domenica 13 aprile 2014

If I Directed 'Othello'



di James Franco

E' tempo di concepire una nuova interpretazione dell'Otello di Shakespeare. Dalla sua prima rappresentazione all'inizio del 1600, il dramma ha conosciuto molti diversi rifacimenti. Il problema della razza—in particolar modo il background etnico del protagonista—è stato storicamente il tema di maggior interesse. Un altro è stato il modo in cui rappresentare i personaggi femminili: Desdemona ed Emilia, le apparentemente innocue mogli uccise dai loro mariti. Desdemona, la moglie di Otello, è spesso caratterizzata come una santa e una moglie oltremodo ubbidiente, mentre Emilia, la moglie di Iago, è più terrena e più risoluta a causa della sua classe sociale e della sua difesa di una giustificata infedeltà femminile. Un ritratto di questo tipo li fa apparire personaggi statici, dal momento che le mogli sono docili e i loro mariti dei folli. Scritti critici femministi come Women and Men in Othello di Carol Thomas Neely, dipingono Desdemona come un personaggio dinamico ed Emilia come più audace dei personaggi maschili, perché è l'unica a tenere testa ad Otello. Ammesso che sia vero, secondo tale analisi, questi ruoli restano pur sempre reattivi e in fondo inutili. Un indirizzo alternativo—in cui il pubblico, tuttavia, non abbandonerebbe il sessismo, per cui Desdemona ed Emilia non sono poi così innocenti—darebbe a questi ruoli una nuova vitalità, distante dalle "interpretazioni convenzionali".

Io avanzo l'ipotesi che fa di Emilia colei che orchestra la fine di Otello, di Desdemona e di Iago. Questo ritratto diverso dà nuova rilevanza ad Emilia e Desdemona in quello che è fondamentalmente un dramma antifemminista. Su basi testuali, niente di questa ipotesi può essere argomentata come estranea alle intenzioni originali di Shakespeare, anche se può essere rifiutata su basi storiche.

Nelle interpretazioni tradizionali, Iago è il motore dietro alle azioni dei personaggi, dal momento che odia Otello e prepara un inganno per fargli credere che sua moglie lo stia tradendo. Otello supera senza difficoltà ogni ostacolo che incontra lungo la strada: convince il senato che non ha sedotto impropriamente Desdemona e ci riesce con facilità; poi deve combattere i Turchi a Cipro, ma la flotta è distrutta prima ancora che i personaggi appaiano sulla scena. In verità Otello non ha altro da fare se non aspettare che Iago gli dia un motivo per mettere in discussione la fedeltà di sua moglie. Persino quando Otello si muove per provare l'infedeltà di Desdemona, agisce come un burattino nelle mani di Iago. Il suo desiderio di punire Otello e il desiderio di Roderigo di avere la moglie di Otello, Desdemona, sono gli unici due obiettivi tangibili. Si può discutere che Roderigo sia completamente dipendente da Iago, appare in scena solo insieme a lui o mentre esegue uno dei suoi ordini. Nessun personaggio ha un obiettivo integralmente indipendente dalle pianificazioni di Iago.

Se persino Otello è un reagente e le sue motivazioni sono solo un'estensione dell'obiettivo più grande di Iago, allora le donne giocano un ruolo ancora più debole. Desdemona non ha scelta, dev'essere la vittima senza colpa. Desdemona è il personaggio femminile con la potenzialità di essere forte e dinamico, ma reso passivo perché tutti i suoi obiettivi vengono raggiunti. Segue il suo innamorato contro il volere del padre, ma la questione si risolve nel primo atto, dopo la sua difesa in senato per Otello. Persino la sua difesa sembra inutile, dal momento che Otello resta l'unica speranza che ha Venezia per sconfiggere i Turchi a Cipro.

Una volta a Cipro, lei è al centro dei sospetti di Otello, ma non ne è consapevole fino al momento in cui lui sta per ucciderla, quindi, per la maggior parte della tragedia, Desdemona non può difendersi dalle calunnie. In questa situazione, l'unica opzione per fare di Desdemona un personaggio positivo è renderla la donna più virtuosa possibile, per far apparire le accuse a suo carico ancora più oltraggiose. Sfortunatamente, nella seconda metà del dramma, Desdemona appare come una donna impaurita, ubbidiente, almeno dall'esterno, ad un Otello violento.

Shakespeare ha scritto questo personaggio in un angolo. Desdemona accetta il suo fato o vive nell'attesa, per sopravvivere. In entrambi i casi, da un punto di vista tradizionale, è un personaggio statico.

Similmente Emilia, sebbene più disinibita di Desdemona, è un personaggio inattivo. La sua storia si muove parallelamente a quella di Desdemona, perché sono entrambe vittime della gelosia dei loro mariti. La relazione violenta di Emilia dura da più tempo di quella di Desdemona e quindi, ha imparato come viverla. Ha già accettato l'idea dell'infedeltà in una donna, pur non essendosi mai macchiata di quella colpa. C'è una rassegnazione infelice nella sua posizione, mescolata ad una strana necessità di piacere, per questo aiuta Iago nel suo piano e ruba il fazzoletto a Desdemona. Ma più che rubare il fazzoletto, lo trova per caso. L'unica sua azione è quella di scegliere di consegnarlo a Iago. Lei è solo una vittima, come Desdemona. In una messa in scena tradizionale, tutto quello che si potrà dire di lei è che sia senza colpa perché non fa che aspettare che il mondo cada addosso a lei e sulla testa di Desdemona.

