sabato 28 settembre 2013

Writing to Live in Hollywood



di James Franco

Sicuramente F. Scott Fitzgerald non aveva un rapporto idilliaco con Hollywood. Ha lavorato negli studios in tre occasioni: nel 1927, all'apice della sua fama; nel 1931, quando aveva bisogno di denaro per trattamenti medici di sua moglie Zelda; e nel 1937, quando aveva un contratto con la MGM, ma una paga misera in confronto a quanto guadagnava negli anni '20. Tutti questi soggiorni hollywoodiani finivano nella frustrazione, sia per Fitzgerald sia per gli studios.
Fitzgerald passò l'ultimo anno e mezzo della sua vita a Los Angeles. A quel punto, il suo unico guadagno stabile era la vendita periodica dei racconti di Pat Hobby a Esquire. I Racconti di Pat Hobby narrano di un disperato sceneggiatore da strapazzo che si trascina tra gli studi di Hollywood combattendo per un lavoro che paghi i suoi drink. Fitzgerald morì all'età di 44 anni dopo una serie di infarti, prima che riuscisse effettivamente ad organizzare i racconti in un'opera organica per Scribner. Solo vent'anni dopo la sua morte, i Racconti di Pat Hobby furono raccolti in un unico volume.

I Racconti di Pat Hobby sono il testamento finale di Fitzgerald su Hollywood. Se vogliamo, sono anche una personale visione angosciosa della sua posizione di grande scrittore andato in rovina per una serie di circostanze. Bruce L. Chipman evidenziò nel suo libro su Hollywood intitolato Into America's Dream-Dump che il personaggio di Pat Hobby è probabilmente "l'immagine spaventosa di quello che Fitzgerald vedeva di sé e di quello che era diventato". Come Fitzgerald alla fine della sua vita, Pat è dipendente dai lavori intermittenti a Hollywood per sbarcare il lunario. Ma nonostante Fitzgerald avesse sofferto per i debiti e le disillusioni, non arrivò mai all'irrimediabile stato di depravazione di cui Pat Hobby è succube. Quindi Pat Hobby non è tanto una figura autobiografica quanto un clown che permette a Fitzgerald di raccontare la sua condizione di scrittore che scrive per vivere e non di scrittore che vive per scrivere. Pat Hobby mette in chiaro la differenza tra i due tipi ad un autore della East Coast nel racconto intitolato Più Micidiale della Spada.

"Authors get a tough break out here," Pat said sympathetically. "They never ought to come."

"Who’d make up the stories—these feebs?"

"Well anyhow, not authors," said Pat. "They don't want authors. They want writers—like me."

Qui la differenza tra autori che hanno ambizioni letterarie e scrittori di cinema e televisione è presentata come la quantità di autonomia che ognuno riesce a mantiene nei propri rispettivi campi. In questa dicotomia, Hollywood è dipinta come una macchina distruttrice della voce artistica dell' individuo, che opera solo per servire la massa e produrre enormi incassi commerciali.

Come Pat Hobby, il film dei fratelli Coen Barton Fink sintetizza perfettamente lo scontro tra l'arte e il commercio nel fare cinema, offrendo una nuova interpretazione all'espressione "industria cinematografica". Pat Hobby e Barton Fink sono scrittori vittime dello stridente meccanismo del sistema hollywoodiano. Pat è una vittima passiva, mentre Barton è un artista nuovo a Hollywood che cerca di lottare contro la commercializzazione del suo lavoro scrivendo con una voce individuale. Barton —diversamente da Pat, ma similmente a Fitzgerald— è uno scrittore acclamato quando arriva a Hollywood. E come Fitzgerald, viene subito trattato da celebrità. Nonostante Barton sia accolto con grande entusiasmo dal capo della casa di produzione, non sceglie di capitalizzare il suo potenziale creativo andando alle feste o socializzando con l'ambiente hollywoodiano.

