diritti dei gay, ma ha aperto la strada a coalizioni trasversali nello schieramento politico. Al grido di "il mio nome è Harvey Milk e voglio reclutarvi tutti" guadagna moltissimi sostenitori ma anche nemici.

Ripensando alla filmografia di Gus Van Sant, Milk poteva essere diretto solo a quel punto del suo percorso artistico. Ritorna in mente il fuoco catartico di Paranoid Park, cruciale nella crescita di Alex, quando la morte irrompeva brutale nella sua realtà di adolescente e la colpa, riversata su un foglio recapitato ad un falò, lo restituiva alla vita, per sempre. Un'apertura al futuro inedita, se si guarda alla precedente trilogia in cui la morte, al contrario, non concedeva sconti. Con Harvey Milk, primo gay dichiarato della storia americana a rivestire una carica politica, Van Sant continua idealmente questo nuovo corso. Ed è ancora il fuoco a chiudere il film, quello di trentamila fiaccole brandite durante il corteo in onore di Milk, morto sotto i colpi di una pistola che anzichè zittirlo, hanno amplificato il suo messaggio, riverberandolo fino ad oggi. Facendo propria la convenzionale struttura del biopic, Van Sant racconta l'uomo marchiando a fuoco le sue parole sulla pelle dello spettatore. Siamo ben lontani dagli sperimentalismi del passato, ma non sorprenda la scelta di tradire il linguaggio a favore del contenuto: il vestito buono, riconoscibile dal grande pubblico, ne giustifica gli intenti, come succede ad Harvey Milk nella sequenza in cui abbandona l'aria freak per mostrarsi "rassicurante" agli occhi degli elettori e portare avanti la sua battaglia per i diritti della comunità omosessuale. Milk è di fatto un film politico.



Una soluzione che comunque non priva Van Sant del gusto per la messa in scena, come quando affida l'orrore dell'intolleranza al riflesso di un fischietto, di uno specchio, di un vetro o mischia abilmente il rigore delle trasferte hollywoodiane negli anni '90 (In Good Will Hunting, Finding Forrester) agli split screen pop di My Own Private Idaho e la spietata freddezza di Elephant. Continua quindi la costruzione di un cinema personale, coerente, ancora una volta immediato, urgente, necessario, perso nel racconto di squarci di vita che tenta disperatamente di allontanarsi dai margini.

Recensione di Sonny per JAMESFRANCOITALIA