giovedì 31 marzo 2011
James Franco su FHM Collections Spain
FHM Collections Spagna di marzo dedica la copertina e un ampio servizio interno (intitolato "Come conquistare Hollywood") a James Franco. Lo shoot, di Mikael Jansson, è lo stesso pubblicato in esclusiva per Interview nel 2008.
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martedì 29 marzo 2011
James Franco al Late Show with David Letterman
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James Franco parla degli Oscar
Ovviamente a modo suo e durante un'intervista per la promozione di "Your Highness". Prima o poi doveva arrivare la resa dei conti con il giornalista di turno e la fatidica domanda "James eri fatto?". Sentite la risposta:
"Non ho usato più eroina di quella che uso di solito", ha detto. Seguito da Danny McBride con "Mi ha chiamato poco prima dello show, chiedendomi 'Qual'è la giusta dose da assumere prima di presentare gli Oscar?"
fonte extraTV e MTVMoviesBlog
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lunedì 28 marzo 2011
'Rebel' di James Franco alla Biennale di Venezia 2011
La conferma, direttamente dal suo account twitter:
Il video, intitolato "Rebel" anticipa la collaborazione di James Franco con Harmony Korine, regista e sceneggiatore di culto, decisamente poco accomodante (e se avete visto "Gummo" o "Ken Park" sapete di cosa parlo) che in passato ha collaborato anche con Gus Van Sant e Larry Clark. Insomma, i famosi sei gradi di separazione tra Franco e i suoi punti di riferimento artistici si stanno definitivamente annullando. A questo punto rimane da capire se la presenza alla Biennale lo vedrà impegnato in un progetto completamente inedito o se nel programma sarà incluso anche la sua prima personale The Dangerous Book Four Boys. A presto per ulteriori news.
AGGIORNAMENTO 29.03.11: il video non è più disponibile poichè rimosso dal twitter di James Franco. Per chi non l'avesse visto, Rebel, accompagnato dalla didascalia "coming this June to Venice, Italy" si presentava come una sorta di trailer del progetto sviluppato con Harmony Korine. Ambientato in un ampio parcheggio vuoto, mostrava un gruppo di persone in attesa a cavallo di una bici e con indosso magliette del rapper Tupac. Tra loro, anche James Franco, che riprendeva, e lo stesso Korine. Secondo rumors diffusi in rete, l'intero progetto dovrebbe riguardare lo scontro (reale) tra due gang rivali di Los Angeles.
James Franco versione PIMP (Rebel, 2011) |
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domenica 27 marzo 2011
James Franco diventa professore universitario
No, non stiamo parlando del suo prossimo ruolo cinematografico, ma di un ben più concreto impegno nella real life. Il prossimo anno infatti James terrà un corso di regia alla New York University, nello specifico avrà la cattedra del terzo anno di specializzazione al Kanbar Institute of Film and Television. La classe, costituita da 10-12 studenti dovrà adattare una poesia di Louise Glouk. L'amore di James Franco per la New York University non è certo una novità; a parte il saluto ai suoi compagni di corso in diretta mondiale durante gli Oscar ("NYU, what's up!"), aveva speso parole di stima anche durante l'ultima ospitata al David Letterman Show. Stima ricambiata da Giovanni Tintori, presidente del Kanbar Institute, che ha definito James "un uomo dotato di mente straordinaria e con un'energia illimitata. I nostri studenti saranno fortunati ad imparare da lui."
fonte WSN
James durante una lezione tenuta alla Columbia University |
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sabato 26 marzo 2011
Maladies: il trailer
Ecco (a sorpresa) il trailer di Maladies, film finora avvolto nel mistero, in cui James Franco interpreta un ex attore di talento che, ritiratosi dalle scene in giovane perchè convinto di essere affetto da schizofrenia, vive in una piccola cittadina con la sorella che soffre di disforia di genere (Catherine Keener) e il suo migliore amico (David Strathairn).
Maladies è l'opera prima dell'artista contemporaneo newyorkese Carter che aveva già diretto James nel mediometraggio Erased James Franco, in cui reinterpretava alcuni ruoli della sua carriera nonchè personaggi di culto come Rock Hudson in Seconds e Julianne Moore, casalinga fobica in Safe di Todd Haynes.
Maladies è l'opera prima dell'artista contemporaneo newyorkese Carter che aveva già diretto James nel mediometraggio Erased James Franco, in cui reinterpretava alcuni ruoli della sua carriera nonchè personaggi di culto come Rock Hudson in Seconds e Julianne Moore, casalinga fobica in Safe di Todd Haynes.
LA RECENSIONE: 127 Ore
Regia: Danny Boyle
Anno: 2010
Con: James Franco, Kate Mara, Amber Tamblyn, Treat Williams, Clémence Poésy, Lizzy Caplan
127 Ore doveva essere una sorta di formattazione per Danny Boyle dopo il trionfo del kolossal bollywoodiano The Millionare, film che gli ha fatto guadagnare una pioggia di riconoscimenti, premi Oscar, l'entrata nell'olimpo di Hollywood e naturalmente le critiche che non si risparmiano a chi sale sul carro del vincitore. Tratta dall'omonima autobiografia di Aron Ralston, quella raccontata nel film è infatti una storia basica, con un attore protagonista e un'unica claustrofobica location, paradossalmente contrapposta allo splendido ed infinito scenario naturale in cui è incastonata. Il budget ridicolo, pochissimi giorni di riprese e la voglia di dare forma filmica ad un'esperienza estrema eppure dal messaggio universale. Boyle ritorna di fatto alla semplicità e l'immediatezza del debutto (con Piccoli omicidi tra amici) miscelando però quegli elementi accumulati nel suo percorso cinematografico e che sono diventati un inconfondibile marchio di fabbrica. E le sue sono scelte ardite e spiazzanti, per lo meno in riferimento al background che una storia come questa si porta dietro: 127 Ore non è Into The Wild di Sean Penn, che già aveva nell'uso del linguaggio uno dei suoi punti di forza, ma che rimaneva ben ancorato a suggestioni on the road da beat generation. Chris McCandles e Aron Ralston sono forse simili nel loro egoismo, ma se il primo è stato svezzato dalla letteratura, il secondo è cresciuto con la tecnologia. Quello di Boyle è quindi un film fortemente moderno, ma con scelte comunque pensate e funzionali. L'intro sincompato, videoclipparo, l'uso dello split screen, l'invadenza della musica extradiegetica diventano caratterizzazione del personaggio, un uomo immerso nella frenesia della vita moderna, lontano da se stesso, che di lì a poco si troverà a rivedere le proprie priorità. La fotografia muta fino alla saturazione accecante dei colori che è la stessa di quando si viene travolti dalla bellezza di uno spettacolo naturale ed i sensi si amplificano. Ma quando i toni cambiano, Boyle sa mettersi da parte a favore di ciò che racconta, lasciando tutto in mano a James Franco e lo spazio angusto in cui si muove.