Barton Fink e Pat Hobby devono anche lottare con produttori a cui non interessa nulla dell'arte e se Barton combatte questa situazione, Hobby la accetta. L'attitudine faceta di Hobby riguardo agli autori di Hollywood smentisce il risentimento proprio di Fitzgerald per come veniva trattato dagli studios.

Diversamente da Fitzgerald e Barton, Pat ha cominciato nel cinema e non ha un background letterario. Pat non è nemmeno utile allo studio. Il suo modus operandi è di fare soldi lavorando il meno possibile. Non è neanche un artigiano che foggia la visione presentatagli dalla casa di produzione, è una sanguisuga messa al mondo dal sistema commerciale dell'industria cinematografica. Pat crede che il ciarpame di Hollywood sia così spregevole che non è possibile esserne orgogliosi, bisogna spremere il sistema esattamente come il sistema spreme il pubblico. E' l'opposto dell'artista. Ma attraverso il suo personaggio, Fitzgerald serve la sua vendetta a Hollywood, mostrando al mondo gli effetti collaterali dello show business.

Un modo in cui Barton Fink esplora la bruttezza di Hollywood è attraverso l'analisi delle differenze tra lo scrivere per il cinema e lo scrivere in altre forme di prosa. Barton viene dal teatro. Sebbene il teatro sia una via di mezzo tra il romanzo e la sceneggiatura cinematografica, generalmente ai drammaturghi non è ben chiaro il vasto raggio d'azione potenziale in un film. Jack Lipnick, il capo della casa di produzione in Barton Fink, ha la sua personale idea di quello che funziona nel cinema e tortura Barton con le sue convinzioni quando gli viene presentata una sceneggiatura per un B-Movie e che Barton declama come "piena di anima":
"Hell, I could take you through it step by step, explain why your story stinks, but I won't insult your intelligence. Well all right, first of all: This is a wrestling picture; the audience wants to see action, drama, wrestling, and plenty of it. They don't wanna see a guy wrestling with his soul—well, all right, a little bit, for the critics—but you make it the carrot that wags the dog. Too much of it and they head for exits and I don't blame 'em. There's plenty of poetry right inside that ring, Fink."
Dopo che Jack gli fa la sua strigliata, Barton ribatte, "Ho cercato di mostrarti qualcosa di bello. Qualcosa che parli di tutti noi." Ma il problema di Barton è che la produzione non vuole fare film che edifichino la gente e Jack non ha assunto Barton per la sua abilità, l'ha assunto per il capitale culturale che può fornire. Jack vuole mettere un po' di cultura nel suo prodotto, "per i critici", ma è convinto che troppa cultura frenerebbe la vendita dei biglietti. La situazione è ancora più ironica perché Barton vuole scrivere per l'uomo comune, ma il suo lavoro è ritenuto troppo artistico per le masse.

Fitzgerald ha la sua idea riguardo al tipo di soggetti che possono adattarsi al cinema, e quelli che si adattano ai romanzi. Nel suo altro romanzo su Hollywood, rimasto interrotto, Love of the Last Tycoon, Fitzgerald fa che il suo eroe, il produttore artistico Monroe Stahr, distilli l'essenza di ciò che funziona nel cinema. In questa scena, lo scrittore è di nuovo un fantoccio nelle mani di Fitzgerald per veicolare le sue convinzioni, ma qui sono espresse in modo onesto perché Monroe è ritratto come l'unico possibile artista a Hollywood.
"I can't get what I write on paper," broke out Boxley. "You've all been very decent, but it's a sort of conspiracy. Those two hacks you've teamed me with listen to what I say, but they spoil it—they seem to have a vocabulary of about a hundred words."

"Why don't you write it yourself?" asked Stahr.

"I have. I sent you some."

"But it was just talk, back and forth," said Stahr mildly." Interesting talk but nothing more..."

"I don't think you people read things. The men are dueling when the conversation takes place. At the end, one of them falls into a well and has to be hauled up in a bucket."

