Autore: Nick Aramis -Bullett, Spring Issue '13
Traduzione: Chiara Fasano
"Credi che io dia l'idea di non essere umile?" Chiede James Franco, curioso di sapere com'è recepito, o almeno come io lo recepisco. Sediamo l'uno di fronte all'altro su un paio di soffici divani in pelle nera in uno studio fotografico di Santa Monica, parte di una fascia commerciale costellata di scadenti gallerie d'arte. La bocca gli può anche sorridere, ma lo sguardo duro e greve, anche sotto l'ombra del cappellino da baseball, chiaramente no. E' molto bello, ma stanco. E' James Franco e l'unica cosa su cui tutti sembrano essere d'accordo quando si parla di James Franco è che il ragazzo non ha bisogno di riposare. Il Telegraph disse "dorme a malapena." Il New York Magazine era piuttosto sicuro che consideri dormire "una perdita di tempo." Lo stesso Franco, in un'intervista di inizio anno a Details l'ha quasi definito "una sconfitta". L'avversione al riposo del trentaquattrenne attore di Palo Alto è così nota, che la volta in cui fu beccato appisolato durante un seminario serale alla Columbia University diventò notizia da prima pagina. L'ego di Franco è intrinsecamente legato alla sua insonnia consapevole. Semplicemente non c'è tempo per otto ore notturne senza senso, quando invece puoi provare non solo a imparare, ma a padroneggiare ogni forma di espressione creativa conosciuta all'uomo. E' considerato tante cose da tante persone - un attore nominato all'Oscar, un pupillo del mondo dell'arte, un cineasta in fissa col sesso e una voce della "Rx Generation" - ma chi è la persona dietro quegli occhi stanchi? A seguire, tre ritratti dell'artista da giovane anomalia.
VOLUME I - L'IMMAGINE
VOLUME I - L'IMMAGINE
"Non è ciò che le persone credono egli sia" - Mila Kunis
Pochi attori conoscono Franco così bene come Mila Kunis. I due si sono conosciuti nel 2008, quando lavorarono ad una parodia online dei reality show diretta da Judd Apatow (lo zar dell'umorismo demenziale che dette a Franco il suo primo ruolo di successo nella serie della NBC Freaks and Geeks più di dieci anni fa). Nei successivi cinque anni, Franco e Kunis hanno lavorato a tanti progetti insieme, incluso Il Grande e Potente Oz di Sam Raimi e The Third Person di Paul Haggis, dramma sulle relazioni sentimentali, prossimamente in uscita. "James è inclassificabile perché lui rifiuta di essere etichettato sotto una qualsiasi definizione." dice Mila. Questo è evidente anche solo da una rapida occhiata al disparato gruppo di Francophiles che costituiscono la sua cricca: attori di serie A, star di commedie stoner, performance artist dal genere incerto, poeti laureati, idoli degli adolescenti, esponenti di spicco del mondo dell'arte, leggende del punk, registi di avanguardia, stilisti, reali della Vecchia Hollywood, celebrità disturbate, colonne del mondo accademico e studenti universitari. Sembra inconcepibile che ha passato la maggior parte degli inizi della sua carriera a cercare di convincere quelle stesse persone che è era qualcosa in più della metà complementare dei ruoli che interpretava.
Il più grande di tre figli cresciuti in una famiglia artistica (il secondo, Tom, è un pittore e il più giovane, Dave, ha anche una carriera nello show business), Franco ha faticato nel farsi strada tra commedie adolescenziali (Costi quel che Costi, Mai Stata Baciata) fino a raggiungere il plauso della critica - e un Golden Globe - per la sua interpretazione di James Dean nel film per la tv del 2001, in cui vestiva i panni dell'icona della disillusione giovanile.
