martedì 12 giugno 2012

Can Prometheus Help Us Understand Ourselves?



9 giugno - E' uscito Prometheus. Duh. Questo è il quinto episodio della serie di Alien -- un prequel che si svolge verso la fine del ventunesimo secolo. Effettivamente la data non sembra poi così lontana, con i nuovi progressi della medicina fatti ogni anno, mi chiedo quanti tra i componenti del pubblico di oggi avranno modo di vedere la fine del secolo e verificare cosa hanno azzeccato Ridley Scott e altri registi e cosa hanno sbagliato.
 
Naturalmente l'accuratezza non è il punto del film, e la data specifica è un po' un simbolo arbitrario per "il futuro non troppo distante," nello stesso modo in cui 1984 di Orwell, scritto nel 1949, parlava di dove le cose fossero dirette, non di come sarebbero state realmente. Ovviamente, non chiacchieriamo tutti nella Neolingua o non lavoriamo sotto l'occhio che vede tutto del Grande Fratello. Ma se Orwell non ha fissato i dettagli, ha catturato il quadro più ampio? E, a pensarci bene, forse ha preso anche i dettagli.

Prometheus sta cercando di lanciare un messaggio o è solo intrattenimento? Sono piuttosto sicuro che agli Studios e ai registi non dispiacerebbe incassare soldi, ma supponiamo che stiano usando il genere della fantascienza per dire qualcosa su chi siamo e su come ci definiamo in quanto esseri umani.

Nana, Iris ed io abbiamo trascorso la notte a lavorare nel magazzino distrettuale di New Orleans, abbiamo dormito fino a mezzogiorno, poi siamo andati direttamente al Canal Place per vedere il primo spettacolo di Prometheus. Nana ha lavorato al film -- ha acconciato i capelli di Michael Fassbender e Noomi Rapace -- e ha trascorso la scorsa settimana lontano da me in giro per il press tour del film. Così aveva già visto il film alla premiere, ma voleva sentire cosa ne pensassimo. Iris ha comprato i biglietti la sera prima e, stranamente, non ha optato per la proiezione in 3D. Grazie al cielo, eravamo al Canal Theater, così le signore hanno ordinato pizza, acqua frizzante e popcorn, e questo ha reso l'esperienza un po' più emozionante.
 
Il film è magnifico ed ha un ottimo ritmo. Le immagini scorrono lisce e senza intoppi, come se fossero destinate ad essere così. Quello che voglio dire è che questo film -- come il primo episodio della serie, Alien (l'unico diretto da Ridley Scott) -- ha risonanza al di là della storia dei personaggi particolari all'interno del pezzo dato. Il film assume la statura della mitologia: non c'è da stupirsi che prenda il nome di un Titano greco. Prometheus fa così tante cose simultaneamente: solleva interrogativi riguardo alle nostre origini, propone un ritratto di dove potremmo essere diretti, inizia a definire le caratteristiche che ci rendono umani a differenza di macchine e alieni, e intrattiene con elementi presi in prestito dall'horror e dalla fantascienza.
 
Dopo che sono scorsi i titoli di coda, Nana ha chiesto cosa ne pensassi. Le ho detto che i capelli erano ottimi -- infatti, la scena che introduce il personaggio robot di Fassbender, che mostra come si pettina i capelli alla maniera di Lawrence of Arabia, è una delle migliori sequenze nel film. Poi ho fatto un'osservazione su come la struttura del film segua strettamente quella dei primi due film della serie di Alien: i nostri protagonisti si svegliano dopo anni di viaggio interplanetario, si trovano su un pianeta sconosciuto, esplorano il nuovo terreno, vengono infettati dalle specie di alieni locali, tornano sulla nave con i loro corpi infetti, combattono fino alla morte. Quindi Ridley Scott non ha fatto molto per alterare la struttura della narrazione, il che potrebbe spiegare perchè alcune persone hanno criticato la mancanza di sorpresa o sviluppo nel film. E andando fuori tema per due secondi, mi chiedo perchè nessuno dei personaggi si conosca quando si svegliano; sono semplicemente saliti sulla nave e sono andati in letargo per due anni senza incontrare i loro compagni esploratori? E' solo un problema perchè le manovre per l'autorità diventano un grosso problema più tardi. Si potrebbe pensare che tutto ciò verrebbe risolto prima di lasciare la terra. Ma comunque, suppongo che il fatto che i personaggi si incontrino per la prima volta sulla nave aiuta i realizzatori a presentarli al pubblico. Allora, tornando agli aspetti familiari: persino il personaggio del robot-aiutante-diventato-insidioso-antagonista è familiare alla magistrale interpretazione di Ian Holm nell'originale -- e naturalmente dovevano provare a superare la scena dell'alieno nello stomaco. Non penso però che la ripetizione sia per forza una cosa cattiva; infatti, forse è esattamente quello che vogliamo. Anche i primi libri della serie di Harry Potter seguono uno schema: i ragazzi vanno a scuola, incontrano un nuovo professore strano, salvano il mondo. E le serie di Star Trek è basata sul modello di esplorare, confrontare e fermare. Queste sono variazioni su un tema, e in questo film, i temi vengono espansi per includere domande sulle nostre origini.
 