Anno: 2010
Con: James Franco, Kate Mara, Amber Tamblyn, Treat Williams, Clémence Poésy, Lizzy Caplan
Trama: la vera storia dell'escursionista Aron Ralston, divenuto tristemente famoso per essere rimasto imprigionato da una frana nel corso di una scalata nello Utah. Si liberò dopo quasi cinque giorni amputandosi da solo il braccio rimasto intrappolato.
127 Ore doveva essere una sorta di formattazione per Danny Boyle dopo il trionfo del kolossal bollywoodiano The Millionare, film che gli ha fatto guadagnare una pioggia di riconoscimenti, premi Oscar, l'entrata nell'olimpo di Hollywood e naturalmente le critiche che non si risparmiano a chi sale sul carro del vincitore. Tratta dall'omonima autobiografia di Aron Ralston, quella raccontata nel film è infatti una storia basica, con un attore protagonista e un'unica claustrofobica location, paradossalmente contrapposta allo splendido ed infinito scenario naturale in cui è incastonata. Il budget ridicolo, pochissimi giorni di riprese e la voglia di dare forma filmica ad un'esperienza estrema eppure dal messaggio universale. Boyle ritorna di fatto alla semplicità e l'immediatezza del debutto (con Piccoli omicidi tra amici) miscelando però quegli elementi accumulati nel suo percorso cinematografico e che sono diventati un inconfondibile marchio di fabbrica. E le sue sono scelte ardite e spiazzanti, per lo meno in riferimento al background che una storia come questa si porta dietro: 127 Ore non è Into The Wild di Sean Penn, che già aveva nell'uso del linguaggio uno dei suoi punti di forza, ma che rimaneva ben ancorato a suggestioni on the road da beat generation. Chris McCandles e Aron Ralston sono forse simili nel loro egoismo, ma se il primo è stato svezzato dalla letteratura, il secondo è cresciuto con la tecnologia. Quello di Boyle è quindi un film fortemente moderno, ma con scelte comunque pensate e funzionali. L'intro sincompato, videoclipparo, l'uso dello split screen, l'invadenza della musica extradiegetica diventano caratterizzazione del personaggio, un uomo immerso nella frenesia della vita moderna, lontano da se stesso, che di lì a poco si troverà a rivedere le proprie priorità. La fotografia muta fino alla saturazione accecante dei colori che è la stessa di quando si viene travolti dalla bellezza di uno spettacolo naturale ed i sensi si amplificano. Ma quando i toni cambiano, Boyle sa mettersi da parte a favore di ciò che racconta, lasciando tutto in mano a James Franco e lo spazio angusto in cui si muove.
James Franco. 127 Ore è il suo film, o per lo meno quello in cui si gioca tutto con un'interpretazione spinta oltre ogni limite fisico ed emotivo. Aneddoti di produzione raccontano di un Danny Boyle che in vena di sadismo lo lasciava ore da solo, bloccato tra le rocce, a trovare il momento giusto per riprendersi con la telecamera. E ancora, dialoghi tra i due in cui era talmente calato nel ruolo di Aron Ralston da rivolgersi a se stesso in terza persona ("Cosa vuoi che faccia James Franco in questa scena?"). Un ruolo a cui è approdato dopo un lavoro intenso su se stesso e una serrata frequentazione del vero Aron Ralston che gli ha mostrato i filmati girati durante la sua "prigionia". Il risultato è unico ed emozionante, soprattutto nel portare il personaggio al cuore del film. Come ha detto lo stesso Boyle "Aron si misura concretamente con l’idea della morte e, in un certo senso, per affrontare il rischio di liberarsi, deve accettare l’idea di morire. Lui affronta la solitudine, la paura, il dolore e questo lo porta dritto al nucleo essenziale dell’esistenza." James Franco diventa il veicolo del suo calvario, fino alla liberazione finale che esplode con la dirompenza di una seconda e consapevole nascita.
Recensione di Sonny in esclusiva per JAMESFRANCOITALIA
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giovedì 24 marzo 2011
In case you missed it: James Franco as Bruce Nauman
Tra le chiavi di ricerca più gettonate del blog, dopo quelle sessualmente esplicite, spunta la criptica "James Franco esibizione faccia bianca". Ora, siccome non vorrei che in un incessante girovagare sul web incappaste in siti che trattano di problemi alimentari o di milleunomodi per avere un abbronzatura perfetta, vi vengo incontro:
Girato allo Standard Hotel di New York, il video (pubblicato sul sito NOWNESS) è una rivisitazione di Art Make-Up, video installazione di Bruce Nauman del 1967.
Considerato all'unanimità uno degli artisti più influenti dell’arte dopo Andy Warhol, dagli anni Sessanta Bruce Nauman ha creato sculture, video, installazioni e performance che hanno rappresentato una continua e significativa investigazione delle nostre condizioni fisiche, emotive e psicologiche, spesso destrutturando la concezione del tempo e dello spazio per restituire l'estenuante e routinaria banalità della vita quotidiana. Con il suo lavoro Bruce Nauman ha influenzato intere generazioni di artisti.