He barked again and subsided.

"Would you write that in a book of your own, Mr. Boxley?"

"What? Naturally not."

"You'd consider it too cheap"

"Movie standards are different," said Boxley hedging.

"Do you ever go to them?"

"No—almost never."

"Isn't it because people are always dueling and falling down wells?"

"Yes—and wearing strained facial expressions and talking incredible and unnatural dialogue."
Lo scrittore sente che si sta abbassando a livelli infimi lavorando tra un mucchio di ignoranti e il suo lavoro riflette questa situazione. L'autore qui non mette l'anima nella sceneggiatura perché non gli interessa nulla dei film, similmente a Burton, il quale ammette di non aver visto poi così tanti film.

In Barton Fink c'è un vaga accezione a William Faulkner, nel personaggio di W.P. Mayhew, un romanziere su cui l'acol ha avuto la meglio e a cui non interessa il lavoro di sceneggiatore. Il vero William Faulkner ha lavorato a Hollywood, fu un periodo terribile per lui, lo salvò solo l'appoggio di Howard Hawkes. Odiava lavorare lì e lo fece solo per fare più soldi in un mese di quanti ne fece nei due anni di lavorazione di un classico quale Assalonne, Assalonne. Dopo dieci anni, riuscì finalmente a smettere di lavorare a Hollywood, con la vendita, per 60.000 dollari, dei diritti per l'adattemento cinematografico del suo libro Santuario.

La differenza formale tra i Racconti di Pat Hobby e Barton Fink evidenzia il contrasto tra la forte autorevolezza che oggi hanno le persone creative nell'industria del cinema e il controllo che gli studios fabbricatori di denaro avevano su Hollywood nel passato. Fitzgerald occupava il gradino più basso della scala gerarchica ai suoi tempi, mentre i Coen sono su quello più alto oggi - possono fare tutto quello che vogliono. Quando FItzgerald scrisse i Racconti di Pat Hobby, era alla fine di una devastante caduta professionale. Era stato licenziato dalla MGM e la sua produzione letteraria quasi completamente dimenticata. Al contrario, i fratelli Coen dichiararono che Barton Fink non rappresentava affatto la loro esperienza a Hollywood perché in realtà è stato sempre permesso loro di realizzare tutti i progetti che volevano e come volevano. Ai tempi di Fitzgerald, i registi, gli scrittori e gli attori non avevano alcun tipo di potere. Erano i produttori a tenere le redini.

Di tutti gli irrecuperabili personaggi della produzione Hollywoodiana di Fitzgerald, Monroe Stahr di Love of the Last Tycoon è l'unico con cui l'industria cinematografica cerchi di creare un prodotto artistico di valore. Monroe rappresenta gli ideali di Fitzgerald di un'individualità creativa nell'industria del cinema e, ovviamente, è schiacciato dalle macchinazioni burocratiche degli individui mediocri che lo circondano. Poiché Fitzgerald non aveva successo a Hollywood, dovette tornare al romanzo per esprimere il suo malcontento nei confronti dell'industria da cui era stato respinto. Come Fitzgerald con i Racconti di Pat Hobby, i Coen, in Barton Fink, mettono in scena una visione divertente delle imposizioni di Hollywood sui contributi artistici da parte degli scrittori, ma la differenza maggiore tra Fitzgerald e i Coen è che i Coen sono riusciti a fare un film. Sono così dentro al sistema hollywoodiano che riescono a trovare finanziatori per i loro progetti —cosa che Fitzgerald, nel cinema (al contrario che con la sua produzione letteraria), non riuscì mai a fare. Fitzgerald era come lo scrittore dei Racconti di Pat Hobby, che scappa via da Hollywood e la cui unica occasione di vendetta è scrivere un romanzo sulla sua esperienza. "Quando lo scrivo quel libro", disse, "farò di voi lo zimbello della nazione."

fonte Vice / traduzione Chiara Fasano

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