Regia: Mark Rydell
Anno: 2001
Con: James Franco, Michael Moriarty, Barry Primus, Valentina Cervi, Enrico Colantoni, Edward Herrmann, Joanne Linville, John Pleshette
Trama: Le difficoltà e le incertezze che alimentarono il bruciante desiderio di James Dean di diventare un attore di grido e lo condussero al declino: dalla devastante perdita della madre in tenera età al tormentato rapporto con il padre, dalla sorprendente e rapida ascesa a icona del cinema alla tragica scomparsa a soli 24 anni.
Saranno cinematograficamente discutibili, ma ai film biografici non so dire di no. Chiamatelo pure guilty pleasure, ma trovo sia il modo più immediato per scoprire il personaggio di turno, almeno finché non si decide di andare a fondo della questione trovando un compromesso tra la licenza filmica e la verità, magari ripercorrendone la carriera con gusto filologico con qualsiasi cosa ti capiti a tiro. Poi volete mettere l’etica del racconto, la riverenza attraverso cui con un paio di scene si materializza dall’ordinario lo straordinario che ha portato alla nascita del mito? Prendete il biopic su James Dean interpretato da James Franco. Appunto. Lui, Franco, all’alba della sua carriera, aveva appena timbrato il cartellino della commedia adolescenziale mostrando due deliziose natiche durante un ballo studentesco destinato a degenerare. Un attore come tanti. Forse. Di lì a poco avrebbe vestito i panni del ribelle più famoso del cinema americano, uno di quei ruoli che ti può esplodere in faccia ad ogni passo falso. Ma non è questo il caso. Sarà stata l’incoscienza di chi si butta senza rete in un progetto tanto più grande di lui, ma la sua è un’interpretazione che non si dimentica e racchiude l’urgenza del personaggio Dean. Quell’esorcizzare il passato attraverso l’arte, pagandone l’intero prezzo con la consapevolezza che l’unica via da percorrere è solo e soltanto quella. Difficile scindere la vita privata da quella sul set, soprattutto quando Hollywood, ieri molto più di oggi, ti cuciva addosso un ruolo che ti portavi a casa anche a porte chiuse. James Dean - La storia vera, mostra questo, un ritratto in equilibrio tra l’icona e l’uomo che non perde mai di vista la portata di cosa è stato Dean, di chi era per chi l'ha conosciuto e per sè stesso. Aggiungete l’imbarazzante somiglianza di Franco a Dean, quella bellezza spigolosa, magnetica eppure indifesa e inconsapevole. Ecco, la sua interpretazione funziona perché non jamesdeaneggia mai, non strizza l'occhio compiaciuto in camera, ma guarda dentro l'anima fratturata di quel ragazzo dell'Indiana inconsapevole che un giorno sarebbe entrato nella storia.
Recensione di Sonny in esclusiva per JAMESFRANCOITALIA
Se ci penso applaudo da sola! Interpretazione straordinaria. È il primo film che ho visto con James. La mia scena preferita è quella del petrolio cioè IL GIGANTE.
RispondiEliminaSu YOU TUBE ho visto la premiazione ai Golden Globe: timido ed emozionato, ha ringraziato anche Dean.
DiCaprio rifiutò, pensai che sbagliasse ora sono contentissima; è andata meglio così per entrambi. (Se non vince l'Oscar protestiamo per solidarietà. )
Conoscevo già James per "Spiderman" e "Tristano e Isotta", ma dopo il colpo di fulmine in "Milk", questo è stato il primo film che ho recuperato. Che dire? Mi aveva folgorato perchè è riuscito a calarsi nei panni di James Dean senza esserne una caricatura. Il premio fu strameritato.
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