...continua
Uno dei suoi amici, il gallerista Javier Peres, ultimamente si è preoccupato pubblicamente per la salute di James. Potrebbe andarsene all'età di Gesù Cristo, quindi a 33 anni, "perchè mette talmente tanta carne al fuoco e non dorme mai come si deve". Ma tanto a quanto pare ad aprile compirà 34 anni, e la Franco-trance continua. Dopo un paio di minuti di conversazione beve un grosso sorso d'acqua, le palpebre si sollevano di un millimetro. "Devo creare sempre qualcosa", dice Franco, "e continuo a farlo. Dipendo dalla sensazione del viaggiare continuamente, di provare cose nuove, di imparare. E' la mia vita."
A maggio è in programma la sua prima grande mostra al Museum of Contemporary Art Los Angeles, il MOCA. Per questo ha chiamato i rinforzi. I grandi artisti Paul McCarthy e Ed Ruscha hanno risposto alla chiamata, insieme con il regista e sceneggiatore Harmony Korine e le art-star Douglas Gordon e Aaron Young. Franco ha chiamato l'esposizione in modo un po' prevedibile, ma semplice, "Rebel". I visitatori si troveranno davanti ad estrazioni di coltelli, gang con donne nude, incidenti d'auto e imitazioni dell'hotel "Chateau Marmont" sul Sunset Boulevard, che deve la sua fama agli eccessi delle celebrità. E ancora una volta davanti a James Franco. Per il direttore del MOCA Jeffrey Deitch, lui è addirittura il futuro dell'arte, "uno che ci mostra in quale direzione si svilupperà, uno degli uomini più creativi e interessanti che conosca."
"Rebel" cita "Rebel Without A Cause" con James Dean. "In questo film si può vedere come ha origine la ribellione, la si può quasi toccare, respirare", dice Franco. "Considero la ribellione come un'energia che deriva da una situazione particolare. Una volta, negli anni '50, c'era lo scenario non del tutto improbabile di un attacco nucleare capace di distruggere ogni forma di vita". Franco dischiude brevemente gli occhi e dice in modo misterioso: "James Dean è nel mio dna." Undici anni fa interpretò Dean nell'omonimo TV movie. Era uno di quei ruoli con cui tutto cominciò, quello che trasformò il principiante. Franco si calò nei panni del giovane tormentato e triste, forse fin troppo. Si era tinto i capelli di biondo, fumava due pacchetti di sigarette al giorno e passava 24 ore di fila con gli amici di Dean. E non portano solo lo stesso nome. Entrambi hanno un effetto simile sugli uomini come sulle donne. Ragazze e giovani pendono dalle sue labbra, devastati dalla sua singolare aura maschile e femminile. Franco ovviamente lo sa bene e cerca spesso di provocare. Negli ultimi tempi ha interpretato soprattutto personaggi che dichiarano apertamente il loro orientamento sessuale. In "Milk" ha impersonato Scott Smith, l'amante di Harvey Milk, così splendidamente e credibilmente che nessuno è uscito dal cinema senza innamorarsi. "Già quando ero a scuola, la gente pensava che fossi gay", dice Franco, "Lo trovo figo." Generalmente l'industria delle public relations degli attori lancia l'allarme. Vengono pianificate soprattutto le entrate in scena maschili, ai media vengono presentate soprattutto le amiche donne. Non con James Franco, che è il suo proprio uomo, e arriva sempre da solo - vuole restare un'immaginazione. "Le fantasie sono il mio materiale. Lavoro con loro, nella mia arte e nei miei ruoli." James Franco non è facile da afferrare. Non appena uno ci prova fugge. All'ultimo click della videocamera i suoi occhi si chiudono. Un'assistente gli offre un panino, ma James Franco si trova già in trance. Domani avrà di nuovo l'aspetto stanco.
Uno dei suoi amici, il gallerista Javier Peres, ultimamente si è preoccupato pubblicamente per la salute di James. Potrebbe andarsene all'età di Gesù Cristo, quindi a 33 anni, "perchè mette talmente tanta carne al fuoco e non dorme mai come si deve". Ma tanto a quanto pare ad aprile compirà 34 anni, e la Franco-trance continua. Dopo un paio di minuti di conversazione beve un grosso sorso d'acqua, le palpebre si sollevano di un millimetro. "Devo creare sempre qualcosa", dice Franco, "e continuo a farlo. Dipendo dalla sensazione del viaggiare continuamente, di provare cose nuove, di imparare. E' la mia vita."
