
di Eva Edmondo
Appena si mette piede nella piccola galleria situata su un soppalco al primo piano di Colette, un concept store che si trova al numero 213 di rue Saint-Honoré a Parigi, si viene immediatamente travolti da un'incredibile esplosione di colori che crea un vero e proprio shock visivo. Questo effetto così immediato ed eclatante non può che essere prodotto da The Animals, fresca esposizione artistica di James Franco in mostra dal 7 ottobre al 2 novembre 2013.
Ciascuno degli otto dipinti della serie sembra essere composto da molteplici strati, ed è interessante notare come ad ogni singolo sguardo nuovi e casuali particolari saltino inaspettatamente all'occhio. Si tratta, infatti, di un mélange creativo e apparentemente caotico di pennellate, scritte, disegni, forme e fotografie dove l'innegabile marchio distintivo di James Franco è onnipresente. In alcuni casi la vera base è addirittura una pagina o la copertina di un libro, ma in ultima analisi la giustapposizione dei diversi media non è mai gerarchica e risulta sempre perfettamente armoniosa e compatta nell'insieme dell'opera. Questo aspetto da un certo punto di vista giocoso e interattivo ha il risultato di coinvolgere direttamente l'osservatore invitandolo, o meglio sfidandolo, a scrutare, decifrare, interpretare e trovare un qualsiasi leitmotiv o una possibile chiave di lettura personale nello stimolante labirinto di immagini proposto sulla tela.


I dipinti principali sono inoltre caratterizzati da tinte intensissime e da colpi di pennello violenti e dal carattere quasi espressionistico che danno come l'impressione che la pittura stessa voglia letteralmente uscire dalla tela e attaccare l'osservatore. Questo elemento rimanda inevitabilmente all’istallazione video al centro di tutta la mostra, un lungo filmato che mostra essenzialmente una successione di performance eseguite da un gruppo di uomini e donne in costante movimento e con addosso maschere e costumi animaleschi; gli schizzi di vernice volano in abbondanza ricoprendo poco per volta i corpi seminudi degli individui, i quali perdono gradualmente ogni residua connotazione umana diventano sempre più androgini e sempre più simili ad animali nelle loro varie attività fisiche. I numerosi primi piani, l'uso ricorrente dello slow motion e l'assordante musica elettronica/rock presente in sottofondo creano nel complesso un effetto quasi psichedelico e ipnotico che fa sì che le immagini sullo schermo, in un primo momento semplicemente bizzarre, se non persino divertenti, assumano ben presto un carattere in qualche modo grottesco, sinistro e inquietante.


The Animals eccede, seduce, provoca e mette alla prova l'osservatore nel tentativo di indurre una riflessione sullo stato più primitivo e selvaggio dell'uomo riportandolo a un mondo originario privo di restrizioni sociali e culturali.
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