sabato 14 settembre 2013

Cormac McCarthy’s 'Child of God'



di James Franco

Il modus operandi di Cormac McCarthy è quello di svelare gli aspetti più oscuri della storia americana ed esplorare alcune tra le azioni più violente e immorali mascherate sotto la facciata del progresso e della civiltà. La ricorrenza ciclica della violenza è il suo giro di basso. Trovo che l'epigrafe di Meridiano di Sangue dica tutto sugli infiniti conflitti tra gli uomini, onnipresenti nella sua opera:
Sia Clark, che ha guidato la spedizione dell'anno scorso nella zona più remota dell'Etiopia settentrionale, sia Tim D. White dell'Università di Berkeley, hanno anche affermato che un riesame condotto su un cranio fossile di trecentomila anni fa trovato in precedenza nella stessa regione ha dimostrato che il proprietario era stato scalpato.

THE YUMA DAILY SUN, 13 giugno 1982

Da Meridiano di Sangue. Einaudi, Torino 1996 e 1998.
Traduzione di Raul Montanari.
Sebbene violenza, depravazione e disumanità illimitata siano in OGNI libro di Cormac McCarthy, lo scrittore è vincitore del National Book Awards e del Pulitzer ed è parte dell'Oprah Book Club. Dopo il suo periodo gotico nel Tennessee culminato con Suttree e dopo il trasferimento in Texas per scrivere Meridiano di Sangue, cominciò a inserire squarci di umanità tra un atto di agghiacciante violenza e l'altro, offrendo barlumi di speranza, raramente individuabili nelle sue prime opere. Prendete il poliziotto di Non è un Paese per Vecchi: almeno qualcuno sta tentando di fare ciò che è giusto. O anche La Strada, in cui inserisce una tenera relazione tra padre e figlio nel mezzo di un post-apocalittico paesaggio raso al suolo. Questo accenno di positivitàcosa che McCarthy ha attribuito alla nascita di suo figlioha contribuito alla popolarità del romanzo, catturato l'interesse di Oprah e allargato i confini del genere post-apocalittico.

Diversamente dai libri della Trilogia della Frontiera o La Strada, i primi libri di McCarthy non danno spazio alla speranza. Sono immersi nell'oscurità e nella violenza e poi nel silenzio, prima di prorompere in ancora più dolore. La cupezza è certamente una caretteristica di Figlio di Dio, il terzo libro di McCarthy, dopo Il Guardiano del Frutteto e Il Buio Fuori. L'anno scorso ho diretto un adattamento cinematografico di Figlio di Dio. E' stato appena presentato alla Mostra del Cinema di Venezia e al Festival di Toronto. Mi dicono che sia stato accolto molto bene e i critici hanno particolarmente apprezzato il mio attore, Scott Haze. (Purtroppo io non riesco a leggere le recensioni che mi riguardano, nemmeno quelle positive o quelle delle testate più prestigiose, perché è come l'alcol per gli alcolizzati. Leggo una recensione di un mio film sul New York Times e finisco a chiedermi cosa dice Perez Hilton sulla mia vita sentimentale o cosa pensa Just Jared della mia nuova giacca).

Figlio di Dio è la storia di un uomo di nome Lester Ballard che viene sfrattato dalla sua casa di famiglia, va ad abitare in una capanna di cacciatori, vive dei frutti della terra e poi comincia ad avere rapporti sessuali con dei cadaveri. Dopo l'incendio della capanna, va a vivere in una caverna perché è ricercato dalla gente del luogo. Malgrado la tematica macabra (necrofilia) è un libro straordinario e penso che anche il film sia stranamente toccante e coinvolgente. Ma c'è sempre quell'osso duro da mandare giù: il sesso con i cadaveri. Quando finalmente sono riuscito a parlare con il mio autore vivente preferito, Cormac McCarthy, gli ho detto, "Mi chiederanno tutti perché ho voluto fare un film su un soggetto del genere, quindi chiedo a te perché hai scritto un libro su questa tematica."

Con un lento, acuto, strascicato accento del Sud mi ha detto, "Oh, non lo so James. Per un motivo cretino forse." E ha ridacchiato.

Sapevo che Cormac è famoso per non parlare del suo lavoro, ma io odio che non mi si diano risposte. Quando studi arte, in un modo o nell'altro, impari a parlare del tuo lavoro, almeno con gli altri artisti. "Bhè, io lo vedo come una metafora o un esempio estremo di isolamento e di un individuo cacciato fuori da una società civilizzata. Lester vuole creare dei legami, vuole amare ed essere amato, ma non è capace di entrare in intimità con altre persone (vive) perché è un individuo disturbato. Invece con i cadaveri riesce ad avere il controllo della relazione, da entrambe le parti. Il fatto che con lui ci sia un corpo vero aiuta la sua immaginazione a creare qualcun altro al di fuori di sé. Lo aiuta a credere che non si tratti di un rapporto unilaterale. Trae il meglio da entrambe le situazioni: ha il controllo delle due parti della relazione ed è portato a pensare che stia interagendo con altre persone."

"Oh, non lo so, James. Io so solo che c'è gente come lui in giro."
"Già."

Immagino che al telefono McCarthy volesse dire che Lester è una manifestazione della violenza ricorrente nella sua opera. Ma la violenza ricorrente o il ritratto di un assassino non è l'unico elemento del libro e non è l'unico aspetto che ho voluto esplorare nel film. Per me è stato un modo per usare un materiale scioccante (ma abbiamo ben ponderato il modo in cui presentarlo) per parlare della condizione umana. Di fatto, le scene del nostro film non sono più disturbanti delle città decimate in Trasformers, degli innocenti investiti da The Rock in Fast and Furious 6 o delle centinaia di popolazioni distrutte a distanza dal Generale Zod in Superman—ciò che è disturbante nel nostro film è il contesto. Ma io voglio che sia disturbante, perché così ho l'opportunità di parlare del tema universale del bisogno di amore in un modo nuovo, originale. Come diceva Ezra Pound, "rinnovatevi".

fonte Vice / traduzione Chiara Fasano

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