Il successo di quel film ha portato Franco a ruoli che enfatizzavano i suoi bicipiti più delle sue abilità di portare avanti una scena. Solo nel 2006 ha interpretato un pilota militare (Giovani Aquile), un ufficiale della marina (Annapolis), e l'equivalente medievale di un Romeo-celebrità (Tristano e Isotta). "Non so se abbia mai provato ad allontanare da me l'idea dell'idolo delle ragazze," dice Franco, uno dei testimonial di Gucci dal 2008. "Credo che ci siano ruoli che richiedono di avere un aspetto fisico al meglio. Il problema vero era che stavo facendo dei film in cui non credevo." Parla così di quel periodo della sua vita. E' stato più o meno allora che Franco è stato sedotto da arte e accademia e dalla libertà che gli avrebbero concesso. Sei anni dopo, innumerevoli pubblicazioni hanno svuotato barili di inchiostro per capire, definire o deridere l'attore - scrittore - regista - artista - musicista - attivista - modello - poeta - giornalista - curatore - blogger - insegnante - studente - celebrità, un uomo il cui curriculum è diventato così magniloquente da essere progressivamente diventato difficile da prendere sul serio.
Ad oggi, Franco è laureato alla UCLA (dove si reiscrisse dopo aver abbandonato gli studio dieci anni prima per fare l'attore), e ha cinque Master: scrittura creativa alla Columbia e al Brooklyn College, regia alla New York University, poesia al Warren Wilson College e arti digitali alla Rhode Island School of Design. Attualmente sta perseguendo un dottorato in letteratura a Yale, tutto mentre è insegnante di cinque corsi di diverse università sparse per il Paese. Non c'è da stupirsi se nel 2010 il New York Magazine, in copertina si chiedeva "Ma James Franco Fa Sul Serio?"
Forse è per questa poliedricità che la Disney lo ha voluto nei panni del Mago ne Il Grande e Potente Oz, prequel del classico del 1939 Il Mago di Oz che apre la tenda sul misterioso re della Città di Smeraldo. "Immagino che lo Studio voglia dare tutto a Johnny Depp," dice Franco ridendo. "Ma Johnny era già impegnato con The Lone Ranger così sono venuti da me. E in modi diversi, ci sono dei paralleli tra quello che ha fatto Oz e quello che faccio io come persona creativa."
Il film vede di nuovo insieme Franco con il suo regista di Spider-Man Sam Raimi, ma se la collaborazione rivela Oz come un intraprendente mago da quattro soldi, serve anche al più recente ruolo di Franco, quello di regista sperimentale e esteta da Ivy League. "Conta molto chi è il regista quando scelgo i film e ovviamente amo lavorare con Sam," dice della decisione di tornare nel mondo dei blockbuster. "All'inizio avevo gli stessi dubbi di quando feci L'Alba del Pianeta delle Scimmie: un altro film sul Pianeta delle Scimmie? Ma poiché c'era un nuovo approccio visuale a Oz, creato dai più bravi in quel settore - insieme al fatto che il mio personaggio era scritto come un eroe leggermente irriverente e con molti difetti - mi era permesso deridere un po' quel mondo."
Franco ama deridere i suoi progetti creativi esattamente come il pubblico ama deridere lui. Infatti è diventato una specie di ossessione per quelli che fanno la cronaca in diretta di ogni mossa dell'uomo dal sorriso da un milione di dollari. L'intensità del suo seguito, si potrebbe pensare, gonfierebbe il suo ego fino alla misura di una palla demolitrice, ma Kunis insiste che è il contrario.
"Credo che la gente si sorprenderebbe di vedere che persona calma e rispettabile è." dice Mila. "Non voglio andare troppo nel personale, ma lui è molto umile. Si sa che è ben istruito e colto, ma non tutti sanno che è anche una persona veramente buona."
VOLUME II - L’ARTISTA
"La cosa più interessante è l'astrazione, nella casualità e nella non uniformità del reale." - Harmony Korine
Harmony Korine ha tentato per anni di rintracciare Franco. Sebbene Franco fosse un fan di Kids, film scritto da Korine, sin dal liceo, i due si sono conosciuti di persona solo all'inaugurazione della mostra dell'artista Dan Colen alla Gagosian Gallery di New York, nell'autunno 2010. Korine, il virtuoso del vizio, autore di film come Gummo, Julien Donkey-Boy, e Trash Humpers, ammirava il lavoro di Franco. Nelle sue parole, aveva visto Franco "in quel film dove si taglia il braccio. E in quella cosa per la tv sui freaks. E in quello dove recita con le scimmie."
