domenica 20 marzo 2011

LA RECENSIONE: La dolce ala della giovinezza

Regia: Richard Brooks
Anno: 1962
Con: Paul Newman, Geraldine Page, Shirley Knight, Ed Begley, Rip Torn, Mildred Dunnock, Corey Allen

Trama: L'affascinante Chance Wayne non è mai riuscito a sfondare a Hollywood come avrebbe voluto ma per l'universo femminile è sempre stato una star di prima grandezza. Anche ora che è tornato nella sua sonnolenta e soffocante cittadina natale è diviso tra due donne. Da una parte una stella del cinema ormai spenta e segnata dalla dipendenza da alcool e droga, dall'altra la ragazza che anni prima aveva lasciato.

Nel 1950 Hollywood si riflesse nello specchio come mai aveva fatto prima di allora e ciò che vide fu feroce, decadente ma assolutamente meraviglioso. Due ritratti spietati, due donne egocentriche, due attrici di inarrivabile bravura. Due Dive. Gloria Swanson e Bette Davis, Norma Desmond e Margo Channing: chi era la donna e chi il personaggio? La prima, una diva del muto in declino perennemente barricata nella sua dimora mausoleo, unico luogo che ancora la faceva sentire una stella del cinema, la seconda, una famosa attrice di teatro che alla soglia dei 40 anni scopre che l'industria che tanto l'aveva amata ora, altrettanto velocemente, la stava rimpiazzando. Due film questi, "Sunset Boulevard" e "All About Eve", che fecero tremare, in parte inorridire, e applaudire Hollywood: è veramente così meschina la mecca del cinema e i suoi abitanti così senza scrupoli e cinici, o semplicemente questo riflesso non è altro che la volontà di rendere questo luogo di false apparenze ancora più dotato di fascino e mito? Da allora altri film hanno tentato di indagarne le distorsioni, le sue protagoniste con i loro capricci, senza mai però raggiungere tali vette. 

"Sweet Bird of Youth" (La dolce ala della giovinezza) però ci arriva molto vicino. Tennessee Williams scrive una pièce in cui tutto è pregno di divismo, a cominciare dal nome della sua protagonista: Alexandra Del Lago. Un nome, questo, che già denota carattere e carisma. Come Norma e Margo, anche Alexandra è in profonda crisi di identità: insicura del proprio aspetto e delle proprie doti, incapace di conoscersi e in continua fuga da quel mondo dorato che ora sembra voltarle le spalle. Ma diversamente da Norma e Margo, Alexandra troverà nell'alcool e nella droga un valido alleato, alimentando ancora di più l'aura di star. E ad interpretarla c'è Geraldine Page in tutta la sua magnificenza: acconciature pompose, abiti in seta e chiffon, occhiale griffato, ciglia finte e un vocabolario fatto solo di "IO". E come suo toy boy troviamo qui Paul Newman, bello e  sexy da togliere il fiato, con quei suoi occhi azzurro cielo intensi ed ipnotici. Una coppia perfetta che dà vita a scontri verbali che andrebbero imparati a memoria per poi essere citati ovunque nella vita quotidiana. Sono scontri in cui due forti personalità si fronteggiano a colpi di ego, malizia, sfacciataggine e profonda solitudine. Non si usano più maschere o falsi nomi per passare inosservati, si vuole emergere a tutti i costi per riuscire a sopraffare l'altro. E il mondo intero lo deve venire a sapere. Alexandra Del Lago è diversa da Margo Channing e Norma Desmond proprio per questo; mentre loro vivevano fingendo in un universo parallelo, Alexandra Del Lago è ben consapevole di ciò che è. Nessuna delle tre è fotocopia dell'altra, bensì complementari l'una dell'altra. Infine, Tennessee Williams aggiunge la componente sessuale che da sempre è suo marchio di fabbrica (vedi anche "Un tram che si chiama Desiderio" e "Improvvisamente l'estate scorsa") rendendo i suoi protagonisti vulnerabili e ossessionati (in modo lucido e consapevole) dall'essere un mero oggetto. Sesso e divismo: cosa altro chiedere di più? 

Quest'autunno "Sweet Bird of Youth" tornerà a Broadway e a calcare il palcoscenico nei panni di Alexandra Del Lago e Chance Wayne saranno nientedimeno che Nicole Kidman e James Franco: da una parte l'unica attrice della sua generazione che può vantare il carisma necessario per poter impersonare una diva, tornando così ad un personaggio oscuro, egocentrico e in cui vittima e carnefice sono due facce della stessa medaglia, dall'altra parte abbiamo il nuovo astro nascente di Hollywood, un uomo capace in meno di un anno di diventare oggetto e soggetto stesso di Hollywood, un attore la cui vitalità sta contagiando anche altre arti, dimostrandosi poliedrico e desideroso di emergere a tutti i costi. Una coppia che probabilmente farà faville e ci farà di nuovo innamorare di questo luogo peccaminoso, luciferino e onirico che risponde al nome di Hollywood, la calamita di ogni sogno. Per lo meno, i nostri.

Recensione di Giuseppe Polenghi in esclusiva per JAMESFRANCOITALIA

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