James Franco è il protagonista del nuovo numero di Io Donna, in edicola domani con il Corriere della Sera. Ad accompagnare la cover e il photoshoot inedito, un'intervista che potete leggere QUI in anteprima.
venerdì 28 febbraio 2014
mercoledì 26 febbraio 2014
'Hollywood and God' Reveals the Dark Side of Tinsel Town
di James Franco
Hollywood non è tanto un luogo fisico, quanto il posto dei desideri. E' il melting pot di tutti quelli che aspirano alla fama. Il commercio dozzinale cresce florido, soddisfando il gusto delle masse, mentre gli artisti faticano nelle periferie per realizzare qualcosa di ambizioso. E' una città in cui le politiche sessuali vengono attuate al meglio e al peggio—le donne sono trattate come oggetti sessuali sia sullo schermo sia dietro le quinte, ma a capo della maggior parte dei grandi studios ci sono delle donne. Tinsel Town (come Hollywood viene anche chiamata), è un posto talmente particolare da essere ritratto come un luogo mitico in innumerevoli romanzi, memorie, biografie e tabloid. A sorpresa, non molti libri di poesia hanno fatto di questa strana città la propria musa. Robert Polito ha raccolto la sfida nel 2009, con Hollywood and God, una raccolta di poesie che affronta il tema della celebrità, della nuova Hollywood, della vecchia Hollywood, delle superstar di successo e delle meteore che sono state.
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giovedì 20 febbraio 2014
Why Actors Act Out
di James Franco
Lo stravagante comportamento adottato di recente da Shia LaBeouf, l'attore ventisettenne meglio noto per il suo ruolo nella saga dei "Transformers", ha portato ad un frenetico proliferare di commenti e articoli da parte della stampa. Sebbene l'assennatezza di certe sue azioni sia discutibile, da attore e artista, io sono incline ad assumere un atteggiamento empatico nei confronti della sua condotta.
Passiamo in rassegna i fatti. Tutto è cominciato a dicembre, quando LaBeouf è stato accusato di plagio dopo che un critico notò delle somiglianze tra il suo cortometraggio "Howard Cantour.com" e una storia dell'autore di graphic novel Daniel Clowes. LaBeouf si è scusato su Twitter, ammettendo di aver "omesso di citare la fonte esatta" ("neglected to follow proper accreditation"), ma poi si è scoperto che la scusa stessa è stata formulata usando le parole di qualcun altro. Geniale o patologico?
Poi, all'inizio di questo mese, vedendo che l'attenzione dei tabloid era tutta rivolta verso di lui, si è presentato alla première del suo film "Nymphomaniac" con un sacchetto di carta in testa con su scritto "I am not famous anymore" ("non sono più famoso"). E la settimana scorsa ha messo in scena, in una galleria di Los Angeles, una performance artistica chiamata "#IAmSorry", in cui i visitatori, a turno, si sedevano di fronte a lui che li guardava attraverso i fori ritagliati da un sacchetto di carta simile.
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domenica 16 febbraio 2014
The Capote Character
di James Franco
A Sangue Freddo di Truman Capote è tante cose tutte insieme. E' un thriller, un noir, lo studio di un personaggio, un incubo esistenziale, una metafora della vita moderna, una lotta contro le critiche della società e un libro sulla futilità del desiderio dell'umanità di controllare la propria natura criminale.
Quando uscì, A Sangue Freddo era un libro unico nel suo genere—il racconto di un crimine, ma scritto con la bella grafia del romanzo. Su quell'esempio, Norman Mailer scrisse Il Canto del Boia. L'adattamento cinematografico, diretto da Richard Brooks (La Gatta sul Tetto che Scotta, In Cerca di Mr. Goodbar, Il Figlio di Giuda) è un classico a tutti gli effetti, con Robert Blake (Baretta) nei panni dell'assassino Perry Smith. Al di sotto di quell'aspetto apparentemente scialbo, c'è l’interpretazione talmente sensibile di Robert Blake che non puoi non provare empatia per l'assassino-sognatore con le gambe deformi e la giacca di pelle.
Quando uscì, A Sangue Freddo era un libro unico nel suo genere—il racconto di un crimine, ma scritto con la bella grafia del romanzo. Su quell'esempio, Norman Mailer scrisse Il Canto del Boia. L'adattamento cinematografico, diretto da Richard Brooks (La Gatta sul Tetto che Scotta, In Cerca di Mr. Goodbar, Il Figlio di Giuda) è un classico a tutti gli effetti, con Robert Blake (Baretta) nei panni dell'assassino Perry Smith. Al di sotto di quell'aspetto apparentemente scialbo, c'è l’interpretazione talmente sensibile di Robert Blake che non puoi non provare empatia per l'assassino-sognatore con le gambe deformi e la giacca di pelle.