Per Spring Breakers, questa nuova oddissea - rito di passaggio, Korine ha scritto la parte del rapper Alien, treccine tra i capelli, dentiera dorata, simile a Riff Raff - "una collisione tra un gangster e un mistico", dice il regista - con Franco in mente. Nel film, Alien paga la cauzione alle quattro protagoniste (interpretate da Selena Gomez, Ashley Benson, Vanessa Hudgens, e la moglie di Harmony, Rachel Korine) dopo che si mettono nei guai con la legge durante uno spring braek particolarmente orgiastico. "Avevo bisogno che il personaggio di James fosse veramente autentico," dice Korine. "La voce, l'accento, il manierismo, la camminata da spaccone, la cadenza - tutto doveva essere credibile." Durante l'anno prima delle riprese, Korine mandava a Franco centinaia di fotografie, video e audio - qualsiasi cosa che si avvicinasse, nell'aspetto o "psicologicamente", ad Alien e al suo ambiente. "Ama rovistare in rete e trovarci le cose più folli," dice Franco di Korine. "Immagino che fosse immerso nella dissolutezza degli universitari in quel periodo."
Allo stesso tempo Franco stava esorcizzando l'eccesso socio-sessuale della sua adolescenza con la sua prima raccolta di racconti, Palo Alto (al momento in via di adattamento cinematografico da parte di Gia Coppola); con Dicknose in Paris, il cortometraggio che ha fatto trascinandosi per la Ville Lumière oscurato da una maschera in gomma a forma di pene; con The Dangerous Book Four Boys, la sua prima personale al Clocktower di New York; e allestendo Rebel, l'esibizione al Museo di Arte Contemporanea di Los Angeles nel maggio 2012, un'installazione ispirata a Gioventù Bruciata, per la quale ha avuto contributi da otto artisti tra cui Douglas Gordon, Terry Richardson, Ed Ruscha, Paul McCarthy, e Korine.
Un mese prima delle riprese di Spring Breakers, Korine e Franco guidarono di notte per le strade più malfamate di St. Petersburg, si incontrarono con dei tizi locali e fecero alcune foto. Come nel film, quei quartieri sono la sintesi di sporco e fantasie in Tecnicolor. "Ogni cosa era veramente in rovina," dice Franco. "Ma è la Florida, quindi ci sono le palme e tramonti meravigliosi, che la fanno apparire come un paradiso pericoloso." Korine è d'accordo: "Una volta che ti abitui alla gente che cammina armata e con giubbotti antiproiettili e altra merda simile, sembra quasi normale. Almeno lo era per me."
Quelle armi saltano fuori all'improvviso per tutto il film. In una sequenza di danza perfettamente sincronizzata intorno alla piscina con la ballata sul suicidio di Britney Spears, Everytime, le pistole sono arredi scenici. Quando la Benson e la Hudgens forzano il personaggio di Franco a praticare sesso orale con le loro pistole, le armi diventano decisamente più erotiche. Quell'episodio non procura impotenza ad Alien, anzi, Franco in quella scena lo rende eccitato. "In qualche modo ho cristallizzato quei tre personaggi," dice Korine. "In quel momento, il gioco riconosce il gioco ed è come se una lampadina sociopatica si fosse accesa. James ha reso quella scena ancora più folle di com'era sulla carta."