(cit. Please Pay Attention Please, Le parole di Bruce Nauman)
(cit. Please Pay Attention Please, Le parole di Bruce Nauman)
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VIVA FRANCO: magazine covers archive 2010
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mercoledì 23 marzo 2011
Anticipata l'uscita di "Rise of the Apes"
Con un'uscita originariamente prevista per il 24 giugno, poi posticipata nel weekend del Ringraziamento a novembre, "Rise of the Apes" prequel della saga "Il pianeta delle scimmie", punta nuovamente a diventare il blockbuster dell'estate americana. La 20th Century Fox annuncia infatti che il film sarà nelle sale il 5 agosto.
"Rise of the Apes", ambientato nella San Francisco dei giorni nostri, racconta di come una serie di esperimenti genetici abbia portato alla creazione di un specie di scimmie super intelligenti e alla conseguente lotta tra loro e gli umani per la supremazia del pianeta. James Franco interpreta lo scienziato impegnato a testare sulle scimmie una cura per l'Alzheimer e che, una volta scoperti quali sono le reali motivazioni di questi esperimenti, proteggerà Caesar (la prima di questa particolare specie) dagli altri scienziati, dando di fatto il via alla loro ribellione.
James nella prima immagine ufficiale di "Rise of the Apes |
fonte 20th Century Fox twitter
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martedì 22 marzo 2011
Bruce Vilanch nega le dichiarazioni post-Oscar su Franco
Stavo per fare un update al post precedente, ma poi mi sono detto che forse era il caso di spendere due parole in più sull'intera faccenda. Bruce Vilanch ha mandato una mail a James Franco in cui sostiene di essere stato frainteso, nega di avere rilasciato certe dichiarazioni e di avere invece preso le sue difese quando il famoso intervistatore del New York Magazine ha iniziato a fare pesanti battute sul suo conto. Nonostante questa sia la scusa standard di chi solleva un polverone e poi si pente, gli concediamo il beneficio del dubbio. Tra i due, pace fatta. Amen. Mi premeva più che altro spiegare il perchè di questo post. Ho aperto il blog con l'idea di parlare dell'artista James Franco senza incappare nel gossip o nella notizia sensazionalistica, e soprattutto di farlo nel modo più oggettivo possibile. Le parole di Vilanch rimbalzate ieri sul web, sono state postate su queste pagine col solo scopo di parlare del lavoro di James anche attraverso dichiarazioni scomode o critiche. E capiterà ancora se ci sarà motivo di farlo, perchè le discussioni a senso unico non mi sono mai piaciute. Mi scuso però coi miei lettori (e cavolo siete ogni giorno di più, grazie!) per avere postato una notizia a questo punto infondata e montata dalla stampa. Cercherò di essere più selettivo in futuro. Intanto leggete la mail, twittata da James con annesso commento di scuse.
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Bruce Vilanch parla di James Franco agli Oscar
Lo so che ritornare a parlare di Oscar fa così "mese scorso" da rasentare la noia, ma giusto ieri il pingue autore storico dello show, Bruce Vilanch, un tipetto senza peli sulla lingua e sosia hollywoodiano di Claudia Vinciguerra, si è espresso sull'ultima edizione e, ovviamente, sulla chiacchierata conduzione di James Franco. Intervistato alla prima di "Priscilla, la Regina del Deserto", Vilanch ha dichiarato:
"Devo chiamare James Franco e dirgli che lo show è finito. Ancora non lo sa. Ha fatto un pisolino e si è svegliato in classe". Vilanch attribuisce la sonnolenta performance di Franco ad un'effettiva mancanza di sonno? "Aveva mille impegni e ci siamo visti solo il mercoledi prima della diretta di domenica. Ci sentivamo via mail, ma noi avevamo incontri giornalieri; c'era un team di sceneggiatori che scrivevano per lui, e se fosse stato da solo sarebbe potuta andare diversamente. Ma c'era anche Anne Hathaway a cui pensare, le cose cambiavano in continuazione e lui non c'era."
E ancora:
"Non credo avesse realizzato quanto fosse difficile la cosa finché non se l'è trovata davanti. Magari pensava fosse ... non lo so cosa pensava. Forse ad uno scherzo di arte concettuale e ha davvero voluto fare quello. Non era a suo agio. Le uniche persone che possono presentare uno show come gli Oscar, sono quelle che salgono su un palco ogni sera per dire 'Buonasera Signori e Signore, vi faremo divertire... ' O persone come Bette Midler che cantano e ballano tutta la notte raccontando storie."
Vilanch ha anche dichiarato di avere supportato la coppia Franco/Hathaway sin dall'inizio, quando venne proposta dai produttori Bruce Cohen e Don Mischer. "Dissi loro ciò che pensavo. Mi piacevano entrambi, li avevo adorati come presentatori del Saturday Night Live e questo significava che sapevano già tutto su come lavorare dal vivo, con poche prove, molte modifiche al copione e tanta pressione. E questo è circa la metà del lavoro in uno show come gli Oscar."
E sulle voci che James avesse assunto droghe?
"No, non era fatto. Ero con lui e non lo era. E gliel'ho anche chiesto, 'Sei fatto? Posso averne un po'? ' Ha risposto no ad entrambe le domande."
La risposta di James, contrariato soprattutto per quel "lui non c'era" non si è fatta attendere, ed è arrivata con un tweet (cancellato poco dopo, ma ovviamente catturato dal web) che diceva "Bruce mi hai deluso", accompagnato da questa foto:
"James ha fottuto gli Oscar. Credetemi, so cos'è la commedia. Voglio dire, andiamo, ho scritto per Bette Midler!" |
fonte nymag.com
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domenica 20 marzo 2011
James Franco al Torino GLBT Film Festival 2011
Notizia grandiosa per tutti i fan italiani di James Franco. La Biennale di Venezia non sarà l'unico evento che lo vedrà protagonista su suolo italico nel 2011; gli organizzatori del Torino GLBT Film Festival hanno infatti reso noto che un cortometraggio dell'attore verrà presentato alla prossima edizione che si terrà dal 28 aprile al 4 maggio. Riporto la news dal sito del festival:
"The Clerk's Tale, da lui diretto nel 2010 e ispirato a una poesia di Spencer Reece, è il ritratto di due solitudini nella routine di un negozio di abbigliamento di lusso. Due commessi si confrontano tra sguardi allusivi e gesti collaudati, senza però mai riuscire a mettere a fuoco quello che c'è al di là delle apparenze."
