martedì 10 settembre 2013

Venezia 70: la recensione di 'Palo Alto'



di Chiara Fasano


Ci sono film che, per le loro tematiche, sembrano tutti uguali. I film americani sui teenager ad esempio. Quante volte abbiamo visto liceali alle prese con le prime esperienze nel mondo degli adulti? Atleti e cheerleaders, secchioni e disadattati, gay e bulli: un carnevale di tipi fissi che cinema e tv ripropongono ogni stagione. Ma poi ci sono registi che, grazie alla loro personale visione e al loro gusto, prendono in mano questi soggetti cristallizzati e danno loro vita, creando qualcosa di nuovo. 

E' questo il caso di "Palo Alto" di Gia Coppola (ultima discendente della dinastia creativa capeggiata dal nonno Francis Ford), visto durante la 70a Mostra del Cinema di Venezia nella sezione Orizzonti. Basato sulla raccolta di racconti "Palo Alto: Stories" (in Italia edito da Minum Fax con il titolo "In Stato di Ebbrezza" e tradotto da Tiziana Lo Porto), scritti da James Franco, anche produttore e interprete del ruolo del Coach B., il film incrocia le storie di diversi studenti di una stessa scuola, nel libro protagonisti di racconti distinti. Personaggi dotati di una forte caratterizzazione, per nulla tipizzati. Come James Franco aveva fatto nei racconti, così Gia Coppola, nel film, attribuisce loro una profonda complessità, avvicinandoli alla realtà e innescando nello spettatore un sentimento di tenerezza ed empatia, di solito poco frequente di fronte a questo tipo di soggetti.

C'è Emily (Zoe Levin), la ragazzina che ha bisogno d'amore più degli altri e che crede di trovarlo dandosi con facilità ai suoi compagni di scuola. La storia di questo personaggio è l'incrocio di due storie narrate nel libro: quella di Emily dell'omonimo racconto e quella della Pam di "Chinatown", di cui Franco narrava la tristissima vicenda di abusi sessuali, cupa, amara e a tratti disturbante, con realismo e schiettezza. Vicenda che nel film viene condensata in un'unica, bellissima scena luminosa in cui la camera segue Emily che cammina e saltella, la chioma bionda ondeggia e la sua triste storia è affidata solo al racconto di una voce fuori campo.

L'eleganza della mano di Gia Coppola è uno dei pregi più grandi del film. Elegantissima è anche la scena con protagonista un altro personaggio forte, April (Emma Roberts), quella in cui scopre il sesso con il suo professore di ginnastica (James Franco). Anche qui ogni gesto è lasciato all'immaginazione. Tutto ciò che vediamo è una serie di splendidi primi piani della ragazza, illuminata da un uso sapientissimo della fotografia. Gia Coppola riesce sempre a mantenere il giusto equilibrio stilistico, raccontando con gusto e profondità una storia, quella della relazione di una studentessa con il suo professore, che in altri casi si sarebbe prestata all'abbandono a facili stereotipi.



A forti personaggi femminili si affiancano forti personaggi maschili: Fred (Nat Wolff) e Teddy (Jack Kilmer). Fred appare come il classico bullo nato per cacciare nei guai se stesso e gli altri (soprattutto il suo migliore amico Teddy), ma alla fine si rivela il ragazzo più fragile e insicuro di tutti. E poi c'è Teddy, il personaggio più riuscito del film, e del libro. Sensibile, taciturno, pensieroso, la sua storia è la più tenera e commovente. Teddy ha l'animo degli artisti. Diversamente dai suoi coetanei, vede le cose al di là della superficie. 

Esattamente come la sua regista, che da un bellissimo libro, ha tratto un bellissimo film, fedele al suo spirito e alla complessità dei suoi contenuti, ma stilisticamente molto diverso. Gia Coppola ha dimostrato, così, di avere una sua personale visione delle cose, una sua voce. Che non è niente male.

English version after the jump >>

There are some films that, because of their subject matters, look all the same. American movies about teenagers for instance. How many times have we seen high school boys and girls experiencing things for the first time in the adult world? Jocks and cheerleaders, freaks and geeks, gays and bullys: a parade of fixed types that cinema and tv show us every season. And then there are some directors who, thanks to their vision and their taste, take these crystallized subject and give them life, creating something new.

That is the case of "Palo Alto", directed by Gia Coppola (the last descendant of the creative dinasty lead by granpa Francis Ford), presented during the 70th International Venice Film Festival, in the Orizzonti selection. Based upon "Palo Alto: Stories", a collection of short stories written by James Franco (also producer of the film and starring in the role of Coach B.), the film tells the stories of several students of the same school, who are, in the book, protagonists of distinct tales. They are portrayed with a strong characterisation. As James Franco did in the book, in the film Gia Coppola confer them a deep complexity. As a result, they get to be closer to reality and the audience is filled with tenderness and simpathy, which rarely happens when we see these subjects.

