venerdì 11 novembre 2011

James Franco: la recensione di 'Restless' e 'Week-end' per The Paris Review

Qualche settimana fa sono andato al cinema locale, qui in Michigan, a vedere il nuovo film di Gus Van Sant, Restless, con protagonisti il figlio di Dennis Hopper, Henry e la sensibile star indie Mia Wasikowska. Il film racconta una storia d'amore tutto sommato convenzionale: ragazzo incontra ragazza, sono entrambi impacciati e con alcuni traumi da rivelare. Si supportano a vicenda, quando il resto del mondo non lo fa, litigano, e alla fine arrivano ad accettarsi l'uno con itigano, e alla fine arriveranta qualsiasi poeteva essere una struttura alla fine arriverannol'altro. Ma quella che nelle mani di un regista qualsiasi poteva essere una storia già vista, diventa qualcosa di completamente nuovo nelle mani di un altro. Se Van Sant avesse mostrato solo l'aspetto romantico, Restless sarebbe stato noioso, ma lui è uno dei registi più sperimentali in circolazione, e il fatto che diriga una storia d'amore ordinario è una scelta tutt'altro che ordinaria.  



La carriera di Van Sant è caratterizzata dalla divergenza dei suoi film tanto quanto dalla coerenza nello stile. Il suo Cinema è grintoso, i suoi personaggi stravaganti e le circostanze sfavorevoli nelle quali si trovano sono infarcite di umorismo. Van Sant ha frequentato la Rhode Island School of Design, ma fu solo dieci anni dopo la laurea che la sua carriera cinematografica iniziò, con il bianco e nero di Mala Noche e una storia sull'amore non corrisposto di un negoziante caucasico per un lavoratore migrante una storia ro di ant è stata anto quanto la coerenza del suo stile. sti più sperimentali i circolazione, e la scelta dimessicano. I suoi due film successivi trattavano temi controversi con altrettanta franchezza. Drugstore Cowboys parlava della dipendenza dalle droghe sotto una luce tutta nuova, senza l'isteria del politicamente corretto, e My Own Private Idaho mostrava la vita di giovani prostituti di strada con realismo e coraggio. Dopo questi tre film, Van Sant ha diretto una serie eclettica di pellicole: Even Cowgirls Get the Blues (universalmente stroncato), To Die For (mainstream rispetto ad altri suoi lavori), Good Will Hunting (un grande successo di pubblico e critica), un remake di Psycho, riprodotto inquadratura per inquadratura (un progetto coraggioso, anche se molti lo hanno crocifisso per aver osato ricreare il lavoro di Hitchcock) e, infine, Finding Forrester (criticato per essere troppo simile a Will Hunting). Poi Van Sant ha fatto qualcosa che pochi registi (o artisti di qualsiasi tipo) hanno il coraggio di fare: ha cambiato completamente il suo stile. 

Dopo avere visto Werckmeister Harmonies e Satan's Tango di Bela Tarr, Van Sant ha sviluppato un approccio completamente nuovo al suo cinema. Molti dei film di Tarr sono caratterizzati da scene prive di dialoghi e con pochissimi tagli. A partire da Gerry, Van Sant ha iniziato ad usare sequenze lunghe a favore di una narrazione più libera, facendo recitare spesso attori non professionisti. Ha fatto in modo che il film fosse il risultato di ciò che succedeva davanti alla telecamera e non in sala di montaggio. La sceneggiatura di Gerry era stata scritta da Matt Damon e Casey Affleck, che decisero di tagliare molti dei dialoghi presenti, infondendo involontariamente quel senso di apparente tranquillità che avrebbe poi caratterizzato i film a venire di Van Sant. Elephant, Palma d’Oro a Cannes, è una splendida ed enigmatica riflessione sulla violenza adolescenziale; Last Days ci mostra gli ultimi quattro giorni della vita di Kurt Cobain; e Paranoid Park che riprende le tematiche care al cinema di Van Sant: giovinezza, isolamento emotivo, ricerca di contatto, morte e Portland.