In attesa di ulteriori comunicazioni ufficiali sulla data della proiezione e sull'eventuale presenza di Franco al Festival per presentare in prima persona il corto, vi invito a visitare il sito ufficiale della manifestazione (tglff.com)
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LA RECENSIONE: La dolce ala della giovinezza
Regia: Richard Brooks
Anno: 1962
Con: Paul Newman, Geraldine Page, Shirley Knight, Ed Begley, Rip Torn, Mildred Dunnock, Corey Allen
Trama: L'affascinante Chance Wayne non è mai riuscito a sfondare a Hollywood come avrebbe voluto ma per l'universo femminile è sempre stato una star di prima grandezza. Anche ora che è tornato nella sua sonnolenta e soffocante cittadina natale è diviso tra due donne. Da una parte una stella del cinema ormai spenta e segnata dalla dipendenza da alcool e droga, dall'altra la ragazza che anni prima aveva lasciato.
Nel 1950 Hollywood si riflesse nello specchio come mai aveva fatto prima di allora e ciò che vide fu feroce, decadente ma assolutamente meraviglioso. Due ritratti spietati, due donne egocentriche, due attrici di inarrivabile bravura. Due Dive. Gloria Swanson e Bette Davis, Norma Desmond e Margo Channing: chi era la donna e chi il personaggio? La prima, una diva del muto in declino perennemente barricata nella sua dimora mausoleo, unico luogo che ancora la faceva sentire una stella del cinema, la seconda, una famosa attrice di teatro che alla soglia dei 40 anni scopre che l'industria che tanto l'aveva amata ora, altrettanto velocemente, la stava rimpiazzando. Due film questi, "Sunset Boulevard" e "All About Eve", che fecero tremare, in parte inorridire, e applaudire Hollywood: è veramente così meschina la mecca del cinema e i suoi abitanti così senza scrupoli e cinici, o semplicemente questo riflesso non è altro che la volontà di rendere questo luogo di false apparenze ancora più dotato di fascino e mito? Da allora altri film hanno tentato di indagarne le distorsioni, le sue protagoniste con i loro capricci, senza mai però raggiungere tali vette.
"Sweet Bird of Youth" (La dolce ala della giovinezza) però ci arriva molto vicino. Tennessee Williams scrive una pièce in cui tutto è pregno di divismo, a cominciare dal nome della sua protagonista: Alexandra Del Lago. Un nome, questo, che già denota carattere e carisma. Come Norma e Margo, anche Alexandra è in profonda crisi di identità: insicura del proprio aspetto e delle proprie doti, incapace di conoscersi e in continua fuga da quel mondo dorato che ora sembra voltarle le spalle. Ma diversamente da Norma e Margo, Alexandra troverà nell'alcool e nella droga un valido alleato, alimentando ancora di più l'aura di star. E ad interpretarla c'è Geraldine Page in tutta la sua magnificenza: acconciature pompose, abiti in seta e chiffon, occhiale griffato, ciglia finte e un vocabolario fatto solo di "IO". E come suo toy boy troviamo qui Paul Newman, bello e sexy da togliere il fiato, con quei suoi occhi azzurro cielo intensi ed ipnotici. Una coppia perfetta che dà vita a scontri verbali che andrebbero imparati a memoria per poi essere citati ovunque nella vita quotidiana. Sono scontri in cui due forti personalità si fronteggiano a colpi di ego, malizia, sfacciataggine e profonda solitudine. Non si usano più maschere o falsi nomi per passare inosservati, si vuole emergere a tutti i costi per riuscire a sopraffare l'altro. E il mondo intero lo deve venire a sapere. Alexandra Del Lago è diversa da Margo Channing e Norma Desmond proprio per questo; mentre loro vivevano fingendo in un universo parallelo, Alexandra Del Lago è ben consapevole di ciò che è. Nessuna delle tre è fotocopia dell'altra, bensì complementari l'una dell'altra. Infine, Tennessee Williams aggiunge la componente sessuale che da sempre è suo marchio di fabbrica (vedi anche "Un tram che si chiama Desiderio" e "Improvvisamente l'estate scorsa") rendendo i suoi protagonisti vulnerabili e ossessionati (in modo lucido e consapevole) dall'essere un mero oggetto. Sesso e divismo: cosa altro chiedere di più?
"Sweet Bird of Youth" (La dolce ala della giovinezza) però ci arriva molto vicino. Tennessee Williams scrive una pièce in cui tutto è pregno di divismo, a cominciare dal nome della sua protagonista: Alexandra Del Lago. Un nome, questo, che già denota carattere e carisma. Come Norma e Margo, anche Alexandra è in profonda crisi di identità: insicura del proprio aspetto e delle proprie doti, incapace di conoscersi e in continua fuga da quel mondo dorato che ora sembra voltarle le spalle. Ma diversamente da Norma e Margo, Alexandra troverà nell'alcool e nella droga un valido alleato, alimentando ancora di più l'aura di star. E ad interpretarla c'è Geraldine Page in tutta la sua magnificenza: acconciature pompose, abiti in seta e chiffon, occhiale griffato, ciglia finte e un vocabolario fatto solo di "IO". E come suo toy boy troviamo qui Paul Newman, bello e sexy da togliere il fiato, con quei suoi occhi azzurro cielo intensi ed ipnotici. Una coppia perfetta che dà vita a scontri verbali che andrebbero imparati a memoria per poi essere citati ovunque nella vita quotidiana. Sono scontri in cui due forti personalità si fronteggiano a colpi di ego, malizia, sfacciataggine e profonda solitudine. Non si usano più maschere o falsi nomi per passare inosservati, si vuole emergere a tutti i costi per riuscire a sopraffare l'altro. E il mondo intero lo deve venire a sapere. Alexandra Del Lago è diversa da Margo Channing e Norma Desmond proprio per questo; mentre loro vivevano fingendo in un universo parallelo, Alexandra Del Lago è ben consapevole di ciò che è. Nessuna delle tre è fotocopia dell'altra, bensì complementari l'una dell'altra. Infine, Tennessee Williams aggiunge la componente sessuale che da sempre è suo marchio di fabbrica (vedi anche "Un tram che si chiama Desiderio" e "Improvvisamente l'estate scorsa") rendendo i suoi protagonisti vulnerabili e ossessionati (in modo lucido e consapevole) dall'essere un mero oggetto. Sesso e divismo: cosa altro chiedere di più?