A maggio è in programma la sua prima grande mostra al Museum of Contemporary Art Los Angeles, il MOCA. Per questo ha chiamato i rinforzi. I grandi artisti Paul McCarthy e Ed Ruscha hanno risposto alla chiamata, insieme con il regista e sceneggiatore Harmony Korine e le art-star Douglas Gordon e Aaron Young. Franco ha chiamato l'esposizione in modo un po' prevedibile, ma semplice, "Rebel". I visitatori si troveranno davanti ad estrazioni di coltelli, gang con donne nude, incidenti d'auto e imitazioni dell'hotel "Chateau Marmont" sul Sunset Boulevard, che deve la sua fama agli eccessi delle celebrità. E ancora una volta davanti a James Franco. Per il direttore del MOCA Jeffrey Deitch, lui è addirittura il futuro dell'arte, "uno che ci mostra in quale direzione si svilupperà, uno degli uomini più creativi e interessanti che conosca."
"Rebel" cita "Rebel Without A Cause" con James Dean. "In questo film si può vedere come ha origine la ribellione, la si può quasi toccare, respirare", dice Franco. "Considero la ribellione come un'energia che deriva da una situazione particolare. Una volta, negli anni '50, c'era lo scenario non del tutto improbabile di un attacco nucleare capace di distruggere ogni forma di vita". Franco dischiude brevemente gli occhi e dice in modo misterioso: "James Dean è nel mio dna." Undici anni fa interpretò Dean nell'omonimo TV movie. Era uno di quei ruoli con cui tutto cominciò, quello che trasformò il principiante. Franco si calò nei panni del giovane tormentato e triste, forse fin troppo. Si era tinto i capelli di biondo, fumava due pacchetti di sigarette al giorno e passava 24 ore di fila con gli amici di Dean. E non portano solo lo stesso nome. Entrambi hanno un effetto simile sugli uomini come sulle donne. Ragazze e giovani pendono dalle sue labbra, devastati dalla sua singolare aura maschile e femminile. Franco ovviamente lo sa bene e cerca spesso di provocare. Negli ultimi tempi ha interpretato soprattutto personaggi che dichiarano apertamente il loro orientamento sessuale. In "Milk" ha impersonato Scott Smith, l'amante di Harvey Milk, così splendidamente e credibilmente che nessuno è uscito dal cinema senza innamorarsi. "Già quando ero a scuola, la gente pensava che fossi gay", dice Franco, "Lo trovo figo." Generalmente l'industria delle public relations degli attori lancia l'allarme. Vengono pianificate soprattutto le entrate in scena maschili, ai media vengono presentate soprattutto le amiche donne. Non con James Franco, che è il suo proprio uomo, e arriva sempre da solo - vuole restare un'immaginazione. "Le fantasie sono il mio materiale. Lavoro con loro, nella mia arte e nei miei ruoli." James Franco non è facile da afferrare. Non appena uno ci prova fugge. All'ultimo click della videocamera i suoi occhi si chiudono. Un'assistente gli offre un panino, ma James Franco si trova già in trance. Domani avrà di nuovo l'aspetto stanco.
traduzione italiana di evadmondo per James Franco Italia
testo originale GQ Style Germany S/S '12
Diciamo che il pezzo forte di questo numero di GQ sono le foto. Non è che si dica molto nell'articolo, a parte il fatto che fosse stanco, ripetuto all'incirca una decina di volte.
RispondiEliminaA parte questo, è un peccato che quel filmato di "Rebel" girato allo Chateau Marmont sia stato aggiunto in seguito, a Venezia non c'era! :(
Grazie Sonny per il post e Eva per la traduzione!
se si preoccupano i suoi amici, comincio a preoccuparmi pure io! ahah sto scherzando .. faccia quello che vuole, è grande e vaccinato; mi spiace solo che per me l'aria da super sciupato non gli dona affatto e viene a perderne in bellezza (superficialitàmodeon)
RispondiEliminacomunque alla fine sta intervista non ci dice niente di particolare, sto cominciandoo a pensare che franco parli per frasi fatte XD
comunque, nota a perte, grazie a sonny ma soprattutto ad eva (all'inglese io ci arrivo, ma al tedesco no XD)
Sì, è fondamentalmente un articolo di accompagnamento, ma mi è piaciuto leggere la sua riflessione sulla ribellione, le parole di Peres e Deitch, l'ironia sulla franco-trance e la battuta su MILK XD
RispondiEliminaGrazie ancora Eva!
"nessuno è uscito dal cinema senza innamorarsi"
RispondiEliminasiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!!!!!!!!!!!!!!! *__*