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giovedì 13 febbraio 2014
Werner Herzog Writes Poetry with Film
di James Franco
Di Werner Herzog si può dire che sia un regista della vecchia scuola, ma anche un avanguardista. La sua tecnica viene dal lavoro di un autodidatta, perché non ha mai studiato regia. Werner è nato nelle montagne della Baviera, in Germania, in un'area così rurale che la sua prima conversazione telefonica avvenne quando aveva 17 anni. Vide un paio di cortometraggi da bambino, proiettati su un muro, ma non gli fecero alcun effetto. Iniziò a scrivere poesie, ma alla fine dell'adolescenza ebbe un'epifania spirituale e si rese conto che il cinema sarebbe stato il suo mezzo di espressione. Werner voleva scrivere le sue poesie attraverso i film, ma non aveva soldi per farlo.
La mancanza di fondi per realizzare dei film all'inizio della sua carriera sembra aver lasciato un'impronta lungo tutto il suo percorso. Queen of the Desert—il film a cui ho appena lavorato con lui e Nicole Kidman—è girato in digitale. Ma nonostante potessimo girare quante scene volessimo a costi bassissimi, Werner girava solo uno o due ciak e poi diceva, con il suo forte accento tedesco: "Quando ero giovane e facevo il muratore e mettevo da parte il guadagno per comprare tutti i pezzi di celluloide che potessi permettermi, un ciak mi bastava, perché i film erano come oro per me." Dopo una settimana però, ha allentato un po' la corda. A volte abbiamo girato anche quattro o cinque ciak, godendoci il lusso della tecnologia digitale.
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Queen of The Desert
domenica 9 febbraio 2014
VIDEO: A moment with James Franco
James Franco racconta la genesi di "Actor Anonymous" ai microfoni di Indigo.
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sabato 8 febbraio 2014
Playhouse West: Studio 4, James Franco insegna recitazione allo Sherry Theatre
Oltre ad essere insegnante (come è già da qualche anno) di corsi di regia, sceneggiatura e scrittura creativa in diverse università americane, James Franco terrà anche dei corsi di recitazione, in collaborazione con la Playhouse West, nello Studio 4, che ha appena fondato presso lo Sherry Theatre di Los Angeles.
Le lezioni saranno tenute da James Franco e da altri insegnanti associati, i quali formeranno gli studenti secondo il celebre metodo Meisner. Fu proprio il maestro Sanford Meisner, alla fine della sua carriera, a fondare la Playhouse West, dove hanno studiato attori come lo stesso Franco, Jeff Goldblum, Jim Carrey, Michelle Pfeiffer e molti altri.
Gli studenti che si formeranno nello Studio 4, avranno, alla fine del loro percorso, l’opportunità di lavorare in progetti cinematografici e artistici finanziati dalla Rabbit Bandini Production di James Franco e Vince Jolivette.
Lo Sherry Theater fu fondato nel 2006 da Scott Haze e Lukas Behnken ed è sede di un'organizzazione no-profit il cui obiettivo è quello rivolgersi alla comunità e coinvolgerla in iniziative artistiche: dal teatro, al cinema, all'arte visiva ad altre attività. Luogo ideale, quindi, per la nascita dello Studio 4.
fonte deadline
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ANTEPRIMA VMAN: James Franco e Seth Rogen sul numero 31
Come procede la storia d'amore tra James Franco e Seth Rogen? Lo scorpriremo sulle pagine di VMAN n.31, in edicola il prossimo 13 marzo. Ad accompagnare l'intervista ai due attori, nuovi collage di James che manipolano le immagini del dietro le quinte di BOUND 3, la virale parodia del video Bound 2 di Kanye West.
via VMAN
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Pillole Franche #21
- 6.02.14, A Montreal per ultimare le riprese di Every Thing Will Be Fine diretto da Wim Wenders, James Franco ha incontrato i fan all'Indigo Store per un book signing di Actor Anonymous.
- Il Premio Oscar Melissa Leo si unisce a James Franco nel cast di The Fixer, diretto da Ian Olds al suo debutto nel lungometraggio. Non si conosce ancora la data del primo ciak.
- La Tribeca Film annuncia l'uscita nelle sale USA di Palo Alto. Il film di Gia Coppola, con James Franco e Emma Roberts, uscirà il prossimo 9 maggio.
- Jim Parrack, amico di lunga data di James Franco e interprete di molti film diretti da lui, è entrato a far parte del cast di Of Mice And Men (con Franco protagonista nel ruolo di George), in scena a Broadway, al Longacre Theatre, dal 19 marzo prossimo. Non sappiamo ancora quale personaggio sarà interpretato da Parrack.
- A sorpresa As I Lay Dying è stato nominato dalla Chlotrudis Society for Independent Film nelle categorie "Miglior Sceneggiatura Non Originale" e "Miglior Cast". La Chlotrudis Society for Independent Film è un'associazione no-profit che organizza proiezioni di film indipendenti e dibattiti per dare loro una migliore visibilità. I premi saranno assegnati il prossimo 16 marzo, presso il Brattle Theatre di Boston.