Quest'autunno "Sweet Bird of Youth" tornerà a Broadway e a calcare il palcoscenico nei panni di Alexandra Del Lago e Chance Wayne saranno nientedimeno che Nicole Kidman e James Franco: da una parte l'unica attrice della sua generazione che può vantare il carisma necessario per poter impersonare una diva, tornando così ad un personaggio oscuro, egocentrico e in cui vittima e carnefice sono due facce della stessa medaglia, dall'altra parte abbiamo il nuovo astro nascente di Hollywood, un uomo capace in meno di un anno di diventare oggetto e soggetto stesso di Hollywood, un attore la cui vitalità sta contagiando anche altre arti, dimostrandosi poliedrico e desideroso di emergere a tutti i costi. Una coppia che probabilmente farà faville e ci farà di nuovo innamorare di questo luogo peccaminoso, luciferino e onirico che risponde al nome di Hollywood, la calamita di ogni sogno. Per lo meno, i nostri.
Recensione di Giuseppe Polenghi in esclusiva per JAMESFRANCOITALIA
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sabato 19 marzo 2011
James Franco & The Ants
Metro.co.uk pubblica in anteprima uno scatto pazzesco tratto dal photoshoot di GQ Style UK: unghie laccate di nero, riga bianca in volto, l'inconfondibile look piratesco e James diventa il "prince charming" del movimento new romantic, Adam Ant. Confido nella vostra memoria storica, ma in caso contrario date un'occhiata a questo:
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venerdì 18 marzo 2011
James Franco/Vogue Hommes: lo shoot completo
Purtroppo la qualità non è il massimo, ma sufficiente per gustarsi questo nuovo servizio fotografico firmato Terry Richardson per Vogue Hommes International.
fonte The Stylist Site
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giovedì 17 marzo 2011
In case you missed it: Acting with James Franco
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mercoledì 16 marzo 2011
I don't give a damn about my bad reputation
Il Los Angeles Times pubblica un interessante articolo sulla reunion del cast di "Freaks and Geeks" avvenuta al Paley Fest sabato scorso. Tralasciando la domanda che viene sollevata, ovvero se il cast di "Freaks and Geeks" ha poca simpatia verso Franco, quello che emerge ancora una volta è la totale devozione di James verso la recitazione. Traete voi se si parla di un talento "ingombrante" o semplicemente di uno stronzo.
Tutto nasce da un commento di Paul Feig (produttore esecutivo dello show) che lodando il cast, ha sottolineato quanto non ci fossero primedonne tra loro. "Eccetto Franco", ha aggiunto ridendo Apatow, sottolineando però quanto fosse già un attore di Metodo all'inizio della sua carriera. A quel punto, Busy Philipps, che nella serie interpretava Kim Kelly, la ragazza storica di Franco/Daniel Desario, è intervenuta per raccontare un singolare aneddoto.
"James aveva creato tutta una storia dietro il suo personaggio, che probabilmente aveva subito delle violenze da parte del padre e per questo motivo non sopportava i contatti fisici tra lui e la ragazza. Ma io ne ero all'oscuro. Durante una scena, in cui i nostri personaggi avevano una discussione accesa, lo colpii leggermente sul braccio. A quel punto esplose dicendo 'Non osare toccarmi mai più, cazzo!' e mi spinse al suolo. Una scena non prevista dal copione. Ero talmente sconvolta che corsi nella mia roulotte a piangere."
Per alleggerire i toni, Apatow è intervenuto ironizzando sul fatto che Franco fosse comunque l'unico attore del cast ad avere avuto una nomination agli Oscar. "Ed è anche molto più figo di noi" ha aggiunto Jason Segel, seguito a ruota da Seth Rogen con "Talmente figo da essere l'unico a potersi permettere di non essere qui".
fonte Los Angeles Times
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martedì 15 marzo 2011
James su GQ Style
La prima uscita del nuovo GQ Style (in edicola dal 17 marzo) sotto la direzione di Ben Reardon ci regala un'altra copertina dedicata a James Franco. Sulla sua scelta come cover man, Reardon lo ha definito l'emblema della perfetta imperfezione dell'uomo moderno: è furbo, intelligente, creativo e famoso. Ha un volto che lo fa sembrare il classico idolo cinematografico figlio di James Dean. E' una rockstar, un'artista, un attore, tutto racchiuso in un'unica persona.
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Your Highness: rilasciato nuovo character poster
Sono stati rilasciati i poster promozionali di Your Highness dedicati ai singoli protagonisti. Tra questi non poteva certo mancare James Franco nei panni del valoroso Fabious.
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My Own Private Franco
La notizia di oggi non è certamente fresca di giornata, ma visti i nomi coinvolti mi sembrava delittuoso non parlarne anche qui. L'avvicinamento di James Franco al regista Gus Vant Sant, lo sappiamo tutti, risale a Milk, film che è stato una sorta di spartiacque nella sua carriera, ponendolo finalmente nella posizione di "attore di talento" oltre la bella faccia; se si aggiunge poi che James ha spesso citato Belli e Dannati come suo film di riferimento era logico pensare che le strade dei due prima o poi si sarebbere incrociate di nuovo. Così, in attesa di un nuovo film insieme, arriva Unfinished, retrospettiva dedicata appunto al cult Belli e Dannati. In mostra alla Gagosian Gallery di Beverly Hills dal 26 febbraio al 9 aprile, Unfinished nasce proprio sul set di Milk, quando Van Sant mostrò a James il girato originale del film. Da qui l'idea di riprendere in mano quel materiale per dargli nuova vita, un modo inedito per tributare quello che ad oggi rimane probabilmente l'opera più famosa di Van Sant, nonchè testamento di un attore, River Phoenix, morto di overdose qualche anno dopo.
