giovedì 3 ottobre 2013

Jake Gyllenhaal Is the Perfect Gumshoe in ‘Prisoners’



Attenzione: questo articolo contiene spoiler.

Prisoners è fantastico. Mi è piaciuto tanto, tanto, tanto. L'atmosfera, il ritmo, le inquadrature, le interpretazioni e le tematiche, tutto è eccellente. Mi fa piacere che il grande Jake Gyllenhaal sia tornato ad un tipo di recitazione a tutto tondo. Il suo ritratto del Detective Loki è misterioso, empatico, solido e credibile —tutto senza avere nemmeno una backstory. Tutto ciò che sappiamo di Loki è che passa il giorno del Ringraziamento da solo in un ristorante cinese e che non ha mai avvolto un contenitore nell’alluminio. E' il motore perfetto per questo noir contemporaneo in cui tutti (bhè, quasi tutti) sono credibili e coinvolgenti. Ma più che questo, Gyllenhaal incarna quella "complessa semplicità" di cui parlava Thoreau. Dice pochissimo con le parole, ma tantissimo con la sua presenza e con degli indizi sparsi qua e là. Contate i suoi pazzeschi tatuaggi e gli astrusi giri in bicicletta tutte le volte che deve pensare a qualcosa. Esaminate le camicie abbottonate fino all'ultimo bottone. Sono segnali di un attore che ha fatto molte ricerche e di un'interpretazione consapevole. Segnali attraverso i quali il pubblico capisce che il Detective Loki è un'autorità con cui bisogna fare i conti a questo mondo. Sebbene non sappiamo molto della storia di Loki, bastano solo questi piccoli indizi per innamorarci di lui.

E se ancora non fosse chiaro, HO ADORATO questo film. E' incredibilmente denso e pieno di interrogativi su chi siamo e su quello in cui crediamo. E' talmente ricco che sembra un romanzo. Mentre lo guardavo continuavo a chiedermi: Come hanno fatto lo sceneggiatore e il regista a oltrepassare la letteratura tradizionale e creare una letteratura per il grande schermo? Forse qualcuno dovrebbe fare un adattamento letterario di film. Sì, è veramente bello fino a questo punto.

Proprio perché è così bello, voglio soffermarmi su quelle cose che mi hanno lasciato un po' perplesso. Pensate a queste riflessioni come fatte da un vostro amico che ha visto il film con voi; state tornando a casa in macchina e state discutendo cosa vi è piaciuto e cosa non vi è piaciuto del film. Non è una critica, è più un'ulteriore indagine su un film di per sé incentrato su un'indagine.

Alla fine del film mi sono chiesto di cosa parlasse in realtà e dove volesse arrivare. I bambini rapiti dal personaggio di Paul Dano vengono ritrovati, la "zia" malvagia di Paul Dano, Melissa Leo, viene uccisa con un colpo di pistola e tutti sono felici, più o meno. Quindi, alla fine, il film è, in parte, la storia del personaggio di Hugh Jackman, che viene spinto ad un comportamento estremo per salvare sua figlia. Semplicemente, narra di un cittadino che vive nel rispetto della legge, ma poi la infrange e tiene un uomo sotto tortura per una settimana perché crede che gli abbia rapito la figlia. E se il film parla di questo, perché vediamo così poco di questi atti di tortura? Lo vediamo prendere a pugni in faccia il personaggio inquietante di Paul Dano solo un paio di volte, ma non è nulla che non avessimo già visto in uno qualsiasi dei film di Silvester Stallone. Poi —durante quello che ho considerato il più bizzarro corso degli eventi del film— fa fare a Paul Dano una specie di doccia della tortura.

Questa appare come una resa da parte sua, perché poi non vedremo più Paul Dano torturato. Vediamo solo un muro di legno e i suoi occhi attraverso una fessura. Ed ecco come termina la parte del povero Dano —non lo vedremo più per intero fino alla fine del film. Dal trailer pensavo che il personaggio raccapricciante di Paul dovesse subire un cambiamento tipo quello di Edward Norton in Schegge di Paura, all'inizio malato mentale orchestratore di rapimenti di bambini, ma che poi passa il resto del film a urlare in prigione. Ho detto questo semplicemente perché sono un suo fan e avrei voluto vederlo di più durante il film.

L'altro aspetto di questa camera di tortura —a parte il tempo che occore per costruirla— è che Viola Davis e Terrence Howard girano tranquilli intorno a questa casa abbandonata, mentre il folle Hugh Jackman costruisce il luogo della tortura e la loro figlia è a casa da sola nella vasca da bagno, mentre un altro stalker inquietante ruba i vestiti dalla camera dei bambini. Il problema, o comunque, la questione, mio caro amico in macchina con me, è questa: Perché gli autori del film hanno scelto questa particolare forma di tortura? Prima di tutto, costruire uno strumento di tortura partendo da zero sembra un eccesso di zelo per un uomo che deve urgentemente provare a cercare sua figlia. Perché non si limita a tagliargli un dito o il pene invece? Perché costruire una doccia della tortura? Forse il motivo è che così può torturarlo più facilmente perché non lo vede. Ok, così è abbastanza comprensibile, per il personaggio, ma non esattamente per il film, perché il pubblico è pronto a seguire il personaggio di Hugh quasi ovunque per due ragioni: primo, perché è l'adorabile Hugh Jackman (il che è difficile da dimenticare e, nonostante la sua sia un’ottima performance, mi sono ritrovato a chiedermi, Che ci fa Hugh Jackman in questo dramma indipendente?) e secondo, perché il suo personaggio ha perso sua figlia (la logica è che se il pubblico deve tifare per qualcuno, quel qualcuno dev'essere un genitore alla ricerca di un figlio rapito e se ci sono dei cattivi che vogliamo punire più di chiunque altro, quei cattivi sono i molestatori di bambini, specialmente quelli più raccapriccianti, con occhiali inquietanti come quelli di Paul Dano). Quello che voglio dire è che il film è interamente costruito in modo che la tortura inflitta da Jackman a quel pazzo maniaco di Paul abbia la benedizione del pubblico, il che poi —ATTENZIONE ALLO SPOILER— viene rinfacciato alllo stesso pubblico, quando si scopre che Paul è innocente. Quindi, perché nascondere tutto quello che accade nella doccia? Non ho ben capito.

Ma torniamo all'uomo dell'anno e al perché questo film mi è piaciuto così tanto: guardate come Jake cammina in quelle cantine inquietanti. Straordinario! Guardate la scena in cui distrugge il computer in preda alla rabbia. Straordinario! Guardate quando interroga i malviventi con la pistola in mano da vero investigatore e quando poi porta la ragazza di corsa in ospedale con la faccia coperta di sangue come un vero duro. Straordinario!

Eppure, un'ultima domanda: Cos’era quell’'ossessione con i labirinti? Perché i labirinti? Così, giusto per curiosità...

Articolo di James Franco
Fonte Vice
Traduzione Chiara Fasano

2 commenti:

  1. scusate ma non posso leggerlo .. spoiler U__U ..

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  2. La tortura è per così dire nascosta (fino a un certo punto), perché è molto meglio una sola scena-pugno nello stomaco, piuttosto che continuare a vedere violenza. Il rischio è solo quello di assuefarsi e non dare più il giusto peso alle cose.

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