Qualsiasi scena in cui Desdemona o Emilia hanno una "partecipazione attiva", essa è direttamente legata all'abile manipolazione di Iago. Io discuterei anche se ne siano consapevoli. Le donne, come Otello, ad un livello più alto, sono marionette manipolate per compiere il disegno di Iago e quindi qualsiasi scopo delle loro azioni è ridotto. Sono pedine del gioco degli uomini.

Se invece consideriamo Emilia come l'archietto delle macchinazioni di Iago e Desdemona colpevole di avere una relazione con Cassio, questo potrebbe, di fatto, mitigare quel ritratto di personaggi statici. Un'interpretazione del genere deriva da una messa in scena alternativa—e non una scrittura alternativa—come ha fatto Paula Vogel nel suo rifacimento di Otello intitolato Desdemona o Howard Barker nel Women Beware Women di Middleton. In questa produzione, la motivazione di Emilia è la gelosia, perché Otello, come dice Iago: "è stato tra le mie lenzuola, ha preso il mio posto", ma poi ha lasciato Emilia per Desdemona. Il pubblico è trascinato all'interno della cospirazione di Emilia durante i monologhi di Iago. Lei è sempre in agguato sullo sfondo mentre lui confida il suo piano sulla scena e i suoi a parte permettono a Emilia di prendere nota del suo piano. Emilia e il pubblico sanno più cose di Iago e così Emilia risulta il personaggio più forte. Emilia conquista l'empatia del pubblico che, di solito, è dalla parte del personaggio più intelligente. La sua relazione con Otello risulterà ovvia dai gesti di affermazione come gli assensi o le spallucce colpevoli che si prendono gioco di Iago durante il suo discorso quando dice, "Sospetto che il lascivo Moro sia balzato sul mio sedile". (II.1)

Questo risponde a due scopi: spezzare l'abilità di Iago di creare un legame con il pubblico, poiché Emilia può sempre indebolire tutto quello che dice; e creare del potenziale comico, visto che Iago è totalmente inconsapevole di quello che gli accade intorno. Quando Iago pensa che il suo piano stia andando avanti, Emilia sta ostacolando le sue azioni. Emilia è in grado di prevedere le azioni malvage di Iago e mentre egli tenta di portare il pubblico dalla sua parte, nascono situazioni comiche.

Quando si accerta che Otello è andato a letto con Emilia, nascono nuove emozioni in Iago e le sue azioni non sono più guidate da "malizia infondata". Da paranoico distrutto dalla gelosia, Otello diventa un ipocrita con un passato segreto e quindi l'inclinazione antifemminista del dramma viene rovesciata. La tragedia si focalizza su una protagonista femminile alla ricerca di una vendetta giustificata piuttosto che su un protagonista maschile spinto da una vaga motivazione che fa apparire tutte le sue innocenti vittime femminili come delle sciocche.

In questa nuova interpretazione, Emilia e Desdemona sono colpevoli di infedeltà, ma sono giustificate dalle azioni dei loro mariti misogini, e diventano, così, personaggi più dinamici. Nella tradizione, Desdemona è innocente ed è solo accusata di essere andata a letto con Cassio. Nella prima scena dell'Atto IV, quando Otello la picchia e le dà ordini senza una giustificazione, diventa un personaggio totalmente statico. Tutto ciò che si può dire di lei come personaggio è che sta interpretando la moglie obbediente, che aspetta che si calmi la rabbia di Otello per compiere la mossa successiva. Ma se Desdemona è davvero colpevole di tradimento, allora la prima scena dell'Atto IV e tutto il resto del dramma acquistano nuovo significato. Desdemona non è più inconsapevolmente imprigionata nelle grinfie della gelosia di Otello, ma tenta attivamente di non farsi imprigionare.

Anche la relazione tra Emilia e Desdemona cambia: da intima amicizia a tacita inimicizia. Desdemona è l'usurpatrice della posizione di Emilia accanto ad Otello e quindi Emilia usa Iago per distruggere la relazione tra Desdemona e Otello, fornendogli il fazzoletto e ben consapevole del piano di lui. Emilia ama Otello perché è forte e diretto e, considerato come ha trattato Desdemona prima della gelosia, dev'essere stato anche un amante dolce e attento—tutto ciò che Iago non è.

Alla fine del dramma Emilia deve riconoscere che non può riavere Otello come amante, perché è consumato dal suo amore per Desdemona prima e dal sospetto poi. Emilia è spinta dall'attrazione sessuale verso Otello, che si trasforma in violenza quando realizza che non è ricambiata. Nella seconda scena dell'Atto IV, la reticenza di Emilia riguardo al fazzoletto non è dovuta al voler proteggere un marito violento, ma al nascondere un'informazione allo scopo di portare la sua rivale alla distruzione. Ovviamente questo pone le donne una contro l'altra come fosse un dramma di Thomas Middleton, ma almeno le donne sono ora le componenti più dinamiche della produzione.

La bellezza di questa versione sta nel fatto che niente del testo ha bisogno di essere corretto. I cambiamenti avvengono nella direzione delle azioni dei personaggi femminili. In questo modo è la regia che può aiutare a far cambiare l'interpretazione dello stesso dramma. Non sarebbe una pièce separata, un'appendice all'Otello di Shakespeare, ma una nuova prospettiva attraverso la quale guardare l'Otello. E oltre a questo, fare di Desdemona ed Emilia le figure centrali del dramma rappresenterebbe una giusta retribuzione alle centinaia di personaggi femmili interpretati da uomini nell'Inghilterra del Rinascimento.

fonte @VICE, traduzione italiana Chiara Fasano

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