Franco ovviamente si gode una ridefinizione dei costumi eteronormativi dello standard hollywoodiano di idolo delle ragazze. Oltre a praticare una fellatio ad un'arma da fuoco, Franco era anche andato oltre su un pene di gomma in The Broken Tower, il suo biopic sul poeta apertamente gay Hart Crane ("Abbiamo aggiunto quei piccoli momenti hot per bilanciare delle scene un po' più opach", dice); ha interpretato personaggi gay nei film sul poeta Allen Ginsberg e l'attivista Harvey Milk; ha inaugurato una personale chiamata "Gay Town" da Peres Project; quest'anno ha prodotto Kink, un documentario sul sito di BDSM più popolare al mondo e co-diretto Interior. Leather Bar., un film che immagina i 40 minuti - che probabilmente ritraevano del sesso gay - cancellati dal film del 1980 di William Friedkin Cruising per evitare il divieto ai minori (la censura lo vietò ai minori di 17 anni). Nel suo prossimo film, This is the End, in uscita quest'estate, la fine del mondo arriva durante una festa tenuta a casa di Franco. In una scena, il co-protagonista Danny Mcbride (anche lui interpreta se stesso) dice: "James Franco non ha succhiato nessun uccello stanotte? Ora so che mi state tutti prendendo in giro." Franco dice, "Sul serio, non me ne può fregare di meno se la gente ancora si fa domande sulla mia sessualità. Se vogliono dire che sono gay, non mi importa, davvero."
Sebbene sia neutrale con chi ride della sua sessualità - di per sé uno sfrontato rigetto dell'ordine costituito del pantheon hollywoodiano di uomini alfa - è acutamente sensibile a che le sue intenzioni non vengano macchiate o fraintese. "Io non sto cercando di sfruttare nessuno," dice a proposito della sua attenzione artistica ai sessualmente emarginati. "Nessuno può mai accusarmi si essere superficiale o di fare le cose puramente per creare shock. Io voglio indagare sul modo in cui viviamo, il che non vuol dire che come viviamo è sbagliato, ma credo sia importante prendere nota su come interagiamo gli uni con gli altri e come ci definiamo. La cultura queer è un gran bel posto per farlo. E' ciò di cui parla un film come Interior. Leather Bar. Immagino che le persone si aspettino qualcosa di hardcore, dei macho che si spingano gli uni contro gli altri, ma invece parla di una resistenza generale a certi tipi di cultura queer. Posso pensare a innumerevoli immagini più disturbanti di una qualsiasi di quelle che mostriamo nel film."
VOLUME III - L'EGO
"E' gentile, leale, interessato" –James Franco
E' il 21 gennaio 2013 e Franco è appena atterrato da Park City, Utah, la notte prima di girare qualche scena in più de Il Grande e Potente Oz. Nello studio fotografico di Santa Monica, sta sbirciando il discorso di inaugurazione del Presidente Obama. Su internet stanno distruggendo la poesia che ha scritto per Yahoo! per commemorare l'occasione, "Obama in Asheville,". "Orribile vedere gli effetti dello sniffare la colla," scrive un commentatore. Un altro dice: "L'arte è soggettiva... ma questa poesia è davvero brutta."
Sebbene Franco non ammette di non essere soddisfatto del suo componimento, dice qualcosa di questo genere: "Personalmente non penso che la poesia sia il miglior veicolo per qualsiasi cosa riguardi la politica," e "Non ho avuto molto tempo per scriverla," e "Bella o brutta, è sempre una poesia scritta da un attore su Obama - è facile da attaccare."” Chiaramente non dimentica il cachet che un attore del suo calibro porta con sé nella serie di poesie commissionate da Yahoo!. "Hanno chiesto a questi premi Pulitzer di scrivere delle poesie e poi l'hanno chiesto a me. Immagino avessero pensato, 'Nessuno parlerà di queste poesie, a meno che non mettiamo in mezzo James Franco.' E hanno avuto le visite che volevano," dice. "Lo so perché lo fanno, quindi va bene. Pazienza." Per un breve momento Franco sembra genuinamente scoraggiato. "Le critiche possono far male, ma non per molto," tra poco lo scriverà in una e-mail. "A questo punto ne ho sentite tante, di buone e di brutte. Prendo tutto. Se qualcuno vuole dire che se faccio queste cose sono un idiota, non riguarda me - ma la reazione della gente a me."
