di Chiara Fasano

I festival del cinema, oltre ad essere una vetrina per autori internazionali, che mostrano i loro lavori prima della distribuzione al grande pubblico, rappresentano anche una bella opportunità per quegli autori che presentano progetti piccoli, personali, sperimentali o con particolari tematiche, i quali, altrimenti, non avrebbero alcuna visibilità.
Facile immaginare quanto un autore come James Franco sia a suo agio negli ambienti festivalieri e ci tenga particolarmente a che i suoi piccoli progetti che gli stanno a cuore siano selezionati nelle varie kermesse internazionali. Dopo Venezia, Toronto, Roma e Park City, è stata la volta di Berlino. Ha presentato due film già visti al Sundance a gennaio scorso, Lovelace, in cui ha un cammeo (veste i panni del fondatore di Playboy Hugh Hefner) e Interior. Leather Bar., prodotto e co-diretto e, in anteprima mondiale, Maladies, di cui è l'interprete principale, girato tre anni fa, prodotto dalla sua Rabbit Bandini e diretto dall'artista newyorkese Carter. Parallelamente al festival cinematografico, James Franco ha anche inaugurato la sua seconda mostra personale d'arte, Gay Town, esposta nella galleria provvisoria Peres Project sulla storica via berlinese Karl-Marx-Allee.
Il vernissage, aperto al pubblico, è stato accolto con grande ed entusiasta partecipazione. Molti i visitatori, tra appassionati d'arte, ammiratori del lavoro di Franco o semplicemente curiosi. Gay Town può essere descritta come un mosaico rappresentante un gigantesco autoritratto di James Franco. Le tessere di questo mosaico sono dipinti, fotografie, stampe su lenzuola, schizzi, video e articoli di giornali pasticciati con scritte e commenti sovrapposti. Ognuno di questi oggetti raffigura diversi aspetti della sua vita: ciò che sta vivendo in questo momento, la percezione della sua persona pubblica da parte dei media, la sua infanzia e la sua carriera. E' stata definita come la più personale e completa esposizione di Franco ed è stata apprezzata l'ampia varietà di materiale, di tematiche e di argomenti, aiutata dalla sua appartenenza al mondo del cinema e i suoi studi nell'argomento, che gli hanno permesso una più profonda indagine e una maggiore naturalezza nella fluidità della comunicazione.