Gus Van Sant e James Franco all'inaugurazione di "Unfinished" |
Unfinished si articola in due film, il primo Endless Idaho è un documentario che alterna interviste, prove, scene inedite e dietro le quinte, un lavoro che cattura l'intero processo creativo di Belli e Dannati. Il secondo, My Own Private River, è invece un ritratto appassionato dell'attore Phoenix, dove ad emergere è soprattutto la completa libertà espressiva e quell'annullamento di se stessi che porta poi alla creazione di grandi personaggi. E il suo Mike Waters lo era.
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lunedì 14 marzo 2011
A black and white video 8
Mentre il mondo si interroga sul pene di James Franco (qui) arriva, sempre via twitter, una serie di splendidi scatti in b/n con James al lavoro su diosolosacosa. Per dovere di cronaca la donna nell'ultima foto non è LaRoux, ma Agyness Deyn, suo attuale - si mormora - love interest.
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domenica 13 marzo 2011
Freaks and Geeks reunion!
Saban Theatre (Beverly Hills), 12.03.2011 — Sono sinceramente commosso. Vedere il cast di "Freaks and Geeks" riunito in occasione del Paley Fest provoca infatti una certa emozione, almeno per chi come me vive nella speranza che un giorno possa essere girata una versione cinematografica/sequel di questa serie cult (Apatow, can you hear me??), arrivata in TV giusto il tempo di un'unica indimenticabile stagione sul finire degli anni '90. Magari presto ne parlerò più approfonditamente, ma che siate fan o meno di James Franco, sappiate che questa è una di quelle cose da recuperare a prescindere. Freaks and Geeks, era una serie di rottura, un teen-drama sui generis che non aveva nulla a che vedere con lo smash hit adolescenziale del periodo ambientato a Capeside, animato da personaggi molto più stimolanti e soprattutto terribilmente irresistibili. La serata di ieri, che ha visto anche la celebrazione di un'altra serie di Judd Apatow, "Undeclared", è stata caratterizzata dalla proiezione dell'ultimo episodio di Freaks and Geeks al quale è seguito un dibattito a cui era presente il cast al competo... o quasi. Assente illustre infatti, James Franco, che ha comunque mandato un videomessaggio al pubblico e ai suoi ex colleghi.
Munito di ipad con foto di Anne Hathaway, James ha giustificato la sua assenza dicendo di essere troppo impegnato con Anne a preparare la presentazione di tutti gli show possibili ed immaginabili, visto quanto sono stati grandi agli Oscar (LOL).
Munito di ipad con foto di Anne Hathaway, James ha giustificato la sua assenza dicendo di essere troppo impegnato con Anne a preparare la presentazione di tutti gli show possibili ed immaginabili, visto quanto sono stati grandi agli Oscar (LOL).
fonte ONTD
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sabato 12 marzo 2011
Your Highness: 2 nuovi trailer
In arrivo sugli schermi americani il 18 aprile, "Your Highness" è il ritorno di James Franco alla commedia - diretta da David Gordon Green, già regista di "Strafumati - dopo progetti decisamente più impegnativi. Ieri sono stati rilasciati due nuovi spassosissimi trailer. A parte la fluente chioma à la Eduardo Palomo, James sembra ritrovare la verve mostrata in altre pellicole di genere: questo Tristano che incontra la commedia demenziale promette faville.
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venerdì 11 marzo 2011
James su Vogue Hommes International
James Franco è il volto del prossimo numero Primavera/Estate dell'edizione francese di Vogue Hommes International, in edicola dal 18 marzo. Secondo quanto riportato da Vogue.fr lo shoot, realizzato da Terry Richardson, ci restituisce un James "al naturale", affascinante e seducente come un moderno James Dean.
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Franco e Bidart: nella mente di Herbert White
James durante il dibattito al Dinkelspiel Auditorium |
James Franco e il poeta Frank Bidart hanno discusso della loro recente collaborazione al Dinkelspiel Auditorium della Stanford University. Nel 2009, Franco aveva girato un cortometraggio ispirato alla poesia “Herbert White”. All'incontro di lunedi pomeriggio, Bidart l'ha letta, mentre Franco ha presentato il suo corto, prima di iniziare un dibattito sul progetto.
"La prima volta che lessi “Herbert White”, ne rimasi immediatamente rapito e capii che ne avrei fatto un film", ha detto Franco.
La poesia - scritta in prima persona, dal punto di vista di Herbert - è stata definita da Bidart "molto dark" ed esplora la mente psicotica di Herbert White, un assassino necrofilo.
Bidart, che ha scherzosamente ricordato di non essere così malato come il suo personaggio, ha sottolineato come quella fosse la prima volta che leggeva "Herbert White" in pubblico a causa di una tematica certamente non facile.
"Mi ha intrigato il punto di vista di un killer psicotico, ma allo stesso tempo, quello di un poeta, una mente creativa, che cerca di dare un senso al mondo", ha detto Franco. "Frank mischia queste due voci meravigliosamente".
fonte The Stanford Daily
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mercoledì 9 marzo 2011
James ritorna a Palo Alto
È stato un evento decisamente "metalinguistico", adatto ad un'opera teatrale chiamata "Metamorfosi": le telecamere di un TG che riprendevano quelle di un gruppo di documentaristi che riprendevano la pièce.
Il luogo dell'evento è stato il Palo Alto Children's Theatre dove lunedì, James Franco (nativo di Palo Alto), ha girato un documentario sullo spettacolo scritto da sua madre, Betsy Franco.
"Metamorphosis: Junior Year," si basa sull'omonimo romanzo di Betsy e mischia temi della mitologia alle vite di un gruppo di teenager alle prese con esperienze drammatiche come l'abuso e le pressioni della vita moderna.
"Metamorphosis: Junior Year," si basa sull'omonimo romanzo di Betsy e mischia temi della mitologia alle vite di un gruppo di teenager alle prese con esperienze drammatiche come l'abuso e le pressioni della vita moderna.
