venerdì 18 ottobre 2013

Due gatti intervistano James Franco in occasione dell'uscita del suo nuovo libro "Actors Anonymous"



di Scott Indrisek

Vi sorprenderà sapere che finora, James Franco non aveva mai scritto un romanzo. Il celebre multi-tasker ha firmato diverse sceneggiature, innumerevoli saggi scolastici e articoli, una raccolta di racconti brevi e una biografia. Ma con Actors Anonymous, per la prima volta, il versatile attore di film come 127 Ore e Facciamola Finita, ha prodotto un unico intreccio narrativo che si sviluppa da copertina a copertina. La storia frammentata indaga le vite di diversi attori in lotta con ciò che vogliono essere, alle prese con la fama o con le conseguenze tossiche dell'essere celebrità. E' una forma di letteratura molto strana e sperimentale: è coraggioso e turbolento—ci sono segmenti che sembrano estratti di un manuale per aspiranti attori; racconti di sesso orale in un bagno di uno squallido McDonald's; e un alter ego di James Franco che commenta arrabbiato il suo "celebrtity profile" sulla rivista Sass. Come il suo autore, il libro è ambizioso, ribelle e difficile da etichettare. Mentre è impegnato a girare un adattamento de L'Urlo e il Furore di William Faulkner (la sceneggiatura ovviamente l'ha scritta lui), Franco ha trovato il tempo per parlare di Actors Anonymous con due dei suoi più vivaci fan felini.

JAMES FRANCO: Come va, gattini? Mi fa piacere parlare con voi.

UNI and CHLOE: Ciao James. Sembra che Actors Anonymous identifichi il desiderio di lavorare nel cinema con l'abbandono a impulsi tossici e dannosi, tipo finire fuoristrada ubriachi o fumare crack con prositute transessuali. La recitazione è una malattia?

No, gattini miei, recitare non è una malattia. Ho usato quella struttura del recupero [il libro è strutturato sul modello della terapia degli alcolisti anonimi, n.d.t.], per considerare la recitazione come un modo di essere e di pensare. Questo approccio mi ha permesso di guardare all'essere attore come qualcosa di più che una professione, come un fenomeno più ampio o un modo di essere che appartiene un po' a tutti, in un certo senso. Immagino che questo approccio trasformi il recitare in una risposta alla vita e in una maniera di relazionarsi con il mondo e con le altre persone. Ma non credo che se si recita di professione, si debba essere "aggiustati" o "curati". Fare l'attore ti dà la possibilità di esaminare il comportamento degli uomini. E quello dei gatti.

Una parte del messaggio di Actors Anonymous è che la vita è un po' una performance. Se ci pensiamo troppo a lungo, il nostro povero cervello di gatti inizia a fumare. Ma abbiamo capito, davvero: a volte passiamo un intero pomeriggio a fingere di essere tigri lesbiche o aerei pelosi o rocce inanimate appollaiate sulle cime felpate del Mount Laundry. Ma James, ti rattrista questa storia della "personalità come una messa in scena", della "vita come palcoscenico"? O lo trovi liberatorio, nel senso che puoi essere chi e che cosa vuoi, reinventarti ogni giorno?

E' molto liberatorio, gattini miei. Pensate a voi stessi. Fingere di essere micini hipster di Brooklin. Che messa in scena straordinaria! Tutti crediamo che voi piccole palle di pelo abbiate scritto queste domande per me—è fantastico! Queste maschere di gattini che avete creato ci permettono di fare un'intervista in modo divertente. Recitare non è una brutta cosa. In effetti, recitare e creare dei personaggi a volte ci permette di trarre il meglio dall'esistenza e di vivere le vite che vogliamo vivere. In realtà io credo che l'approccio alla vita opposto sia più deprimente e limitante, l'idea che sei quello che sei, che sei nato in un determinato modo, in un determinato spazio e tempo. Quell'idea ti impone una personalità e non ti permette di creare la persona che vuoi diventare. Voi potreste essere solo degli strambi hipster di Bed-Stuy, ma ora, grazie alla vostra messa in scena, siete splendidi gattini divertenti!

Un capitolo del romanzo è un "articolo" meta-narrativo di una rivista inventata chiamata Sass, commentata da un attore non meglio specificato che sembra molto simile a te, James. La vicenda è quella di un redattore che prova a convincere l'attore ad apparire nudo in un servizio fotografico; l'attore reagisce con un'impressionante risposta al vetriolo, tramite delle note a fondo pagina. Abbiamo due domande per te: diresti che sei "pieno di rabbia", James? E poi, quanto spesso ti accade che dei perfetti estranei ti chiedano di toglierti i vestiti per la telecamera?

Non sono così arrabbiato. Quel capitolo non è necessariamente reale. E' un libro di finzione che gioca con la mia personalità pubblica e con altri tipi di personaggi pubblici. Nella mia vita fuori dal libro, alcuni mi chiedono di spogliarmi per dei progetti e non mi faccio molti problemi. E' un problema, invece, quando la gente prima mi dice che lavorerò in un modo e poi mi fa fare altro, cambiando totalmente quello per cui avevamo fatto un accordo. Voi potete capirmi, gattini. Se vi chiedessero di fare una pubblicità per i Friskies e una volta che siete lì, vi dicessero che vogliono solo fotografare le vostre piccole chiappette feline? Fa un po' uno schifo, no? Specialmente perché i mici non si puliscono.