- La Rabbit Bandini ha acquistato i diritti di The Disaster Artist: My Life Inside The Room, il romanzo pubblicato lo scorso inverno da Simon & Schuster, scritto dall'attore Greg Sestero e il giornalista Tom Bissell. Franco dirigerà e co-produrrà l'adattamento del libro con Vince Jolivette, suo partner alla Rabbit Bandini; Seth Rogen e Evan Goldberg produrranno con la loro Point Grey Productions. Per la sceneggiatura è stato chiamato Ryan Moody. Franco ha parlato del libro in un post su VICE a novembre (qui la nostra traduzione)
via playlist, ramascreen, deadline
Maladies: trailer e poster ufficiale per il film di Carter
Manca ormai pochissimo all'uscita di Maladies, prevista per il 25 marzo (non più il 18 come precedentemente comunicato) sulle piattaforme iTunes e VOD. Il film di Carter avrà comunque un'uscita limitata nelle sale: dal 21 marzo al Los Angeles: Downtown Independent; e dal 28 al Film Bar di Phoenix. Non sappiamo ancora dirvi se il cast sarà presente alla premiere losangelina. Ecco il poster e il trailer ufficiali, rilasciati questa settimana dalla Tribeca Film.
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Maladies
James Franco nel nuovo spot Ford
Non è Rob Riggle —è James Franco. E spiega il significato del #nearlydouble nel nuovo spot Ford presentato durante la finale dell'annuale Super Bowl.
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mercoledì 5 febbraio 2014
Philip Seymour Hoffman's Light Touch
di James Franco
Non conoscevo Philip Seymour Hoffman di persona. L'ho incontrato poche volte. La prima, all'inizio degli anni 2000, in un bagno del MCC Theatre, durante l'intervallo di The Glory of Living, una commedia con Anna Paquin, diretta da lui. Ci guardammo, ma nessuno disse niente. All'epoca mi sentivo troppo in soggezione davanti a lui per iniziare a chiacchierare. Ricordo che lui rideva più ad alta voce di tutti a teatro e mi commosse il supporto che dava ai suoi attori sul palco. L'ho incontrato una seconda volta nel 2006, durante la festa annuale data per gli Oscar da Jeffrey Katzenberg al Beverly Hilton Hotel. Era l'anno in cui era in lizza per l'Oscar con Capote. Sapete tutti com'è andata a finire: vinse il premio per il Migliore Attore e rese un forte tributo a sua madre durante il discorso, che ancora mi rimbomba in testa.
Che annata per gli attori quella! Il grande Heath Ledger era nominato per Brokeback Mountain e il Joaquin Phoenix pre-mocumentary ci aveva sbalorditi con la sua interpretazione in Walk the Line. Ma fu Philip a ricordarci la potenza del tocco leggero, della misura. Ieri mattina, qualcuno, sconvolto per come un attore che sembrava avere il mondo ai suoi piedi potesse buttare tutto all'aria, paragonò Philip a Marlon Brando. Io di certo non concordo con il fatto che abbia buttato tutto all'aria, ma sulla seconda parte sì. Philip, come Brando aveva un potere innato. Era una forza della natura. La potenza emotiva che esprimeva con il viso era pari a quella di un'esplosione. Io credo che Philip lo sapesse e che sfruttasse questa caratteristica come Marlon Brando—coprendola con il velo della misura. Pensate a Fronte del Porto, Il Selvaggio, Il Padrino o Ultimo Tango a Parigi e ricorderete un uragano soffocato dall'eleganza di un uomo che parla con il tono alto dei poeti. Pensate a Philip in Happiness, Magnolia, Capote, Mission Impossible III, La Guerra di Charlie Wilson e Il Dubbio e ricorderete la forza di un attore americano che recita in modo pacato, ma solo in apparenza, perché le sue interpretazioni sono un pugno nello stomaco, per quanto profondamente comprendeva l'umanità. Come Marlon Brando, Philip riusciva ad esprimere la poesia delle vere emozioni.
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What of the Ottava Rima in Byron’s 'Don Juan'?
di James Franco
Nel suo poema eroicomico Don Giovanni, Lord Byron utilizza l'ottava rima—un metro poetico a rima ABABABCC—per il suo desiderio di elaborare del materiale seriocomico. Il contenuto del poema si sviluppa attraverso l'alternarsi di versi in rima che culminano in un finale faceto. Byron ha usato per la prima volta l'ottava nel 1817, in Beppo: Una Storia Veneziana—metro efficace per il racconto dettagliato di questa storia d'amore quasi esotica. Quindi, naturalmente, ha riutilizzato il tono semicomico dell'ottava un anno dopo, quando volle fare una satira di Wordsworth, Coleridge e Southey. La realizzazione di questo progetto fu il suo poema satirico Don Giovanni, un lunga avventura erotica narrata in 17 sezioni. Escludendo il come e il perché dell'uso dell'ottava rima per Don Giovanni, senza dubbio la forma ha influenzato il contenuto del poema attraverso il tono, il ritmo e il metro.
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