Questi quattro film sono stati chiamati "la tetralogia della Morte" proprio perché le loro storie sono animate dalla morte (così come Milk che termina con un omicidio e una registrazione audio con le ultime parole di Harvey Milk). Anche Restless è un film sulla morte. Ci sono elementi familiari anche qui: c'è un giovane ed eccentrico protagonista, Portland come scenario, una cura nei costumi e il doloroso passato dei personaggi. Ma Restless si discosta dagli ultimi lavori di Van Sant poichè cii sono molti più dialoghi e dialoghi che esplorano una relazione eterosessuale. (Van Sant al contrario ha esplorato spesso relazioni omosessuali - Mala Noche, Idaho, Milk, Elephant). In Restless, la sfortunata coppia di disadattati si forma grazie alla morte, che è presente nella vita di entrambi: lui ha perso da poco i genitori e lei sta per morire a causa del cancro. Questa storia parte purtroppo da una sceneggiatura preconfezionata, ma Van Sant, che ha lavorato con attori non professionisti, la gestisce come fosse un attore inesperto, appropriandosi della forza tragica della storia d'amore lasciandola libera di esprimersi per quello che è. Aggirando gli stereotipi del genere, riesce a rimodellarla con la sua estetica, non imponendosi eccessivamente sul soggetto, ma permettendoci di camminare mano nella mano con essa. In Restless il fine non è tanto l'accettazione della morte, quanto piuttosto la celebrazione della gloria dei giovani di fronte ad un mondo crudele.

 
Restelss è uscito nelle sale una settimana dopo Week-end di Andrew Haigh, un ottimo film a tematica gay su un amore condannato da circostanze sfortunate. Questo è il classico film che ci si potrebbe aspettare da un iconico "regista gay" come Van Sant. I due amanti di Week-end si incontrano quasi immediatamente, lo fanno nei primi quindici minuti del film e tutto funziona grazie alla loro alchimia: uno e timido, allegro e dolce, mentre l'altro è forte, loquace e intraprendente. Come molti altri film che lo hanno preceduto (Shortbus, My Beautiful Laundrette, Trick), Week-end racconta una bellissima e realistica relazione gay, ma circondata da un mondo ostile. La maggior parte delle scene in pubblico sono accompagnate infatti da derisioni, insulti e minacce e i duei personaggi parlano apertamente della difficoltà di vivere una vita gay in pubblico. La persona che era con me al cinema, è dell’idea che il film virasse troppo al predicatorio, ma per me il mondo ostile non fa che migliorare l'intensità della connessione tra i due amanti. La potenza di questo film risiede nella sua semplicità e nel "non detto" della relazione tra Russell e Glen: le persone sono persone, ci viene mostrato questo, e due persone che si amano sono una cosa meravigliosa. 

James Franco per The Paris Review

giovedì 10 novembre 2011

James Franco: l'intervista di Gucci Style

Sul partecipare alla Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia:

E' un grande onore essere qui. Questo è uno dei migliori festival del mondo. Ho finito la scuola di cinema circa tre, quattro mesi fa e il fatto che in questo festival ci sia un film che ho diretto è un sogno che si realizza.
Sul dirigere Sal, un film biografico che ripercorre l'ultimo giorno di vita dell'ex giovane rubacuori Sal Mineo: 

Sal Mineo era un bravissimo attore, ma più di ogni altra cosa per me lui è l’esempio di una specie di tragedia, una tragedia che coinvolge persone creative che hanno così tanta passione per ciò che fanno e che sono private di una valvola di sfogo. Sal era molto popolare come attore quando era giovane, fu nominato per due Oscar, e poi nei suoi anni venti, per vari motivi, immagino abbia perso la sua fama, ebbe molta difficoltà a trovare lavoro. E penso che quella sia una tragedia molto comune, ma ciò che è ancora più comune sono le persone che non riescono nemmeno ad avere la possibilità di esprimersi. Quindi volevo raccontare quella storia, e l'altra parte tragica della sua vita è che fu assassinato quando aveva 37 anni, e così abbiamo capito che effettivamente potevamo raccontare tutta la sua vita, la storia di tutta la sua vita semplicemente illustrando l'ultimo giorno della sua vita. 
Sull'essere regista: 

E' solo una diversa posizione nel processo di realizzazione di un film. Come attore la mia responsabilità principale è il mio personaggio, e le persone con cui ho più a che fare sono, per lo meno a livello creativo, il regista e gli altri attori. Quando dirigo riesco ad avere a che fare con tutti i dipartimenti.
Sul bisogno di sperimentare: 

Fondamentalmente sono interessato a tutte queste cose, e lo sono da quando ero adolescente. Film e recitazione e scrittura e letteratura e arte hanno sempre fatto parte della mia vita, ma sono arrivato alla conclusione che soggetti diversi possono essere espressi diversamente con mezzi differenti, e qualche volta un mezzo è migliore per un determinato soggetto rispetto a un altro, e quindi mi piace essere in grado di usare qualunque mezzo penso sia adatto. 