Un personaggio del romanzo, quello freddo, ai limiti del sociopatico, mi ha ricordato Jerzy Kosinski, soprattutto il libro Cockpit. Ti piace questo scrittore polacco?

Mi piace tanto, tanto, tanto Kosinski. Era un grande creatore di personaggi e portava sempre il meraviglioso nella vita di tutti giorni. E' da un po' che voglio fare un film tratto da Kosinski, The Painted Bird o da qualche altro libro.

In Actors Anonymous c’è un personaggio che interpreta una scimmia. Tu hai una certa esperienza con le scimmie, da L’Alba del Pianeta delle Scimmie al sorprendentemente drammatico The Ape. Come entreresti nella mentalità del ruolo di un animale? In particolare, come ti prepareresti per il ruolo di un gatto?

C'è una lunga tradizione che usa gli animali come modelli per i comportamenti umani. Credo che alcune accademie come la RADA di Londra o quella della UCLA usino questo metodo. Per interpretare un gatto, come voi, immagino che frequenterei Brooklyn, guarderei la terza stagione di Girls, andrei ad un'inaugurazione di una mostra di Rob Pruitt, fumerei erba (finta erba, io non fumo) e passerei del tempo con i gatti musicisti miei amici. Non male, no?

I signor no potrebbero dire, "Hey, voi gatti dallo sguardo fisso, non vi importerebbe nulla di questo romanzo se non fosse scritto da James Franco". E in parte, avrebbero ragione. Quanto è importante il tuo nome, la tua biografia, la tua identità e la tua fama ai fini della lettura di Actors Anonymous?

Questo libro parla e non parla di me. Non è un'autobiografia, niente del genere, ma certamente dipende dalla mia esperienza di attore. La storia è ambientata nel mio mondo del cinema e della letteratura. Nel mio primo libro, Palo Alto, non ho incluso nulla della mia vita di attore nei racconti, perché ho pensato di tenere le due sfere separate, in modo che la gente potesse guardare a me come scrittore. Ma ora non sento il bisogno di separare i miei diversi interessi. E' chiaro che nel libro c'è la consapevolezza della mia posizione di attore—non sto cercando di nasconderlo. E a causa di questo, proprio il fatto che io sia un attore può dare energia alle storie del libro.

Se abbiamo fatto bene i conti, tu hai 23 Master e 14 PhD, in discipline che vanno dalla (Non)Scrittura Creativa alla Termofisica Dinamica. Hai studiato in ogni nazione tranne la Rwanda. Hai effettuato, con successo, una clonazione di te stesso per seguire una lezione di Slavoj Zizek alla Columbia, mentre nello stesso tempo, insegnavi l'erotismo volgare di David Mamet a degli studenti di Lettere in un campus satellitare della NYU ad Abu Dhabi. Quale lezione vorresti insegnare ai gatti di oggi in merito al multi-tasking?

Ahah, battute da gatti, divertente. No, purtroppo gattini, avete sbagliato i conti. L'avrete letto su dei blog spazzatura. Semplicemente lavoro sulle cose che amo e con le persone che stimo.

E dovremmo andare all'università, specializzarci?

Io ho adorato l'università, ma non è per tutti. E' un tema importante. Specializzarsi è molto costoso, ma ne vale la pena. Sei circondato da persone che prendono sul serio le discipline di cui sono appassionate e per me, quello è stato davvero importante. Ma altri apprendono meglio fuori da scuola.

In qualche modo, Actors Anonymous è un racconto sfrontato e ammonitorio sul potere libidinoso dell'"attore", che è e non è James Franco, ma capace di persuadere eserciti di donne a entrare nel suo letto con il minimo sforzo. Come possiamo difendere la dignità delle nostre gattine contro i gattacci come "te"?

Strano che l'abbiate letto in questo modo. Non è affatto questo il messaggio che volevo dare. E' vero che c'è ancora una gerarchia maschile nell'industria del cinema, ma non credo appartenga solo al mondo del cinema—è un problema universale. Se volete proteggervi dai Gattacci, non uscite con uomini cretini.

Il romanzo sembra una lettiera piena di infiniti scompartimenti, tutte con diversi livelli di pulizia. Non c'è un vero e proprio inizio e una vera e propria fine. Come hai concepito la struttura metaforica di Actors Anonymous?

L'ho pensata insieme al mio editore Ed Park. Alcune sezioni sono ispirate a David Markson, altre a David Shields, altre a Dennis Johnson, altre a Mark Danielewski. E grazie per il paragone con la lettiera; alcune di queste domande odorano come la piccola pupù dei miei gattini.

Se Actors Anonymous fosse un animale, che animale sarebbe?

Bhè, un gatto, no?

© BULLETT, traduzione italiana Chiara Fasano

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