mercoledì 7 settembre 2011

Sal, Rebel: appunti veneziani di James Franco Italia (Parte I)

Come promesso, JAMES FRANCO ITALIA vi porta dentro la Biennale grazie alla nostra inviata Chiara Fasano che commenta in esclusiva per noi i progetti presentati a Venezia da James Franco: Sal e l'installazione Rebel.


Eccomi qua, a raccontarvi l'epopea di quest'oggi. Arrivo a Venezia, prendo il vaporetto linea 42 e chiedo gentilmente all'autista se - tra la fermata Sant'Elena e Ospedale - si ferma alla Certosa, che non è prevista tra le fermate ordinarie, ma è possibile arrivarci solo su richiesta: spingi un pulsante che fa accendere un semaforo che in qualche modo avvisa il vaporetto della tua presenza lì. In ogni caso, arrivo all'Isola, che dal di fuori somiglia in modo inquietante a Shutter Island, con tanto di mura di cinta (dal di dentro, anche peggio, ma andiamo per gradi). Fuori trovo il cartellone di 'Rebel' e una piantina con gli edifici dell'installazione, in tutto quattro. (Non ho potuto fare foto perché non c'è nulla di "fisico". Si tratta solo di video installazioni ed è proibito fare foto o filmare.)

Entro. L'Isola della Certosa misura 2500 mt2 tra terreno ed erbacce incolte (un posto più civile no, eh?). Capre e mufloni circolano indisturbati (non sto affatto scherzando, e non è nemmeno parte dell’installazione). Sembra un pezzo di terra dimenticato da Dio e dagli uomini, se non per un bar e diversi magazzini dove operai provvedono alla manutenzione di varie imbarcazioni. Trovo il primo edificio, il Casello delle Polveri, dove dovrebbero essere proiettati 'Sal', 'We Can't go Home again' e 'Brad Renfro Forever'. Giro la maniglia della porta. Chiusa.

Oddio, e ora che faccio? Giro un po' intorno e non c'è anima viva. Dopo un po' mi viene incontro un ragazzo, che poi scopro essere tedesco, lì per ‘Rebel’, disperato perché tutti gli edifici sono chiusi. Facciamo un sacco di telefonate agli uffici della Biennale e dopo circa un'ora, arriva un uomo con delle chiavi, il quale dice, come fosse la cosa più ovvia del mondo: "Qui è tutto chiuso, perché non è ancora stato aperto". COSA!? Mi sembra il teatro dell'assurdo. In Italia prima di avviare qualcosa ci vuole un periodo per carburare. Dopotutto 'Rebel' apriva il 5 settembre, siamo solo al 7, che diamine! Comunque, stendiamo un velo pietoso ed entriamo al Castello delle Polveri. Di 'We Can't go Home again', nemmeno l'ombra, ma almeno ci sono 'Sal' e 'Rebel'.



Sal è un gran bel film. E' il racconto di una giornata come tante altre di un ragazzo che vede finalmente la vita sorridergli: uno spettacolo teatrale imminente, il primo film da regista accettato dalla produzione. La regia di James (che strizza l'occhio ai maestri del realismo) accompagna con primi piani serrati tanti gesti quotidiani. Sal si esercita in palestra (la camera indugia a lungo sui muscoli scolpiti di Val Lauren, attore eccellente per la cronaca), fa colazione, fa qualche telefonata, esce di casa e con la sua coupé va a prendere un amico (forse compagno) per una nuotata in piscina e una seduta di massaggi. Tutte le volte che Sal gira in macchina parte una canzone fantastica, una voce di donna che somiglia a Ella Fitzgerald, forse è proprio lei. Ogni volta la scena rallenta, l’inquadratura si sgrana, gli oggetti si confondono. Vediamo il fumo della sigaretta di Sal, le sue labbra, i suoi occhi, le mani sul volante. Sono scene piene di poesia e di una sensibilità fuori dal comune. Ho pensato a Sofia Coppola, Cassavetes, Wong Kar Way... i miei momenti preferiti del film. La giornata prosegue. Sal chiama degli amici per invitarli al suo spettacolo a teatro, battibecca ironicamente con la domestica e quando un amico gli dà buca per la sera preferisce andare a teatro, per provare le sue battute. Ecco la scena più lunga del film (non condivido affatto quei critici che dicono che avrebbe dovuto tagliarla di più; io ho adorato questi piani sequenza interminabili, li ho trovati perfetti per il film). Arriva Jim Parrack, l’altro attore della commedia e il nostro James, che li dirige in scena. Piccola chicca: James appare sempre e solo di spalle, non gli si vede mai il volto, si sente solo la sua voce. Finite le prove Sal si rimette in macchina e torna a casa, felice, soddisfatto, pieno di speranze, mentre quella canzone incantevole e quelle luci magnifiche riempiono la scena. Ma qualcos'altro lo aspetta nel suo garage. Qualcun altro, un rapinatore con coltello in mano. E il resto è storia.