Sulla rivoluzione dei digital media: 

Sto prendendo una laurea in digital media nel programma di arte alla Rode Island School of Design ed è affascinante. Purtroppo il mondo artistico vive ancora un momento un po' difficile con l'arte digitale. La tendenza è quella di guardare alla tecnologia piuttosto che all'arte o alla creatività. Quando avevo Twitter ho trovato che fosse un bel... non ho mai scritto molto, ho sempre solo... immagino che lo usassi come Tumblr, o penso... Postavo sempre video e immagini perché sentivo che potevano essere entrambe franche, ma anche un po' ambigue. 
Sullo smentire gli stereotipi: 

A causa del mio personaggio in Strafumati le persone pensano che fumi erba perché interpreto il personaggio che fuma erba. Ho anche interpretato un eroinomane in un film chiamato Colpevole d’omicidio, ma non mi faccio di eroina. Ho ucciso un po' di persone nei film ma non l'ho mai fatto per davvero. Credo che l'altra faccia di ciò sia il fatto che le persone vedono che mi occupo di molte cose e quindi pensano, wow non può dedicare abbastanza tempo o cura a nessuna di loro. 

Sull'essere il volto di Gucci: 

Sono stati così d'appoggio, e non solo con la campagna, che è come la base del nostro rapporto, o per lo meno il modo in cui è iniziato. Ma è diventato molto di più e le persone mi dicono, wow è alquanto straordinario ciò che questa azienda ha fatto per te o ciò che tu, dicono loro, ciò che tu sei stato in grado di far fare a questa azienda; ma io la vedo semplicemente come un'incredibile collaborazione. 

Sull'essere uno studente e insegnante: 

Vedo l'insegnare e l'essere uno studente come imprese simili. Lavoro nello stesso ambito e i programmi in cui sono adesso di solito sono piuttosto collaborativi o richiedono molta partecipazione da parte degli studenti, quindi oltrepassare la linea e diventare insegnante a dire il vero non è poi un salto così grande. Ho a che fare con studenti molto intelligenti e competenti, e quindi lo vedo, di nuovo, quasi come la mossa dal recitare al dirigere. Occupo solo una posizione leggermente diversa in tutto il processo, ma il processo è sempre lo stesso. 

traduzione di @evaedmondo per JAMESFRANCOITALIA
l'intervista è tratta da Gucci Style, la nuova app per iphone

martedì 8 novembre 2011

In case you missed it: Franco/Carter HELLISH



Facciamo un salto all'indietro di un anno al numero 59 della blasonatissima rivista arty VISIONAIRE, intitolato FAIRYTALE, che raccoglieva una serie di libri per l'infanzia rivisitati da un gruppo di artisti, tra cui James Franco e Carter. "Hellish" è il risultato del loro incontro, una storia di fantasmi dal sapore vagamente Lynchiano, raccontata attraverso polaroids. Il video che segue, diretto da James Franco, ci porta dentro la sua onirica atmosfera.

lunedì 7 novembre 2011

James Franco e Allison Higgins per "Her Royal Majesty"

Il "doppio" è il tema del nuovo numero di Her Royal Majesty, rivista creata da un collettivo di artisti e scrittori francesi. Allison Higgins lo indaga usando l'immagine di James Franco per riflettere sulla celebrità, la sincerità e l'identità dell'artista. Ma alla fine, l'immagine di Franco non era abbastanza: aveva bisogno di lavorare con il suo stesso lavoro. I video che seguono - dopo il salto - documentano la performance che i due artisti hanno creato insieme. Il processo e il risultato della loro collaborazione è pubblicato nel numero 11 Her Royal Majesty.



James Franco ospite all'Università della Pennsylvania

Sì è tenuto ieri pomeriggio all'Università della Pennsylvania l'annuale SPEC Connaissance con protagonista James Franco, che per un'ora circa ha parlato del suo lavoro, di come riesce a conciliarlo con lo studio, ma soprattutto ha risposto alle domande degli studenti. Tra le più curiose, quella sulle cinque cose insospettabile che gli piacciono di più. James ha risposto: "Twilight, hair, makeup, American theater, Motown." Quest'ultima non è poi così inaspettata, VERO?



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AGGIORNAMENTO 10/11/11

Arrivano nuovi estratti dall'incontro alla Penn University:
  • James ha guardato Twilight perchè interessato al motivo per cui l'omicidio di adolescenti è tollerato nei film, se questi sono vampiri.
  • Per prepararsi al ruolo di James Dean si è chiuso 4 mesi in casa, senza vedere e sentire nessuno, leggendo solo biografie dell'attore e fumando due pacchetti di sigarette al giorno.
  • Ci sono tre film che si pente di avere fatto perchè non soddisfatto del risultato finale.
 all photos are courtesy of TaraGiancaspro

domenica 6 novembre 2011

James Franco nella nuova applicazione Gucci

Disponibile su App Store in versione gratuita la nuova edizione di Gucci Style, lo shopping magazine dell'omonimo marchio, ricco di servizi di moda interattivi e ospiti speciali. Tra questi, ovviamente, James Franco con la nuova campagna "Made to Measure" e un'intervista in esclusiva per l'applicazione.





sabato 5 novembre 2011

James Franco su Playboy Italia di ottobre

Finalmente, in italiano, l'imperdibile intervista pubblicata sul numero di agosto di Playboy USA, accompagnata dagli scatti inediti di David Rose.

