sabato 6 ottobre 2012

James Franco's 40 Minutes

Traduzione italiana: Chiara Fasano per James Franco Italia

James Franco in un film gay? Molti di voi sicuramente staranno già andando su Google Immagini per digitare: "James Franco gay film arte foto nudo". Come è logico. Ma prima, fate un respiro profondo e continuate a leggere. Perché non si tratta di una follia passeggera di Franco. La collaborazione tra l'attore laureato alla Tish e il regista di "mumbleporn" Travis Mathews è più che una scusa per vedere Franco contorcersi con dei "leather-daddy", anzi, è un'esplorazione ben fatta e che fa riflettere sulla cultura gay ungerground e sugli interessi stessi di Franco in merito alle tematiche queer. Per James Franco's 40 Minutes, i due hanno re-inventato i 40 minuti di scene tagliate dal controverso film del 1980 Cruising di William Friedkin, con Al Pacino nei panni di un poliziotto sottocopertura in vari bar gay di New York per indagare su una serie di omicidi. Il risultato è una sorta di documentario/dietro le quinte, che sarà proiettato fino al prossimo 15 ottobre esclusivamente nei camerini del nuovo punto vendita new-yorkese di COSTUME NATIONAL al 150 di Greene Street, come parte del progetto intitolato "NEW NO DARK WAVE" che vede protagonisti James Franco, Aaron Young, Frédéric Beigbeder, Daniel Firman e Tobias Wong e curato da Natacha Polaert. Una versione estesa, invece, sarà presentata nei circuiti festivalieri dei mesi a venire. Franco ha dichiarato a PAPERMAG: "Volevamo rivisitare Cruising per tante ragioni, una delle quali è celebrare l'omosessualità senza vergogna del film, l'atteggiamento fuori dall'ordinario che gli uomini assumevano in questi locali." Abbiamo anche chiacchierato con il regista su com'è nata la collaborazione con Franco, sul fare un "film nel film" e sulla dimenticata arte del battuage.


Qui trovate un esclusivo tesear trailer e delle foto promozionali. Ah, e spoiler alert: Franco non si spoglia. Ci spiace.

Allora, da dove è nata l'idea del progetto e come hai coinvolto James?

James era interessato ad un progetto artistico che avesse dei riferimenti a Cruising. E voleva che ci fosse del sesso gay. Io avevo appena fatto un giro dei festival piuttosto lungo con il mio primo film I Want Your Love. In quel film ho inserito del sesso reale che si intreccia con la narrativa. Quindi l'assistente di James mi ha contattato e mi ha detto: "Ti andrebbe di lavorare con James a questo progetto?" Quando abbiamo cominciato a parlarne, il processo è diventato più collaborativo. James praticamente mi ha chiesto di vedere Cruising e capire se ci fosse qualcosa che mi interessasse e mi stimolasse. Non sapevo che William Friedkin, il regista dell'originale, avesse fatto i salti mortali con la censura, per ottenere alla fine il divieto ai minori. E dovette tagliare 40 minuti di girato.

Quindi ho pensato, "perché non facciamo qualcosa del tipo: 'James Franco re-inventa i 40 minuti di Cruising'?". Lo volevo fare per varie ragioni. Prima di tutto perché avevamo molto poco tempo e un budget minimo, quindi una cosa super ricercata cercando di essere autentici sarebbe risultata finta. Piuttosto, volevamo che la gente capisse dall'inizio che abbiamo costruito il tutto. Per questo ci siamo focalizzati così intensamente su quella scena tagliata.

L'attore Val Lauren, che interpreta il personaggio di Al Pacino, è un amico di James e all’inizio non voleva affatto far parte di questo progetto, ma poi è salito a bordo, e con entusiasmo, proprio perché c'era James. Allora ci è stato chiaro che stavamo creando questo parallelo tra la storia originale di Cruising, che vede l'incursione di Al Pacino nel bassifondi gay di New York e l'incursione di Val Lauren nel nostro film. Entrambi sono forzati a vivere e ad affrontare un esperienza in uno spazio estremamente omosessuale.

All'inizio avete detto a Val che avreste fatto un semplice remake? E solo dopo aver espresso le sue perplessità avete pensato di trasformarlo in un making-of?

No, volevamo realizzare un making-of prima ancora di parlarne con Val. All'inizio del film, quando siamo tutti nell'hotel e facciamo le presentazioni, quello è stato davvero il momento in cui ci siamo incontrati e in cui ho conosciuto Val. Aveva già letto il suo contratto e c'era scritto praticamente quello che si vede nel film, ma con diverse situazioni in cui Val era più coinvolto. Così è stato fantastico quando l'ho incontrato per la prima volta. Ci siamo seduti e lui era esattamente come volevo che fosse, come attore e come persona, anche con la sua resistenza. Mi ha detto: "Ho letto il contratto e te lo dico subito, non farò questo, né questo, e non mi chiedere di fare questo." E per me era perfetto così.

Il momento in cui lui e James hanno quella conversazione accesa in cui Val dice di non sentirsi a suo agio in questo film è incredibile. Era nella sceneggiatura?

Ho scritto la sceneggiatura e il dialogo tra di loro ed è stata una delle cose più strane che abbia mai scritto, perché era prima che incontrassi James. Sto qui a scrivere le battute per lui e nemmeno lo conosco. Poi gliele ho date e lui era aperto a tutto, ma ad un certo punto per me aveva più senso che usassero le loro parole e i loro sentimenti.