There is Emily (Zoe Levin), who longs for love more than anybody else. She thinks she can find it by easily giving herself to her schoolmates. This character is a mix of two characters portrayed in the book: Emily from the story of the same name and Pam from the tale called "Chinatown". Franco wrote Pam's sad, bitter, sometimes disturbing story of sexual abuses with realism and directness. In the film, everything is condensed in one beautiful bright scene where the camera follows Emily walking and jumping around, her blond hair are waving and her sad story is being told by a voice-over.

Gia Coppola's elegance is one of the greatest quality of the movie. Thay same elegance which can be found in a scene involving another strong character, April (Emma Roberts), when she discovers sex with her PE teacher (James Franco). Every action is to be imagined. All we see is a series of April's amazing close-ups, enlightened by a masterful use of cinematography. Coppola always manages to mantain the right stylistic balance, telling the story of a student-teacher relationship in a complex and tasteful way, whereas some other directors would have fallen in easy sterotypes.

Those strong female characters are pulled alongside two strong male characters: Fred (Nat Wolff) and Teddy (Jack Kilmer). Fred is presented like the typical bully who is born to get himself and the others (especially his best friend Teddy) into trouble, but eventually he reveals himself to be the most fragile and insicure of them all. And then there is Teddy, the most completed character, as he is in the book. Sensitive, quite, thoughtful, his story is the most tender and moving. Teddy has the soul of an artist. Differently from his peers, he sees things beyond their surface.

As does his director. Gia Coppola has made a beautiful film out of a beautiful book, staying loyal to its spirit and the complexity of its contents, but with a very different style. Coppola has proved to have a personal vision of things, a voice of her own. That it's pretty amazing.

3 commenti:

  1. Ognuno di questi personaggi è stato descritto nel libro con una crudezza alle volte agghiacciante, sono talmente veri eppure così lontani dal nostro mondo (forse solo all'apparenza). Non ne hai dimenticato nemmeno uno: grazie Chiara per lo splendido articolo. La tua sensibilità è stata proprio toccata da questo film. E magari anche dalla vicinanza di James.... ;)

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  2. Visto in inglese. Conoscevo già la storia, ovviamente. Gia segue zia Sofia. Il libro è più crudo, c'è un'estremizzazione voluta -credo- il film è più realistico e ha un tocco più femminile. Mi sono riconosciuta. I dettagli : la sorellina che impara a camminare sulle zeppe, la preoccupazione per le mutandine non sexy, la cameretta rosa con i pelouche. Ma anche quando Teddy, timido e insicuro, incapace di dichiararsi, offre il chewing gum e pure quando guarda il seno alla signora dell' incidente. E le feste casalinghe dove si beve e ti rimorchia chi non ti piace.
    ♡♡♡♡
    Emily fa tristezza.
    Al posto di April avrei continuato la storia con il prof. Franco convinta di piacere più delle altre; non mi è capitata perché preferisco i coetanei ma ho attratto e fa effetto.
    ♡♡♡♡
    Perfetto J.Kilmer, mi ha fatto piacere rivedere VK che da teenager ho amato nei panni di Jim Morrison.
    ♡♡♡♡♡♡♡♡
    James ha nominato Palo Alto su Twitter per segnalare "MEMORIA" e così ho pensato alla recensione.
    Da martedì non posta foto su Instagram tranne la segnalazione di James /Semaj (che avevo già letto) e il ricordo di Eco e Lee. Ha aggiunto following. Sono un po' preoccupata e in crisi d' astinenza! Per istinto sono andata su tw e Facebook.
    ♡♡♡♡
    Nella mia prima esperienza virtuale ho avuto uno stalker, usavo il mio nome : MAI PIÙ. Gli amici insistevano :"iscriviti su fb, per comunicare anche a distanza, per le foto".
    Twitter mi ha divertito, poi basta.
    James è adatto a Instagram, ormai sta attento a non combinare guai.
    ♡♡♡♡
    Mi dispiace non aver messo il mio nome su RANDO FRANCO, ma ho il blocco e poi -come si capisce anche qui- non riesco a fermarmi, sono come un' alcolista, volevo aggiungere al commento! Il giorno dopo ho modificato le stelle da 4 a 5, volevo essere obbiettiva ma ha messo i "ragazzi di vita" (e so anche chi sono!) e River e volevo ringraziare!! Sexy le ragazze che ballano.
    ♡♡♡♡♡♡♡♡
    Sarà molto impegnato.

    Ho scelto il nickname giusto: mi illudo come April e mi blocco come Teddy.❤

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    1. Ho sbagliato, è "YOSEMITE" non "MEMORIA".

      ●In questo settembre 2013 si parla in vari modi di "CHILD OF GOD", "AS I LAY DYING", "GOOD PEOPLE" e "SALÒ" ; resto ferma, non commento!!

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