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giovedì 3 novembre 2011

James Franco intervistato da 'The Days of Yore'

L'abbiamo citata spesso in questi mesi ed ora, sulle pagine di JAMES FRANCO ITALIA, ecco la lunga (e bellissima) intervista pubblicata sul sito "The Days of Yore", tradotta in esclusiva per voi. Non perdetela!

James Franco è un attore, scrittore, regista, artista visivo… e la lista può continuare. Meglio noto per il suo lavoro sullo schermo, Franco ha lavorato in diversi film hollywoodiani, tra cui la trilogia di Spider-Man, Strafumati, Mangia Prega Ama, Milk, per cui ha vinto un Independent Spirit Award come attore non protagonista, e 127 Ore che gli è valso un Independent Spirit Award come attore protagonista e una nomination agli Oscar per migliore attore, tra tanti altri premi e nominations. E' stato James Dean nell’'omonimo film per la tv, e ha vinto un Golden Globe per questo ruolo, Allen Ginsberg nel film indipendente Howl, e ha anche interpretato il ruolo di Daniel Desario nella serie tv culto Freaks and Geeks. I suoi film più recenti sono Your Highness e L’Alba del Pianeta delle Scimmie. Ha anche condotto la scorsa cerimonia degli Oscar insieme ad Anne Hathaway.

Nel 2010, Scribner ha pubblicato la sua raccolta di racconti brevi Palo Alto: Stories. I suoi dipinti e le sue installazioni sono stati esibiti in diverse gallerie newyorkesi, di Los Angeles e Berlino.

Franco è laureato alla UCLA, ha un master in regia alla NYU Tisch School of the Arts e due in scrittura creativa conseguiti al Brooklyn College e alla Columbia University. Ha studiato poesia al Warren Wilson College e sta conseguendo un dottorato in letteratura inglese a Yale.

Franco è energico, determinato e non gli interessa che gli altri lo capiscano. Fa quello che vuole e sa perché lo fa, poco importa se gli altri continuino a interrogarsi sulle sue intenzioni.


  
Quando eri piccolo cosa volevi fare 'da grande'?
Dicevo a mia mamma che volevo essere un carpentiere. Mi piaceva costruire cose. Poi volevo fare il giocatore di football. Mia madre, con dolcezza, cercava di farmi capire che forse ero troppo minuto per giocare a football da professionista. Ma mi dava speranza, comunque, non ha mai abbattuto le mie illusioni completamente. Mia madre è un'autrice di libri per bambini, quindi i libri erano sempre in giro per casa. Ricordo che scrissi qualcosa quando ero davvero piccolo, a scuola elementare. Era una storia chiamata 'Deep Down', ispirata al fumetto The Far Side, ma non l'ho illustrata. Disegnavo all'epoca, ma questo non era un fumetto. Non lo so nemmeno cosa fosse… ma sì, scrivevo quando ero piccolo. Una volta, alle medie, ho letto Cannery Row [di John Steinbeck] e ho adorato il personaggio di Ed Ricketts. Era un zoologo marino, così anch'io volevo diventarlo. Aveva l'allestimento più fico. Viveva a Monterrey, sull'acqua e tutto ciò che faceva era immergersi nelle maree e cose così, e questo era il suo lavoro. Sembrava un lavoro semplice. Non so per quanti zoologi marini sia così ideale però.

L'intervista a 'Le Petit Journal'

Il gatto Sammy, un divano, un dipinto da finire e il cielo plumbeo di Detroit: ospite (via skype) della trasmissione Le Petit Journal, James Franco presenta il suo libro Palo Alto, appena uscito in edizione francese. Potete vedere l'intervista nel video che segue, dal 9 minuto circa.

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mercoledì 2 novembre 2011

James Franco nel cast di 'Spring Breakers'

Dai colori della Città di Smeraldo alle atmosfere cupe di "Spring Breakers". Terminate le riprese del disneyano "OZ", James Franco sarà sul set del nuovo film di Harmony Korine, una commedia nera con protagoniste quattro ragazze del college che svaligeranno un fast food per potersi permettere una vacanza in Florida durante lo "spring break". Franco interpreterà Alien, uno spacciatore e trafficante di armi che incrocerà la strada delle ragazze coinvolgendole nell'omicidio di un suo rivale, un killer chiamato Arch. Tra le protagoniste, spuntano i nomi di due delle america's sweetheart del momento, Selena Gomez e Vanessa Hudgens, e di Emma Roberts, in lizza per il ruolo di Candy, una ragazza del Sud amante del pericolo.



fonte Variety