Nana ha iniziato a parlare di come il prossimo passo per la scienza sia includere una dimensione spirituale alla ricerca. Nonostante i suoi commenti fossero molto generali, e un po' confusi, riuscivo a vedere dove stava andando a parare, perchè il film ci prova a creare una storia d'origine che è sia scientifica che metafisica. Il problema è che non quadra molto con la nostra comprensione della selezione naturale e dell'evoluzione. C'è un interessante prologo che dovrebbe spiegare come gli alieni potrebbero essere i nostri creatori: sono venuti sul nostro pianeta e hanno dissolto uno dei loro così che il suo DNA entrasse nell'acqua. E da questo, credo che possiamo presumere che abbia avuto luogo il processo che noi intendiamo come evoluzione? Sembra un po' strano che gli ingegneri, come vengono chiamati gli alieni, non abitino semplicemente il pianeta in quanto se stessi. Perchè ridursi in batteri nell'acqua? Ed è anche un po' strano immaginare che siamo discesi da questi raccapriccianti umanoidi (sembrano culturisti pallidi e senza peli) e ci siamo poi evoluti nel corso di milioni di anni per diventare umani. Suppongo che questa sia una spiegazione scientifica per una figura simile a dio che ci crea a sua propria immagine, ma è tutto un po' confuso. Non ne so molto di Scientology a parte la versione abbreviata che ho visto in South Park, ma la storia sull'origine in Prometheus mi ha fatto ricordare quello. Detto ciò, sono il primo a riconoscere che il film non ha bisogno di essere fondato sulla religione o sulla scienza; deve solo raccontare una buona storia, e più o meno lo fa.
 
L'altro grande tema nel film riguarda la nostra definizione di umanità. Per secoli, ci siamo definiti diversi dagli animali per la nostra intelligenza superiore -- e la corrispondente idea che noi abbiamo un'anima. Ma ora, con robot e computer dotati di intelligenza artificiale in aumento in mezzo a noi, film come Prometheus -- e libri come Specimen Days di Michael Cunningham -- stanno iniziando a mettere in discussione ciò che ci separa veramente da macchine che potrebbero infatti essere più intelligenti di quanto lo siamo noi. Il personaggio robot di Fassbender è pacato, affascinante e sinistro. E sembra provare dei sentimenti, anche se essi sono stati programmati. Cosa trattiene questo bel personaggio dall'avere un'anima? Cosa trattiene gli umani dal voler fare sesso con lui?
 
E, come ha domandato Iris: All'inizio, quando è solo sulla nave che si fa strada verso il pianeta, intrattenendosi mentre gli umani ibernano nei loro gusci, perchè non cammina nei corridoi deserti nudo?
 
La fantastica scena che strappa applausi è destinata a superare la scena dell'alieno-fuori-dallo-stomaco in Alien. Comporta un po' di auto-chirurgia da parte di uno dei personaggi. Ne so qualcosa di fingere il dolore mentre si interpreta una scena così. La recitazione è straordinaria e il sangue è soddisfacentemente sconvolgente. Mi ha fatto tornare in mente una procedura di liposuzione che mi è capitato di beccare in televisione una sera tardi, o forse il film di Stan Brakhage sull'autopsia, ma con in più il colpo di scena di avere un corpo estraneo che divora il paziente dall'interno. Se non altro, questo film ci mette a conoscenza di quanto siamo delicati in quanto esseri umani. I nostri corpi sono così intricati e vulnerabili; la nostra intelligenza e infine la nostra umanità è l'unica cosa che ci distingue; e di fronte ad un universo infinito, cos'altro abbiamo se non i nostri legami tra di noi? Quest'ultima considerazione mi fa discutere un altro aspetto del film: tutti vogliono esaminare le domane senza risposta sulle nostre origini -- perchè il robot è così cattivo e in che modo questa storia si collega ai film successivi -- ma io mi chiedo perchè ogni personaggio sia così coglione in questo film. Questa non è una critica agli attori -- erano fantastici con un uomo e con una donna, ma ad eccezione del personaggio del capitano di Idris Elba, erano orribili tra di loro. Mentre questo potrebbe essere un altro commento sulla competizione che risulta dall'iniziativa umana, dirò questo: se mai dovessi esplorare altri pianeti, l'unico che vorrei avere attorno sarebbe Idris. 

Autore: James Franco
Traduzione: Eva Edmondo per James Franco Italia

4 commenti:

  1. per commentare questo pezzo devo solo aspettare fino ad ottobre .... grazie distribuzione italiana

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  2. ma un film come questo non posso vederlo in un mini schermo XD

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  3. Nessuno ti vieta di andare a rivederlo quando arriverà in Italia :))

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