Al piano superiore si entra nel vivo di Rebel con il cortometraggio Brad Renfro Forever, sempre diretto da James. E' un mini-documentario fatto di interviste a James stesso (vi ricordate quei filmati di youtube dove James aveva un cagnolino nero in mano e parlava di Brad?), a Jim Parrack e Scott Haze. Queste interviste si alternano alle immagini del giorno dell'incisione. James discute con il suo "tatuatore" su come sarà, fanno diverse prove su un foglio. In origine la scritta doveva essere 'Brad Forever', ma poi hanno optato semplicemente per Brad. Durante l'incisione James non batte ciglio. Soffre tantissimo e si vede, i primissimi piani non mentono, ma soffre in silenzio. Finito il lavoro i suoi occhi dicono: "ok, ora vomito". Invece si alza, sorride e abbraccia l'artista. Il video finisce così. 



Poi mi sposto in un altro edificio, la Centrale Elettrica, dov'è proiettato Henry Rebel Drawing and Burning. Diretto da Douglas Gordon, ha come protagonista un incredibile Henry Hopper, su un palco che, mentre si spoglia, urla e si contorce come se qualcosa di invisibile lo stesse torturando. Il video va avanti così per più di un'ora e termina con Henry che, con un pennarello rosso, si disegna delle linee sul corpo...

(continua)

17 commenti:

  1. Sal deve essere proprio stupendo!!! Invece Rebel mi spaventa un pò buahahah!! Grazie per questo bellissimo articolo Chiara!

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  2. Ciao Ele, hai proprio ragione, questo commento di Chiara fa venire voglia di 'Sal' ancora di più, e mi tranquillizza da alcune critiche, perchè ora so che ci ritroverò dentro mondi e cose che mi piace vedere al cinema! Al contraio di te invece, 'Rebel' mi sembra sempre di più un'esperienza da vivere ahah

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  3. english please!! :( this is such a great site, too bad is in italian only!

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  4. ma è assurda una cosa simile!!!! solo in italia l'organizzazione per qualunque cosa è pietosa!

    ahahhahaha io rido a pensare alla scarificazione .. non ci posso fare niente

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  5. @ddoll, se la solita eretica :)))

    Comunque @chiara, mi hai fatto morire col paragone di 'Shutter Island'. Io avevo una mezza idea di andare alla Certosa quest'inverno, ma cosa dev'essere in quel periodo!? Ho quasi paura :))

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  6. @anonymous, thank u! English version for this post coming soon, I hope ;)

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  7. Di niente, ragazzi! Ho appena scritto la seconda e ultima parte e l'ho inviata a Sonny.
    Comunque ho sbagliato a scrivere, ovviamente la Certosa misura 2500 m2, non 250. E ho dimenticato di dirvi che il video di Douglas Gordon si chiama "Henry Rebel Drawing and Burning" e l'edificio in cui si trova è la 'Centrale Elettrica'. Sonny, se puoi aggiungere queste informazioni all'articolo è meglio.

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  8. Corretto @Chiara ;)
    Pubblico la seconda parte domani... dico solo che sono entusiasta per le cose che hai raccontato!

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  9. Sonny, te lo sconsiglio vivamente! Con pioggia e nebbia fa veramente paura da sola credimi... non vedevo l'ora di andarmene! Chiara non poteva trovare un paragone migliore!
    Tra l'altro l'edifico Centrale Elettrica è mooolto accogliente... due tendoni spessi neri e dentro buio pesto... non è nemmeno vagamente spazioso e se per caso c'erano delle sedie io non le ho viste.
    Ma esporre Rebel in zona Biennale come tutto il resto no eh? Della serie, si sa che nessuno lo andrà a vedere per cui isoliamolo pure dal mondo intero e non disturbiamoci neanche di aprire...
    Scusate lo sfogo :\

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  10. Grande Chiara!!!Si infatti il paragone "Shutter Island" mi ha fatta morire dal ridere!Bravissima bellissimo articolo!!!