E' dura dire se tutto questo parlare di lui lo irriti o lo diverta. "Non ho bisogno che la gente mi ami per tutto quello che faccio. Lavoro con una serie di materiali diversissimi e forse la gente legge questo come qualcosa di egotistico," dice Franco sul suo corpulento volume di lavoro. "O forse, perché molto del mio lavoro riguarda aspetti della mia persona, lo vedono come narcisistico. Ma c'è una lunga tradizione di artisti che usano se stessi," dice, indicando leggende letterarie come Thomas Wolfe, John Cheever e Marcel Proust. "Guarda, so di non essere perfetto. E chissà, forse una parte ha a che fare con l'egocentrismo. Ma è anche utilizzare quella cosa strana che è il 'personaggio pubblico' come materiale grezzo per progetti creativi."
Il meta-lavoro di Franco su Franco ha contribuito a diffondere la sua reputazione di megalomane. E il Narciso da bar gay che ha interpretato per la serie di video del New York Times nel 2010 ha aiutato. Come la sua pubblica ammissione durante la campagna promozionale per 127 Ore nel 2011 (stesso anno in cui ha condotto gli Oscar con Anne Hathaway) che si masturba "molto". O il suo boicottaggio ai media di quando ha interpretato l'artista sociopatico Franco nella soap-opera General Hospital (una comparsata triennale culminata con una performance art al MoCA chiamata "Soap at MoCA", che, a sua volta, era la base per un documentario intitolato Francophrenia).
Le star del calibro di Franco tipicamente impiegano un militante, splendidamente pagato esercito di professionisti per garantire che i loro clienti appaiano, parlino, profumino, vestano e si comportino in modo adatto al più alto grado della società delle celebrità.
Di solito solo quando le cose vanno selvaggiamente fuori dai binari (ad esempio quando qualcuno è fotografato con una rasatura appena fatta che attacca un SUV dei paparazzi con un ombrello come fosse una pignatta) cogliamo un oscuro e contorto indizio su chi queste persone siano.
Franco, di sicuro, è diverso. Almeno quello, la sua ubiquità lo rende direttamente vicino agli occhi di tutti. Nel corso delle ultime settimane è stato a Berlino per l'inaugurazione di "Gay Town"; in Florida, dov'è stato Grand Marshal del Daytona 500 di quest'anno; a Park City per il Sundance Film Festival, a rispondere a domande dopo le proiezioni di Interior. Leather Bar. e Kink; in Giappone per la première de Il Grande e Potente Oz; a Big Bear Lake, per dirigere il suo prossimo biopic letterario, Bukowsky; e ovunque su Internet, a smontare Girls sul suo premiato blog per l'Huffington Post e a cantare in playback le canzoni di Selena Gomez e Justin Bieber su YouTube.
Ha anche la capacità di essere candidamente onesto. "Quando faccio dei video stupidi su Internet, da una parte è tutto qui - divertimento stupido," dice. "Ma dall'altra, mi dà l'opportunità di esaminare il momento presente. Me ne approprio. Gioco con diverse immagini pubbliche di me. Divento sciocco, indosso maschere stupide. Mi immischio al mondo che mi circonda. Forse tutte queste cose sono ritratti di ciò che ci piace oggi e dell’approccio che abbiamo." Ma il più grande ritratto, quello che vuole incapsulare l'essenza di James Franco da ogni angolo è, dice lui, "fuori dal mio controllo." Per la prima volta da quando abbiamo iniziato a parlare, si concede uno sbadiglio.
Chissà perchè ma io JF lo immagino proprio così: sorridente ma con lo sguardo "duro e greve". Questi tre ritratti sono stupendi, mi sembra che dicano qualcosa di definitivo su tutto quello che JF è stato fino ad ora.
RispondiEliminaArticolo super! Grazie per averlo tradotto!! <3
RispondiElimina