di James Franco
E' tempo di concepire una nuova interpretazione dell'Otello di Shakespeare. Dalla sua prima rappresentazione all'inizio del 1600, il dramma ha conosciuto molti diversi rifacimenti. Il problema della razza—in particolar modo il background etnico del protagonista—è stato storicamente il tema di maggior interesse. Un altro è stato il modo in cui rappresentare i personaggi femminili: Desdemona ed Emilia, le apparentemente innocue mogli uccise dai loro mariti. Desdemona, la moglie di Otello, è spesso caratterizzata come una santa e una moglie oltremodo ubbidiente, mentre Emilia, la moglie di Iago, è più terrena e più risoluta a causa della sua classe sociale e della sua difesa di una giustificata infedeltà femminile. Un ritratto di questo tipo li fa apparire personaggi statici, dal momento che le mogli sono docili e i loro mariti dei folli. Scritti critici femministi come Women and Men in Othello di Carol Thomas Neely, dipingono Desdemona come un personaggio dinamico ed Emilia come più audace dei personaggi maschili, perché è l'unica a tenere testa ad Otello. Ammesso che sia vero, secondo tale analisi, questi ruoli restano pur sempre reattivi e in fondo inutili. Un indirizzo alternativo—in cui il pubblico, tuttavia, non abbandonerebbe il sessismo, per cui Desdemona ed Emilia non sono poi così innocenti—darebbe a questi ruoli una nuova vitalità, distante dalle "interpretazioni convenzionali".