Perché pensi che James abbia voluto prendere in mano questo progetto?

Perché voleva fare un film queer. E lo dico in senso lato. Non semplicemente un film su dei ragazzi gay. Penso che volesse fare qualcosa che avesse una sensibilità queer. La prima conversazione che facciamo nel film è sui matrimony gay.

Giusto, la diffusione della cultura queer e perché non è sempre vista di buon occhio.

Sì, e su come si stia diffondendo la possibilità di cancellare molta cultura queer e sul fare arte anche parlando dei matrimoni gay e dell'integrazione. Per me permettiamo allo spettatore di guardare un prodotto che cerca di essere queer e non mainstream.

E ovviamente ci sono tanti livelli di lettura quando si fa un film nel film. La cosa ha confuso gli attori?

E' stato divertente essere coinvolto in un film in cui non era mai completamente chiaro quando si stesse recitando e quando si stesse facendo sul serio. Volevo creare queste strane dinamiche in bilico tra il reale e l'irreale, metà della gente sul set era etero e metà era gay.

I primi piani dei ragazzi che ammiccano in camera sono fantastici. Avete semplicemente detto loro: "Ammiccate alla telecamera"?

Sì sì. Volevo mostrare i ragazzi del 2012 e la loro interpretazione del battuage perché mi sembra che nel mondo gay di oggi questa idea sia andata persa. Tutti hanno dei telefoni oggi, non accade più che vai nel parco o in un bar e ti capita di fare del sesso casuale.

Molti di questi ragazzi mi hanno chiesto: "Ma che vuoi dire? Non so cosa significhi", e l'ho trovato interessante. E poi pensavo semplicemente che sarebbe stato divertente avere una galleria di ragazzi che ammiccano alla telecamera. Esattamente nel modo in cui loro interpretano il significato.


A cosa stai lavorando ora?

Sto lavorando a una serie TV drammatica su un outsider che vive in una piccola città americana. E anche a un altro progetto chiamato In Their Room, ambientato in diverse città, che mostra diversi ragazzi nelle loro stanze da letto. La amo molto. Ho girato ad aprile a Londra e la monterò a novembre. Ora mi sto gustando le reazioni della gente a questo film.

Come hanno reagito fin ora?

Direi bene. Alcuni sono un po' confusi, tipo: "Oh, pensavo dovesse essere così...", ma la maggior parte ha detto: "Grazie al cielo non è quello che pensavo!" Credo che ci sarà anche qualche deluso perché non si tratta di James Franco che fa sesso per 40 minuti. D'altra parte, non si può accontentare tutti.

Già. Hai mai parlato con James di coinvolgerlo maggiormente o non era mai nei piani?

Credo che lui abbia il giusto spazio. Nessuno avrà modo di cercarlo e chiedersi: "Ma dov'è James Franco?" e nessuno sarà distratto dall’intreccio narrativo di Val, che è il vero cuore del film.

8 commenti:

  1. ciao mi chiamo carola da napoli vogliamo sapere x roma.carola 91

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  2. Ciao Carlotta. Per quanto riguarda il Festival di Roma e la famosa intervista a Rolling Stone in cui James dichiarava che ci sarebbe stato, temo che lui (o il giornalista) si sia confuso con Venezia. Ma dato che la speranza è l'ultima a morire, attendiamo il calendario ufficiale del Festival che verrà comunicato il 10 ottobre. James sarà comunque a Roma (tra fine ottobre e novembre) per le riprese di "Third Person", ma al momento non so quando arriverà.

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  3. ah ok allora attendo notizie .......ma tu andrai a ROMA quando gira il film ?io JAMES NON l ho mai visto non so come funziona li si possono vedere gli attori ?ciao grazie carrie

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  4. Ops, perdonami, ti ho chiamato Carlotta :)) Allora, CAROLA, non sono mai stato su un set e non so quanto sia possibile avvicinare gli attori durante le pause. Ma in questo caso lui girerà all'interno degli studi di Cinecittà, quindi credo sarà molto difficile beccarlo. Non andrò a Roma solo per quello e sinceramente mi sento di sconsigliarlo, a meno che non si è proprio del posto e si è disposti a passare ore fuori da Cinecittà. Discorso diverso per il Festival, dove le possibilità aumentano a ridosso delle conferenze stampa e dei red carpet ;)

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  5. figurati ah no ma io sapevo che potevi entrare a cinecittà,forse questo vale quando non girano...grazie cmq:-)

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  6. ho capito che sarà un impresa...la mia amica ha detto che lei ha la vorato alla biennale 2 anni fa e che ha fatto una tavola rotonda se non erro magari stando per un pokok ci va bene e ne fa una,oppure ci appostiamo davanti all hotel dove dormono
    cmq forse hai ragione non è sicuro come ai festival

    grazie ancora carrie

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  7. "Direi bene. Alcuni sono un po' confusi, tipo: "Oh, pensavo dovesse essere così...", ma la maggior parte ha detto: "Grazie al cielo non è quello che pensavo!" Credo che ci sarà anche qualche deluso perché non si tratta di James Franco che fa sesso per 40 minuti. D'altra parte, non si può accontentare tutti."

    ahaha grandissima questa frase!

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  8. Hey it's great!

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