"Questo è il mio Oscar," ha detto Betsy scherzando durante una pausa. "Sono stata agli Oscar di mio figlio e ora lui è venuto al mio."
James, che ha presentato gli Oscar due settimane fa, ha passato il tempo delle riprese nel backstage, ma è stato accolto con calorosi applausi quando, prima dello spettacolo, ha spiegato al pubblico perchè ci sarebbero state delle telecamere sul palcoscenico.
"Consideratele come degli attori", ha detto.
Molte persone del pubblico erano amici o familiari degli attori, mentre alcuni, che avevano già visto lo spettacolo, erano lì per vedere James Franco.
"E' pazzesco vedere qualcuno che ha frequentato la tua scuola a Palo Alto in cose come gli Oscar", dice Samantha Son-Dokidis, una matricola della Palo Alto High School.
Dal backstage, James ha rivelato che stava sviluppando un progetto simile per un corso universitario, quando sua madre gli ha detto che avrebbe adattato il suo romanzo per il teatro.
"Ho pensato, ok, non voglio far scontrare due idee simili, voglio solo collaborare con lei."
Così, ha deciso di girare un documentario sulla produzione dello spettacolo, assieme all'aiuto regista e produttrice Lacey Dorn, che ha anche seguito buona parte della pre-produzione. Il cast dello spettacolo è composto principalmente da teenager, e anche il gruppo di regia include teenager supervisionati da professionisti e studenti di Stanford.
Dal backstage, James ha rivelato che stava sviluppando un progetto simile per un corso universitario, quando sua madre gli ha detto che avrebbe adattato il suo romanzo per il teatro.
"Ho pensato, ok, non voglio far scontrare due idee simili, voglio solo collaborare con lei."
Così, ha deciso di girare un documentario sulla produzione dello spettacolo, assieme all'aiuto regista e produttrice Lacey Dorn, che ha anche seguito buona parte della pre-produzione. Il cast dello spettacolo è composto principalmente da teenager, e anche il gruppo di regia include teenager supervisionati da professionisti e studenti di Stanford.
Il documentario ha lo scopo di mostrare "come questo processo incredibilmente creativo, sia diventato una valvola di sfogo per tutti gli adolescenti coinvolti nel rappresentare le storie raccontate da Betsy Franco", ha detto la Dorn.
Lacey Dorn ha aggiunto che spera di montare le oltre 300 ore di riprese quest'estate, per potere presentare il documentario ai prossimi Festival Cinematografici. Franco soprattutto, spera che il documentario possa avere spazio nei programmi delle proiezioni dedicate agli adolescenti.
fonte MercuryNews.com
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martedì 8 marzo 2011
James Franco alla Biennale di Venezia 2011?
Parlando dei mille volti di James Franco, non può certo passare in secondo piano l'interesse per l'arte contemporanea. Presentata lo scorso anno alla Clocktower Gallery di New York e approdata per la prima volta in Europa (a Berlino, in esposizione fino al 23 aprile), la sua prima personale The Dangerous Book Four Boys potrebbe ora sbarcare alla prossima Biennale di Venezia. L'attore, durante il soggiorno berlinese di qualche settimana fa, è infatti volato a Venezia per visitare gli spazi dell’Arsenale (qui), sede della mostra principale diretta da Bice Curiger. The Dangerous Book Four Boys è un’esposizione in due atti che spazia dalla fotografia, alla scultura, alle installazioni, ma anche da cortometraggi a disegni che James ha realizzato negli ultimi quattro anni. Una passione certamente non recente e nata nell'infanzia grazie ad una famiglia che vive di arte (la nonna e lo zio si occupano di arte giapponese, il nonno è stato disegnatore di cartoni animati). Le opere in esposizione sono appunto un percorso "visivo" nell'infanzia di James, attraverso passaggi obbligati come l'identità sessuale e la mascolinità
James Franco alla prima newyorkese di "Dangerous Book Four Boys" |
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lunedì 7 marzo 2011
domenica 6 marzo 2011
James abbandona "While We're Young"
Just Jared pubblica in anteprima la notizia dell'uscita di James Franco (e Cate Blanchett) dal cast di While We’re Young, il nuovo film di Noah Baumbach incentrato su una coppia di spiriti liberi di Brooklyn che diventano fonte d'ispirazione per un rigido documentarista e sua moglie. L'inizio delle riprese, previsto per metà giugno a New York, si accavalla infatti con un altro progetto di Franco che in quel periodo sarà sul set di Oz: The Great and Powerful di Sam Raimi, prequel de Il Mago di Oz in cui interpreta un giovane illusionista in fuga su una mongolfiera che approda, dopo un violento tornado, nella terra di Oz, governata da due malvage streghe.
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sabato 5 marzo 2011
Oscar 2011: back to the Big Night
Anne Hathaway e James Franco sono piaciuti poco alla stampa specializzata, soprattutto Franco definito, per andarci leggeri, assente e poco partecipe. Le speculazioni sono arrivate puntuali come sempre: era fatto, era ubriaco, aveva litigato con la Hathaway, era "semplicemente" distrutto perchè non dormiva da una settimana. Le smentite non si sono fatte attendere: il portavoce di Franco ha rispedito al mittente ogni accusa e la Hathaway ne ha preso le difese, sottolineando ancora una volta il piacere di avere lavorato con una persona di talento come James. Da queste parti si vive di dietrologie, soprattutto quando si parla di Oscar, l'occasione quindi è ghiotta per fare un altro tipo di riflessione. Avete letto i livorosi tweet di Cher dopo la cerimonia? La signora doyoubelieveinlifeafterlove, già contrariata per l'assenza tra le nomination come miglior canzone originale di "You haven't seen the last of me", si è scagliata contro la mancata esibizione di Franco, che avrebbe dovuto interpretarla vestito come Cher in "Welcome to Burlesque". Ricordate poi il roundtable pre-oscar? Interpellato sulla serata James disse che non poteva anticipare nulla se non che avrebbe cantato e ballato. Abbiamo visto qualcosa di tutto questo? No. Davanti ad una serata praticamente scritta su Anne Hathaway, con un Franco ridotto a spalla e privato dei numeri che avrebbe potuto/dovuto interpretare, sembra che la droga o la stanchezza centrino davvero poco. Qualcosa non è andato come doveva andare: che ci siano stati dei malumori con la Produzione? E si torna all'essenza di uno spettacolo come gli Oscar che pretende di svecchiarsi rimanendo vecchio, che chiama due attori giovani e di talento e poi li tiene al guinzaglio, che non li lascia liberi di esprimere la loro visione degli Oscar. A questo punto ben venga la reazione di Franco. Se dipesa da questo, ha fatto bene a non piegarsi a certe logiche, a non dare il massimo in uno show imbalsamato, piegandolo piuttosto a suo favore; sarò forse l'unico a pensarlo, ma twittare la serata in diretta è stato un colpo di genio concettuale. E' la prima volta nella storia che si apre un filo diretto su uno dei palchi più importanti del mondo. Nel caso ci fossero ancora dei dubbi, James Franco conferma di essere un'artista a 360 gradi che crea e comunica con qualsiasi cosa gli capiti a tiro.