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  11. SAL mi ha colpita. Subito sono rimasta un po' perplessa da certe scelte (sarà stata anche l'ora tarda), ma poi ci ho pensato su e devo dire che mi è proprio piaciuto. E' davvero un gran bel film e merita assolutamente di essere visto.
    Diverso, speciale ed interessante sotto molti aspetti, non si avvicina nemmeno lontanamente alla classica biografia che racconta vita, morte e miracoli di un determinato personaggio (quella la si può benissimo leggere su Wikipedia). Si concentra, invece, solamente sull'ultimo giorno di vita di Sal Mineo, una giornata come tante altre, che James Franco ci mostra tutta per intero curando ogni minimo dettaglio e non trascurando neanche l'azione più banale e ovvia. In questo modo ci porta proprio "dentro", offrendoci l'immagine quasi poetica di un Sal Mineo semplice, umile, gentile, sensibile e estremamente buono. Si ha come l'impressione di seguirlo invisibili per tutto il giorno ovunque vada, il che ci dà la possibilità di conoscerlo meglio, e a lungo andare si finisce pure per affezionarcisi.
    Come ha affermato lo stesso regista prima dell'inizio della proiezione, è un film semplice e umile, ma allo stesso tempo profondo, toccante e molto intimo, che si focalizza sul lato emotivo e personale di Sal Mineo.
    Val Lauren, l'attore che recita la parte del protagonista, è eccezionale e ne dà un'interpretazione davvero ottima. I dialoghi sono relativamente pochi, ma lui è talmente bravo che talvolta riesce quasi a parlare con gli occhi.
    Ogni tanto forse il film è un po' lento e si dilunga troppo rischiando di annoiare (ci tengo a ribadire che l'ho visto alle 00:30), ma tutto sommato scorre liscio senza grandi intoppi. E' interessante il fatto che inizia e finisce con la notizia al telegiornale della morte di Sal, il che dà una specie di senso di circolarità e di coesione a tutta la pellicola. Un'altro aspetto curioso è la quasi totale assenza di una vera e propria colonna sonora, fatta eccezione per due o tre canzoni, che però si sentono solo quando Sal accende la radio in macchina. Questo espediente allontana ulteriormente il film dai soliti blockbusters rendendolo ancora più realistico e unico nel suo genere.
    Per finire, il titolo, Sal; semplice, chiaro, senza sottotitoli e inutili giri di parole, rispecchia ancora una volta l'approccio modesto e senza grandi pretese usato.
    :)

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  12. @Eva, hai scritto soprattutto una cosa che mi interessa molto, il fatto che hai ripensato al film dopo la visione e hai cambiato idea su alcune cose. Sembrerà una banalità, ma per come vedo io il Cinema, un film che continua a vivere anche dopo che si accendono le luci in sala, merita sempre rispetto, anche quando non è perfetto! Perciò, sono contento sia successo questo e che 'Sal' ti sia piaciuto, nel complesso. Grazie per il tuo intervento :)

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  13. @sonny: Sì, il film mi è proprio rimasto impresso. Io sinceramente ho visto Sal Mineo solo in Gioventù Bruciata e nonostante mi sia piaciuto come attore non ho mai approfondito. Diciamo che il film di James mi ha stimolata a informarmi di più riguardo a Sal Mineo e credo che questo sia uno degli obiettivi principali del film, riscoprire e ricordare Sal. :)

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  14. Devo ammettere anche io la mia ignoranza in materia Mineo. Ho visto il film di Ray, ovviamente, e conoscevo qualche aneddotto sulla sua vita, ma non avevo idea avesse più talenti inespressi.

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  15. @Eva. Sono d'accordo con te sul titolo. Alla fine del il film, quando sullo schermo nero è apparsa la scritta SAL ho detto: è perfetto! Non poteva essere diversamente, questo film E' Sal.

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  16. Purtroppo Sal non è tra i vincitori della sezione Orizzonti... :( Non ho visto nessuno degli altri film Orizzonti e quindi non posso giudicare più di tanto, però è un peccato.

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  17. Speravo almeno in un Premio Speciale della Giuria, ma niente. Peccato. :(

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