domenica 16 febbraio 2014

The Capote Character



di James Franco

A Sangue Freddo di Truman Capote è tante cose tutte insieme. E' un thriller, un noir, lo studio di un personaggio, un incubo esistenziale, una metafora della vita moderna, una lotta contro le critiche della società e un libro sulla futilità del desiderio dell'umanità di controllare la propria natura criminale.

Quando uscì, A Sangue Freddo era un libro unico nel suo genere
il racconto di un crimine, ma scritto con la bella grafia del romanzo. Su quell'esempio, Norman Mailer scrisse Il Canto del Boia. L'adattamento cinematografico, diretto da Richard Brooks (La Gatta sul Tetto che Scotta, In Cerca di Mr. Goodbar, Il Figlio di Giuda) è un classico a tutti gli effetti, con Robert Blake (Baretta) nei panni dell'assassino Perry Smith. Al di sotto di quell'aspetto apparentemente scialbo, c'è l’interpretazione talmente sensibile di Robert Blake che non puoi non provare empatia per l'assassino-sognatore con le gambe deformi e la giacca di pelle.

Il film è una poesia di luci e ombre, grazie alla fotografia del leggendario Conrad Hall (American Beauty, Butch Cassidy, Il Giorno della Locusta e Era Mio Padre, per il quale ha vinto, postumo, il suo terzo Oscar). Il film culmina nelle riflessioni di Perry su tutto quello che ha fatto, mentre il riflesso delle gocce di pioggia fuori dalla finestra del suo braccio della morte cade come lacrime sul suo visol'attore così può evitare il sentimentalismo melodrammatico, riuscendo tuttavia a comunicare lo stato interiore del suo personaggio. E' una metafora e un simbolo letterale allo stesso tempo e un momento geniale nella storia del cinema, che si studia nei corsi di regia di tutto il mondo.

Il film di Richard Brooks, A Sangue Freddo, è lo studio di un adattamento. Da un libro che ruota attorno a tutte le facce del crimine, è tratto il racconto di un uomo diventato cattivo, lasciando in disparte ogni aspetto positivo. Il modo in cui l'assassinio è accennato e poi superato all'inizio, per ritornarci solo in qualche flashback verso la fine è geniale. Questa struttura è tratta dal libro, dove conosciamo gli assassini e poi li dimentichiamo. Siamo portati, così, direttamente nell'orrore della notte dell'uccisione come se stessimo per saltare emotivamente sul loro treno.

L'unica cosa strana è che il giornalista (il personaggio di Truman Capote) è ritratto come un uomo maturo, molto eterosessuale e molto conservatore. Sarà una scelta simile a quella dell'adattamento di Blake Edwards di Colazione da Tiffany, in cui il personaggio dello scrittore (un altro alter ego di Capote nel libro) diventa l'interesse amoroso di Holly Golightly nel film?

Nel Capote di Bennet Millercon il suo vecchio amico Philip Seymour Hoffman nei panni dello scrittoreavviene un salto al di fuori del libro A Sangue Freddo, per mostrarci il suo autore. Negli altri suoi libri—Altre Voci, Altre Stanze; Colazione da Tiffany; e il mai pubblicato Incontro d’EstateCapote ha sempre creato un personaggio alter ego di se stesso. In A Sangue Freddo, invece, si lascia scivolare sullo sfondo per porre in primo piano Perry Smith.

Nel libro Tiny Terror: Why Truman Capote (Almost) Wrote 'Answered Prayers', William Todd Schultz elabora due teorie che fanno al caso nostro: una, secondo la quale il 'personaggio' Truman e la sua carriera letteraria sono create per provocare e l'altra, secondo cui Perry Smith è diventato un alter ego di Capote, implicando, quindi, la necessità di un 'personaggio' Capote anche in questo libro.

Io vedo il distacco di Capote dal genere di Colazione da Tiffany per immettersi sul lungo percorso in cui ha fatto ricerca e ha scritto A Sangue Freddo come un prodotto del suo bisogno di provocareuna posizione a cui è arrivato dopo una vita di derisioni: prendili prima che prendano te. Capote ha scritto la storia di finzione proprio come un romanzo, secondo i piani, cogliendo la narrazione sordida con il linguaggio bellissimo della sua prosa e ed elevandola da un resoconto del crimine reale ad un'intensa analisi dei legami che tengono insieme una comunità e quelli che reggono la sanità della mente umana.

Nel film Capote, la centralità che ha Perry Smith in A Sangue Freddo si sposta su Capote stesso. E' un ritratto del genio che combatte con l'invenzione di un nuovo tipo di scrittura e con la sua stessa ombra, Perry Smith. Prendendo in prestito una frase di Capote nel film, è come se i due fossero cresciuti nella stessa casa, ma Smith ne fosse uscito dalla porta sul retro e Capote da quella d'ingresso. Nello sforzo di Capote nel ritrarre Perry sulla pagina, io vedo un parallelismo perfetto con lo sforzo di Philip Seymour Hoffman nel ritrarre Capote sullo schermo. La grandezza dei libri di Capote mi fa dimenticare che abbia avuto una vita triste e troppo breve. Allo stesso modo, voglio tornare su quello che ha fatto Philip Seymour Hoffman, perché mi aiuta a non pensare che sia uscito di scena così presto. Se mi immergo nei doni che ha lasciato dietro di sé, Philip per me vive ancora un altro po'.

@VICE, traduzione italiana Chiara Fasano

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