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venerdì 4 marzo 2011
James Franco: Inside the Actors Studio
Tra le interviste da non perdere, non può mancare questa, tratta dalla serie "Inside The Actors Studio".
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giovedì 3 marzo 2011
The Terry Richardson Experience
Se c'è una cosa che caratterizza Terry Richardson sono gli scatti "di riscaldamento" prima di ogni photoshoot ufficiale. Pubblicate sul suo tumblr, queste inedite foto in b/n potrebbero essere quindi l'anticipazione di un nuovo servizio fotografico: riusciranno i due a superare il clamoroso shoot en travesti per la rivista "Candy"?
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James Franco regista per i R.E.M.
James Franco, Sam Taylor-Wood e Michael Stipe sono tra gli "speciali" registi di una serie di cortometraggi che accompagneranno l'uscita del nuovo album dei REM, "Collapse Into Now".
Il progetto, personalmente curato da Stipe, coinvolge un gruppo di artisti e registi che hanno dato vita in immagini alle singole canzoni che compongono il quindicesimo album della band. La lista dei registi include, oltre a Franco, il regista Taylor-Wood e il documentarista nominato agli Oscar Albert Maysles.
Interpellato sul progetto, Stipe ha detto: "E' un modo diverso per presentare un album nel 2011. Grazie alle nuove tecnologie, possiamo farlo in qualsiasi modo vogliamo. Fondamentalmente volevamo esplorare l'idea di cosa sia un album, di come nasca, e rappresentarlo con tutti i mezzi che avevamo a disposizione."
Sulla selezione dei registi coinvolti, Stipe ha detto: "Ho voluto solo persone con cui mi sarebbe piaciuto lavorare e di cui mi sarei potuto fidare ciecamente. Avevano carta bianca. A volte mi hanno sorpreso, altre ho avuto quello che avevo in mente, ma quello che avevo in mente non era certamente una priorità. Ero più interessato a ciò che creavano ed è stato molto divertente per me lavorare con loro e vedere come interpretavano le canzoni."
Sulla selezione dei registi coinvolti, Stipe ha detto: "Ho voluto solo persone con cui mi sarebbe piaciuto lavorare e di cui mi sarei potuto fidare ciecamente. Avevano carta bianca. A volte mi hanno sorpreso, altre ho avuto quello che avevo in mente, ma quello che avevo in mente non era certamente una priorità. Ero più interessato a ciò che creavano ed è stato molto divertente per me lavorare con loro e vedere come interpretavano le canzoni."
Di seguito la lista completa del progetto:
‘Discoverer’ (Michael and Lynda Stipe)
‘All The Best’ (James Herbert)
‘Uberlin’ (Sam Taylor Wood)
‘Oh My Heart’ (Jem Cohen)
‘It Happened Today’ (Tom Gilroy)
‘Every Day Is Yours To Win’ (Jim McKay, Chris Moukarbel and Valerie Veatch)
‘Mine Smell Like Honey’ (Dominic DeJoseph)
‘Walk It Back’ (Sophie Calle)
‘Alligator_Aviator_ Antipilot_ Antimatter’ (Lance Bangs)
‘That Someone Is You’ (James Franco)
‘Me, Marlon Brando, Marlon Brando And I’ (Albert Maysles and Bradley Kaplan)
‘Blue’ (James Franco)
‘Discoverer’ (Michael and Lynda Stipe)
‘All The Best’ (James Herbert)
‘Uberlin’ (Sam Taylor Wood)
‘Oh My Heart’ (Jem Cohen)
‘It Happened Today’ (Tom Gilroy)
‘Every Day Is Yours To Win’ (Jim McKay, Chris Moukarbel and Valerie Veatch)
‘Mine Smell Like Honey’ (Dominic DeJoseph)
‘Walk It Back’ (Sophie Calle)
‘Alligator_Aviator_ Antipilot_ Antimatter’ (Lance Bangs)
‘That Someone Is You’ (James Franco)
‘Me, Marlon Brando, Marlon Brando And I’ (Albert Maysles and Bradley Kaplan)
‘Blue’ (James Franco)
"Collapse Into Now" verrà pubblicato il 7 marzo. Stipe lo ha definito "Uno dei nostri migliori lavori, un classico. Ne andiamo molto fieri e siamo elettrizzati all'idea di consegnarlo al pubblico in modo completamente nuovo."
via NME
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martedì 1 marzo 2011
Oscar 2011: photoshoot
La coppia Hathaway/Franco posa in un photoshoot esclusivo per la promozione della notte degli Oscar.
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Oscar 2011: backstage
Amato, odiato, discusso: James Franco avrà anche diviso il pubblico come presentatore degli Oscar, ma gli va riconosciuto il merito di avere infranto tutte le regole di etichetta della big night hollywodiana, portando quello stesso pubblico - per la prima volta e in tempo reale - dietro le quinte, azzerando la distanza con l'olimpo del Cinema. Guarda dopo il salto, tutte le immagini twittate da James durate la serata.
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